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Luigi Tribaudino è personalità molto presente e attiva nel mondo
dell’arte contemporanea . Ha pubblicato circa quattordici libri, tra poesia e
prosa, con diverse cifre editoriali. Questa volta ci presenta, in versi liberi,
un testo di ventotto liriche che porta, nella prima ripartizione, il titolo
suggestivo di “Viaggio”, nella seconda, un gruppo di “Nove cori per un
oratorio” denominato “La Sirena”. Il percorso paesistico attraversa, fino
ad un certo punto, in queste pagine, i paesaggi dell’infanzia e
dell’adolescenza, privilegiando ogni volta l’esplorazione interiore, in un
mutuo raccordo tra la visione realistica venata di un profondo sentimento di
nostalgia appena limitato dall’urgenza del versificare e la commozione che
nasce dalla memoria, serbatoio di inflessioni, emozioni, traiettorie che, al
tempo, non ebbero riscontro nella parola o nel dialogo e rimasero, oggi
fortunosamente ritrovati grazie ad un afflato poetico genuino e sincero, intatta
testimonianza di bellezze intraviste, gioie caduche, proposizioni di speranze e
di sogni che finalmente, vengono estrinsecate in serena, armoniosa
contemplazione.
A questo modo, Il Po a ponte Sassi appare come uno “specchio
increspato che scorre lento” ; il quartiere torinese della Vanchiglietta, zona
residenziale immersa nel verde, ricorda all’autore “Babilonia dai pensili
giardini”; i lunedì culturali al Memory’s Bar di Pietra Ligure, nel flusso
della sua memoria, ricreano una “scena surreale | che d’incanto diventa
talismano | contro il banale scorrere del tempo”. Una diversa impostazione,
storico/immaginaria, senz’altro, riguarda La Sirena, il noto emblema che
Edoardo II d’Inghilterra portava sulle sue insegne, in cui viene
simbolicamente sintetizzata una lunga storia di ingiustizie, tradimenti,
conflittualità dinastiche, non escluse le fatiche d’amore contrastato, fino
al compimento del dramma, ove lo stesso Edoardo, diversamente dalla soluzione
storica, non venne assassinato ed ebbe lunga vita, vestendo il saio nella
serenità di un monastero inglese. Nei nove brani poetici, la preoccupazione
narrativa inserisce, nelle forme oggettive del discorso, un tono alquanto
prosastico per il quale si attenua quella tensione poetica che attrae
inizialmente il lettore.
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Recensione |
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