Molti autori ci chiedono la differenza fra nota di lettura e recensione.
Valutare un testo
o un’opera può sembrare facile qualora si segua più l’istinto che la ragione, ma
il critico dovrebbe cercare di essere per quanto possibile oggettivo, ossia
tentar di capire anziché di giudicare. È evidente che ciascun critico o
recensore possiede gusti personali e quindi parlerà con più piacere di un lavoro
a lui affine, ma questo concetto se ribaltato potrebbe invece fornire la chiave
di una visione particolare svelando quegli aspetti che un commento favorevole
non sempre riesce a scoprire. Una volta che si è nella condizione di oggettività (ovviamente coi dovuti limiti) l’esame testuale riesce ad
affrontare in modo meno tendenzioso l’opera.
In primo luogo è
necessaria una conoscenza dell’opera. Spesso si incontrano giudizi sommari che
poco o nulla apportano a ciò che viene esaminato. Gli eccessivi elogi, privi di
esempi che li supportino, fanno più male che bene all’autore, il quale, almeno
noi crediamo, vorrebbe sapere anzitutto cosa abbiamo compreso di ciò che ha
scritto, per averne poi una valutazione, in realtà quasi mai definitiva, da non
prendersi come qualcosa di irreversibile o assoluto. Seguendo il percorso della
critica ci accorgiamo che non di rado autori a loro tempo esaltati sono oggi
ridimensionati, mentre altri emergono in virtù di studi seri e scrupolosi.
Tuttavia questa è
già una garanzia per l’autore, che non vi siano pregiudizi. E anche se un testo
non piace, è dovere del critico rileggerlo e comprenderne le motivazioni.
Passando alla
esecuzione pratica della nota critica, recensione o saggio – in ordine tre gradi
di ampiezza nella disamina – si evitino aggettivi o commenti troppo laudativi,
semmai mettendo in luce la individualità di un’opera; poi, nel caso del
saggio, affinando gli strumenti conoscitivi, per pervenire all’analisi
dettagliata. Un lavoro di questo tipo è riscontrabile nell’opera omnia di
narrativa di Alberto Gatti (1967-1987).
Volendo è
possibile fare una distinzione fra nota di lettura, recensione e saggio. La nota
di lettura è in genere sintetica e mira a riportare i caratteri essenziali di un
testo. La recensione, che procede dalla nota di lettura o vi sconfina, è però
più articolata e tiene conto anche di diversi elementi presenti nell’opera, di
tipo tecnico e formale, e ovviamente le linee generali del contenuto. Il saggio
affronta invece l’argomento con più dettagliata spiegazione, soffermandosi su
taluni punti. Può divenire analitico riportando tutti i parametri di carattere
storico e linguistico, creando cioè un ipertesto quale traccia per coloro
che intendono avvicinarsi a un’opera in qualsiasi campo realizzata.
A conclusione di
queste annotazioni è opportuno comunque che il lettore si crei una propria
coscienza critica, semmai confrontandola: il testo è l’oggetto primario che non
va mai distorto dalle interpretazioni ma accolto ogni volta nella sua integrità
strutturale e contenutistica.