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Eccoli, elencati uno ad uno:
vizi, disvalori, meschinità, peccati del nostro contesto sociale e del
nostro – anche personale – comportamento quotidiano – ed inchiodati ognuno col
relativo lapidario avviso wanted, composto con versi taglienti, ironici,
caustici.
Civiltà alla deriva, si
direbbe, alla quale la poetessa dà il suo ultimatum, ritenendo ormai
colma la misura. Ma, e sottostante a tutto, anche una epocale panoramica della
“sindrome di Peter Pan”, come la definirebbe Dan Kiley, a matrice della crisi
che non sai più discernere se adolescenziale o di senescenza, collocata in quel
punto che satura l’angolo giro, e che apre e chiude una circonferenza descritta;
o ancora, di quello stesso punto che incrocia (ma dipende dalla visione della
storia) i due cerchi dell’otto infinito.
Svolgimento o regresso? Forse
poco importa. O importa tutto, secondo quella didascalia all’occhiello del libro
che è affilata come un rasoio: “Niente è più temibile | della verità. |
Assassina d’ogni menzogna”.
Ma la silloge, per una
compiuta assunzione, andrebbe, a lettura finita, ripresa e centellinata
dall’ultima composizione alla prima, data l’impossibilità a passare la partita
senza quell’intima germinazione che riproduce il pensiero sottile sull’uomo –
quello che dà senso al senso e che sta nella mente e nel cuore di Maria Grazia
Nigi: “E non so bene ancora | cosa aspetto, | (sempre il principio | di una
fine) | di un’alba o di una rosa. | Di Dio o di un Uomo, | che poi diventa un
dio | se mai s’è fatto Uomo”.
Si ha, in questo, (nel suo
genere) una poesia da assimilare secondo direttrici desuete – al di là forse
delle stesse pre-visioni dell’autrice – e che pertanto necessita di
meditazione lenta, che consideri anche ed appunto le due curve che,
figurativamente partendo dagli alluci (occhiello e sberleffo) si
congiungono al terzo occhio. Insomma, secondo quella insita lezione umana che ci
deriva dall’arco gotico. Poiché solo così si potrà dire di una totale
illuminazione...
Peccato che di poesia come
questa oggi se ne registri piuttosto poca, ed anche alquanto sotto tono. La Nigi
però, nel caso, tiene lezione e propone la qualità a invidiabile supplenza della
quantità. Da vera maestra.
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Recensione |
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