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Il Veneto si fa onore
al Premio "L'Emigrazione"
Ogni volta che
ricevo la comunicazione di aver ottenuto un premio per la mia attività
letteraria, mi viene un gran tremito. Da una parte c’è la gioia e la
soddisfazione di sapere che quello che ho scritto è valido, ed il mio io
ne è fortemente gratificato. Dall’altra, visto che di solito sono premiata
in luoghi lontani da Vicenza, mi assale il dubbio: “Vale la pena andare?” In
genere il premio consiste in una targa, una coppa, una medaglia e anche quando
è in denaro, la cifra scritta sull’assegno a malapena copre le spese del
viaggio. La tentazione è quella di starsene a casa. Eppure quando sono andata
a ritirare il premio sono tornata più ricca: non di denaro, ma di esperienza.
Intanto ho
l’occasione di visitare luoghi dove non andrei mai, come l’anno scorso a
Garessio (Cuneo) o quest’anno a Pratola Peligna (L'Aquila), per esempio, e scoprire
così la ricchezza di bellezze paesaggistiche che ha l’Italia. Devo usare il
plurale perché il paesaggio italiano, per la sua conformazione geografica è
molto variegato, comunque sempre bello. Viene il desiderio di tornare in quelle
località, di conoscerle meglio, di visitare i paesi e i piccoli borghi ricchi
di storia e d’arte, che mai sono segnalati dalle agenzie turistiche. Si
conoscono tradizioni e usi che ci permettono di sentire la gente più vicina.
Nella cerimonia del Premio inoltre si incontrano persone interessanti.
Il 27 settembre 2008 a Pratola
Peligna, in occasione del XXXII Premio Internazionale di Saggistica, Narrativa,
Giornalismo, Poesia, Pittura e Fotografia sul tema “L’Emigrazione, ho chiacchierato a lungo con
Saro Marretta, un maestro che negli anni
’70 aveva scritto un libro sulla condizione dei bambini italiani in Svizzera e
che, ora, a distanza di quasi quarant’anni, è andato a ritrovare quei bambini
ed ha fatto una nuova edizione, inserendo l’evoluzione che essi hanno avuto. Ho
incontrato Vincent Scarza, un italiano emigrato negli Stati Uniti dove si è
affermato come produttore cinematografico e televisivo. Ho conosciuto
Claudio
Beccalossi, giornalista di Verona, premiato per un suo lavoro che descrive la
condizione dei nostri emigrati di terza/quarta generazione in Paraguay. Così
pure quattro giovani dell’Università di Padova, premiati per un audiovisivo
sulla tragedia di Marcinelle, e tanti altri autori validi. Devo dire che in
quella cerimonia, il Veneto è stato ben rappresentato, perché oltre agli autori
citati, per la narrativa inedita il secondo premio è andato a
Germana Pegoraro
di Montebelluna (Treviso) e il terzo premio alla sottoscritta per il racconto “Ritrovarsi
e ricordare”.
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La poetessa
Luciana Chittero Villani mentre riceve
il terzo premio dalla Giuria del XXXII Premio internazionale
"L'Emigrazione". |
L. C.
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