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Va subito detto:
uno tra i libri migliori pervenuti, almeno fra quelli autobiografici, e una
delle migliori opere di Frullini. E – al di là di quel che farebbe pensare il
titolo – non ha nulla a che vedere con le tante e propagandate autobiografie
in commercio, dove la campana suona fessa per l’abiura postuma di cui lezzano.
È la storia di Frullini stesso: è vero! ma è anche e sopratutto la storia
originale di un uomo che crede nell’Uomo e che, per questo, quell’Uomo
appunto ricerca ed edifica a partire da sé. Perciò stesso non c’è spazio a
fantasticherie o ad appunti romanzati, perché rappresenta in fondo il cammino
di una Idea. E l’Idea – si sa – non muore né può morire, anche se spesso
gli uomini che l’assumono sono magari risultati perdenti per la cronaca ma, in
realtà, trionfanti sul piano dell’intelletto, in etica e morale. E, benché
etica e morale siano sovente usate come sinonimi, esse, per il moralista, sono
una la fonte, l’altra l’acqua che scorre. Bene! in questo scrittore tali
sottigliezze non possono neppure porsi tanto s’immedesimano, si coniugano e
s’identificano a vicenda.
La casualità si fa presa di coscienza, la verità
non soggiace mai all’opportunità, la parola (detta o vissuta) disfida sempre
equivoci e ambivalenze; anche quando costi alla propria immagine o quando sia
foriera di destabilizzazioni culturali e materiali. Ed è poi assai
significativo scoprire come questa stessa Idea, nell’accrescere l’uomo in
campo, abbia, nel contempo, generato lo scrittore, il poeta, il filosofo...
Però,
alla fine, una domanda sia concessa, Frullini maestro di vita Giovanni: chi
crede nell’Idea-Uomo, con tutto ciò che importa, non è sotto sotto –
magari a modo suo – un “cristiano anonimo”? E non è quell’Idea,
incarnata da un comunista eterodosso come Frullini, un “cristianesimo
impazzito”, come direbbe il gergo dei teologi?
C’è da giurarci!, la
pensavano così anche due nostre frequentazioni: i profeti “Balducci scrittore
Ernesto” e “Turoldo poeta David Maria”.
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Recensione |
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