Epilogando
La laguna luminosa di tutti i sì del mondo
che invoca azzurro l’assenso degli assenti
risplende nel canto del silenzio.
Senza notti segue e senza posa
l’abbraccio della rotta per la pace.
Dilegua assolto equivoco di sorte
se ne va libera la vita
balzo acuto nella
luce.
Il cielo respira immenso
pulsa leggero e ci rimira.
Tutto il dolore resta
per il bacio rivelatore del malvagio
che perda con la maschera l’inganno.
Il séguito è nel debito del conto
e se ne sapeva il mirabile mostro
scioglie epico il tormento delle maglie
nel corpo a corpo con le scaglie
finché brucia il sangue
che ricolma nelle vene.
Ora si attende la corsa del ritorno
e la valigia semivuota del ricavo
sta in
pausa, semichiusa
fra epilogo e capitolo.
Passando il testimone
Col grido di un bramito
si accetta
il segmento di
viaggio
che chiamiamo vita,
staffetta in solitaria
da portare con doglia
sino
all’ultima soglia.
Dall’ustione dell’aria
nel polmone rosa
alla versata espirazione
quando il
rollìo
si ferma nell’oblìo.
Dal testimone
di quel progetto, diletto
compiuto, imperfetto
s’attende
verdetto.
Ma il saldo lo fa chi ha dato,
conta e canta chi ama
e centellìna pieno
il
dono azzurro
sapore aspro di mare
senza colare
nella fusione amara
della
delusione.
La gente sa del volo
che spartisce, estenuante
e anela a soli frammenti
senza
cedimenti
sa che siamo proietti l’uno nell’altro
amanti di altri firmamenti.
|