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Pare che
l'allitterazione, intesa in senso lato, sia di moda; ne èennesima
conferma questo volume ove appare costantemente. Un esempio: "d'un complesso
can-oro | col-oro in concist-oro | e c-oro narrano | il ghirig-oro (da L'uccello
d'oro). E anche il novenario dattilico affiora con frequenza: "La fretta saetta
del balzo | che al pettine lemme s'arriccia | nel nodo del pelo bluastro, |
nell'occhio si squaglia se uguaglia (da Barbablù.
Evidente una propensione intellettuale che riduce l'area imaginifica, puntando -
attraverso rimandi ritmici e sonori - a concetti mai completamente avulsi dal
reale.
Tuttavia non
è l'aspetto più originale della
raccolta che, divisa in due parti articolate come da titolo, non ha il consueto
indice. La prima parte contiene poesie ispirate a fiabe, la seconda a ouverture
d'opera o da concerto. Le fiabe hanno
spesso suscitato l'interesse dei compositori: Hänsel e
Gretel (Humperdinck) o Il brutto anatroccolo (Prokofiev), tanto per citarne un
paio; una relazione quindi non secondaria; ma quasi osmosi naturale.
Mezzasalma, nella
sua solida "prefazione", fa notare che il dramma esiste, al di là dell'ironia
e dei giochi verbali; a nostro parere però esso prende
risalto soltanto dopo un'attenta ricognizione del tessuto linguistico: "contattò
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la sfera-frutto nell'attimo | propizio, artifizio del cerchio" (da Il principe
senza paura); la rima stricta viene attenuata dal significato simbolico.
Nel Coriolano il
principio Collin-Beethoven si fonde in musica, per poi riconvertirsi in
linguaggio: "la sconfitta | è il suo doppio che discende |
nella funebre chiusa". Uno degli esiti più elevati,
per la rigorosa concretezza espressiva, lo troviamo negli ultimi tre versi di
Anno 1812: "La denuncia dell'inno ai morti | (nostri corpi) immagine
| trascritta d'altro, più Alto"; qui l'operazione
semantica acquista una pregnanza che diviene, per dirla con l'Autrice, "audacia
dell'anelito, onda ardente".
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Recensione |
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