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Facendo seguito ai princìpi
esposti nel suo magistrale testo: “A tavola per amare”, il gastronomo Livio
Cerini rincara la dose straordinaria della sua precettistica con le pagine del
recente volume Gourmet vegetariano per carnivori. Con il nuovo libro l’autore
raccoglie i suggerimenti da lui elaborati intorno all’alimentazione povera di
proteine animali, che in misura esagerata nuocciono all’organismo, per
dimostrare che con l’infinita varierà di vegetali si può accontentare il palato
dei buongustai e quindi degli amanti del mangiar bene.
L’autore dedica la prima parte
del volume ad un excursus storico in cui cita personaggi vegetariani più o meno
famosi corredandolo di simpatici aneddoti: da Pitagora a Platone, da Bernard
Shaw a Madam Maeterbuck, dai Trappisti ai Benedettini, ai Francescani. Successivamente con un’ampia
documentazione storico-gastronomica dà utili suggerimenti sui diversi metodi di
cucinare i vegetali, servendosi soprattutto di quattro elementi: latte, burro,
formaggio, uova.
Dedica inoltre una particolare
attenzione alla frittura con la raccomandazione di buttar via l’olio alla fine
di una breve frittura, evitando di conservarlo o di aggiungerne dell’altro. È
poi interessante il capitolo sulla pasta, sui vari metodi di cottura e sul
condimento. L’autore prende ancora in esame la cottura del riso, delle minestre
e zuppe, delle uova e frittate.
Di quanti prodotti disponiamo
senza dover ricorrere alla carne! Dai broccoli alle cipolle, dagli asparagi ai
carciofi, dai cardi alla catalogna, dai ceci ai fagioli alle patate, ai funghi,
ai tartufi e via dicendo. Non vengono trascurati la
frutta, i dolci, i gelati. Numerosissime le preparazioni di ciascun alimento,
con suggerimenti su come organizzare al meglio le diverse vivande per esaltarne
il gusto.
Pregevoli, infine, le venti
illustrazioni di menu d’epoca per ogni stagione, per cene importanti, per pranzi
ed eventi.Tra i numerosi
testi di gastronomia pubblicati dall’autore, il Gourmet vegetariano per
carnivori è un’altra perla che si aggiunge alla preziosità delle opere
precedenti.
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Recensione |
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