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Prima di parlare di questo
libro che antologizza cinque voci femminili occorre una necessaria premessa.
Libri di tale fattura si compiono all’insegna di una doppia discriminazione (il
curatore, E. Rebecchi, ne appare almeno parzialmente consapevole). La prima
discriminazione riguarda il genere, la seconda gli individui (in questo caso
condividendo il destino di ogni antologia). Verrebbe quindi da chiedersi se, su
queste basi, libri come questo hanno un senso, una necessità. Sul piano
teoretico mi sembra difficile sostenerlo; solo se la presenza di poeti/donne
fosse oggi eccezionale, essi avrebbero una funzione di riconoscimento e di
stimolo. Non essendo più così, poiché sempre più spesso il poeta è un essere
umano di genere femminile, non resta che prendere atto che tali antologie si
fanno perché qualcuno (antologizzatore e antologizzate) ha interesse a farlo. Il
titolo, felicemente ellittico della frase principale, pare fondarsi sull’assunto
che “quando il poeta è donna” avvengono ...sfracelli. Vediamo se è vero.
La prova della lettura rivela
– come c’era da aspettarsi – che il collante della femminilità è insufficiente a
dare di conto di cinque percorsi che più autonomi e individuali non potrebbero
essere. La Di Stefano mutua spesso da Ungaretti strutture formali nervose e
moduli linguistici in cui riversare una sentita dedizione alla natia terra
abruzzese e agli affetti familiari. La Farabbi invece predilige una
versificazione più distesa e strutture più ampie; spesso il centro del discorso
diventa l’operazione poetica medesima. Ferramosca, indubbiamente la personalità
di maggiore spicco, appare dotata di notevole varietà tematico-espressiva
(stupenda la sua Alba di nozze) con sorprendenti aperture ai “versanti
inquieti” del pensiero e della vita. Della Fusco piace e convince la leggerezza
di tono, frutto del ricorso all’alterazione sostantivale
(diminutivi/vezzeggiativi), rinviando per questo aspetto al lavoro di Vivian
Lamarque. La Puglia si fa apprezzare per la densità e la puntualità di un
linguaggio che fa di New York, Venezia e Parma luoghi dell’anima, “città della
mente”. Tutte e cinque insomma dimostrano di saper evitare i rischi e le secche
del tradizionale lirismo.
Di norma antologie siffatte
sono suggerite da occasioni o eventi particolari (8 marzo, commissioni delle
Pari Opportunità, ecc.) a cui non sopravvivono. A questa, per la validità delle
esperienze poetiche registrate, mi sentirei di augurare miglior sorte.
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Recensione |
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