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Anna Maria Guidi non è nuova alla poesia. Dal 1998 ha già pubblicato varie opere, tra cui: Esercizi, Incontri, Tenacia d’ombra. Ha vinto diversi premi degni di nota. Collabora a riviste letterarie e culturali. In queste sue “certezze”, la materia viene suddivisa secondo le diverse motivazioni di significato e di senso attraverso le quali l’autrice porta avanti il suo discorso.

Ed ecco, Beatitudini, Scie, Icaro, Approdi, Croce di Fango, In secca, C’era una volta, È tardi, Cacce , ripartizioni in cui soltanto cinque poesie per volta vengono selettivamente presentate al lettore, sulla linea dell’esemplarità, in un disegno più ampio che riguarda, poi, tutta la sua produzione.

Ella inizia “Porto a spasso | la vita come un cane | che fa la bada | al gregge dei miei giorni..” (Il primo seme), per continuare, quindi, sulla traccia segnata, “Mi fu dato | a me unica figlia, | tardiva | in sorte un rosario | di vecchi: alcuni | chicchi protervi, altri | una neve di riso... ” (Il sequestro). E, ancora, “Mi percorresti le vene | con passi di farina | bianche lasciando | tracce || Chi disse | “si cancelleranno” | non sapeva le densità | del mio sangue | di miele...” (Farina e miele). Potremmo a lungo soffermarci su questi versi di sensibile e forte caratura, attraversati dal vento della memoria, del disinganno, guardando ad una sofferta volontà di rinascita da realizzare, tuttavia, nelle rappresentazioni del sentimento, in un ritrovato calore umano, nel ricambio di una riconoscenza infinita.

L’autrice pone a salvaguardia della propria gelosa intimità, quanto più aperta al dolore ed alla destinazione, della gioia intravista che non mancherà, proprio i risvolti della poesia, schermo e sfida decisa i quali, tra il sogno sognato e la strada percorsa nelle esperienze del vago e dell’incerto, si rapportano ad un io interiore ricco e travagliato, ma dotato di grande fierezza ed estrema lungimiranza. Poesia confessionale, in un certo senso, questa della Guidi, ma soprattutto amorosa. Donna, madre, vittoriosa nella qualità della scelta di vita, combattuta e ferita che, pure, trova nelle metafore dell’esistenza la forza di un realismo tutto da vivere: “Compromesso è la vita | da pagare in contanti banconote | al gabelliere che non concede | crediti né sconti… || Ma se mi frugo in tasca | ancora pesco qualche monetina: | avanzo luccicante | di sogni tutti nuovi...” (Il Campo dei Miracoli).

Recensione
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