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Poesia. Poemetto in 17 lasse liberamente tratto dal ‘Libro tibetano dei morti’. L’idea della morte e del disfacimento fisico è spesso presente nella poetica dell’autore: tale referente terreno e carnale trova qui una sua luce interiore che s’irradia sopra la scabra superficie di versi simili a prosa nel contesto ma di profonda suggestione e portati al più alto livello conoscitivo: un trapasso di sensazioni post-mortem già rilevato nel ‘Colloquio di Monos e Una’ di E. A. Poe. La parola forte di Scarselli preannuncia un ‘mare di pace’ (p. 23) in cui rifulge la presenza divina.

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