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Liliana Ugolini, autrice delle raccolte di poesia Il Punto (1980), La baldanza scolorita (1993), Flores (1994), Bestiario (1995), Fiabopoebesie/vagazioni (1996), in quest’ultima Il Corpo – gli Elementi, avvia un discorso piuttosto complesso sul piano tematico-espressivo. Redattrice della rivista “L’area di Broca”, non stupisce se apre agli orizzonti innovativi della scrittura, ad un libero sperimentalismo peraltro assai controllato, nella misura del nuovo.

La sua proposta appare libera dagli ingranaggi abusati di certo petrarchismo di cui è pervasa la nostra poesia, volendo o nolendo, e dal tono propriamente lirico che caratterizza il percorso evolutivo della parola in questo millennio che è ormai trascorso. Attraverso coraggiosi passaggi di rottura col passato e l’adesione ad una cultura illuminata e diversa quella, in linea generale, scientifica, forse avremo il rinnovamento auspicato del potenziale creativo nella forma letteraria italiana, oltre il canto e la determinata, classica musicalità.

Ed è da credere che, quando pensosi parliamo della fine della poesia e dell’arte è, in realtà, della fine di questa poesia e di quest’arte che intendiamo discettare, senza tuttavia conoscere o intravedere quali saranno le future proiezioni e le relative rappresentazioni all’interno del discorso sulla parola espressiva.

Non siamo di certo al compimento dell’esperienza che appena balugina, che tenga conto del reticolato complesso della comunicazione culturale del nostro tempo e dei risvolti del futuro.

Si tratta di un audace progetto che richiederà, senza dubbio, grande impegno e scavo interiore da parte di molti, se l’intelligenza del cuore gioca con la variabile qualità cerebrale su cui, appunto, la Ugolini imposta la sua versione.

Poi che si tratta di un percorso tutto da definire, a cui le forme linguistiche, nel soft del verso, diciamo per intenderci, non sono preparate. “Poesia originale e accattivante” definisce queste pagine la prefatrice Anna Ventura. Che avvia la “stretta connessione che intercorre tra il corpo umano e i principali elementi della natura (acqua, fuoco, aria, terra)”.

L’indice esplicativo ne chiarisce le parti composte: corpo-acqua, corpo-fuoco, corpo-aria, corpo-terra. La parola si fa spazio, qui, anche attraverso l’utilizzo degli indispensabili neologismi, carica di una simbologia che mutua dalle branche fisico-chimiche e scientifiche i suoi apporti più arditi.

A pag. 16, il brano “Acqua-fiume”, ove inizia: “Scorre il non ritorno | l’acqua dei volti conosciuti | e pendere al tempo dibattuto | è risalire foce di tracimati indizi di memorie, | spoliazioni interminabili | passaggi evanescenti | di furori insapori”.

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