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Luigi Fontanella
e il suo ultimo libro
Al Café au Livre di Padova, la sera del 24 maggio 2007,
invitato da Giampietro Tonon , direttore editoriale della Libraria Padovana
Editrice, il noto poeta Luigi Fontanella ha presentato il suo ultimo libro
L’azzurra memoria (poesie 1970-2005), Moretti e Vitali
Editori, Bergamo 2007.
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L’autore, che oltre ad essere poeta, è narratore e saggista, è
nato in provincia di Salerno nel 1943; ora vive a Long Island (Usa), alternando
frequenti soggiorni in Italia. Ha studiato a Roma con Giacomo De Benedetti,
laureandosi in lettere, e si è perfezionato a Harvard in Letterature Romanze.
Attualmente è Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana presso l’Università
Statale di New York. Personalità molto nota dell’ambiente letterario italiano e
americano, dirige dal 1982 la rivista Gradiva ed è fondatore e responsabile
dell’Associazione IPA (Italian Poetry in America).
A parlare del libro di Fontanella erano stati chiamati lo
scrittore e critico Luciano Nanni e
Raffaella Bettiol. Come scrive il poeta Giancarlo Pontiggia, nella sua breve
introduzione a L’azzurra memoria (opera poetica che riunisce un’accurata
selezione di testi, scritti nell’arco di trent’anni dal 1970 al 2005), la
vicenda poetica fontanelliana si sviluppa fin dalle origini nel segno della
complessità, della libertà e della vitalità. Dopo, infatti, gli esordi che
risentono di un certo sperimentalismo, influenzato dall’ambiente letterario
americano degli anni sessanta-settanta, il nostro autore si è mosso verso una
poesia dalle forme più leggibili, recuperando anche forme metriche consolidate
nella nostra tradizione.
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Il poeta (come del resto lui stesso dichiara nella lunga
intervista, rilasciata a Giancarlo Pontiggia, che apre il libro) ritiene che il
linguaggio sia un mezzo per rivelarsi al mondo, non un fine. Prende quindi
apertamente le distanze da ogni sorta di sperimentalismo. Ribadisce, infatti,
che alla base della scrittura poetica ci debba essere un’autentica passione, una
vera e propria urgenza interiore, anche se non esclude naturalmente la necessità
di un studio attento e di una ricerca approfondita sulla parola, una parola che
dev’essere insostituibile.
Molte delle grandi tematiche della poesia di tutti i tempi
sono presenti nel libro di Fontanella: la memoria, il viaggio, il tempo. La memoria, come un filo rosso, percorre tutta la sua
produzione poetica. L’autore, infatti, rimane sempre profondamente legato alla
terra d’origine, alle figure familiari, alle persone amate che hanno
accompagnato la sua giovinezza. In lui, in particolare, il ricordo assume una
specifica valenza consolatoria, oserei dire salvifica, rende eterni l’attimo e le
vicende d’una vita.
Accanto alla memoria, vi è nella sua poetica una forte
percezione del tempo. Il poeta ammette di vivere con l’angoscia del tempo, al
quale è ineluttabilmente legato il pensiero della morte. La poesia, quindi, ha
per lui, ancora una volta, una funzione catartica, liberatoria. Dichiara infatti
l’autore stesso: “Quando arriva ha una funzione pratica: può esorcizzare la
malattia del tempo, in qualche modo sospendendola in una sfera che il Leopardi
avrebbe chiamato vaga, confinandola in quel momentaneo nulla che c’è, mettiamo
tra chi parte e chi arriva, tra chi offre un dono e chi lo riceve”.
Fontanella affronta tutte quelle tematiche poetiche, che
possano dare una risposta all’enigma della nostra esistenza, al viaggio
misterioso che l’uomo compie dalla nascita alla morte ed è il viaggio, forse,
il motivo centrale della sua poesia. Per il Nostro, che si sposta di continuo da un continente
all’altro, quella del viaggio è una fase di totale sospensione temporale
letteralmente felice, durante la quale gli vengono incontro, al pari di parusìe,
oggetti, luoghi, gesti, visi che gli parlano magicamente di se stessi e con i
quali viene a stabilirsi un rapporto di totale empatia.
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Raffaella Bettiol
e Luigi Fontanella durante l'intervista. |
Luciano Nanni, nella sua acuta ed attenta disamina, oltre a
precisare l’alto valore semantico, linguistico, l’eleganza compositiva dell’opera
di Luigi Fontanella, ha incentrato la sua relazione su alcuni testi dell’autore
caratterizzati da una particolare forza creativa e d’astrazione.
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Luciano Nanni
e Luigi Fontanella. |
Le poesie, contenute nella raccolta L'Azzurra
memoria, sono
tratte, come precedentemente sottolineato, da sette precedenti raccolte
dell’autore: Verifica incerta (1972),
La
Vita trasparente (1978), Simulazione
di reato (1979), Stella saturnina (1989),
Round
trip (1991), Ceres (1996)
e da Azul (2001)) e da alcuni
inediti.
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da sx: Luciano
Nanni, Luigi Fontanella e
Raffaella Bettiol. |
Pur nella varietà dei toni, delle forme, l’opera poetica di
Luigi Fontanella è definita da una grande leggerezza, da un’asciutta
consapevolezza elegiaca e nasce, come ogni poesia, secondo quanto scrive Giovanni
Raboni, "dall’ascolto delle proprie emozioni ed dall’ascolto delle possibilità
interne di una lingua, di una tradizione, di una storia che abbiamo alle spalle
e che ogni poeta reinterpreta e rivive a suo modo".
Tra il pubblico presente vanno ricordati in particolare il
poeta
Alfredo de Palchi, amico d’antica data dell’autore, il poeta-traduttore
Adeodato Piazza Nicolai, la poetessa romana-livornese
Elisa Davoglio, il
prof. Guido Santato dell’Università di Padova e il poeta
Silvio Ramat, la scrittrice
Michela
Torcellan, la poetessa
Manuela
Bellodi.
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