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La poesia civile di Paolo Ruffilli
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Giovedì 12 marzo 2009 a Padova nella Sala degli Anziani di Palazzo Moroni,
il "Gruppo letterario Formica Nera" ha presentato l'ormai famosa raccolta
poetica Le stanze del cielo di
Paolo Ruffilli (Marsilio 2008). Hanno
presentato l'autore e l'opera
Raffaella Bettiol e
Luciano Nanni (entrambi dello storico e padovano "Gruppo letterario
Formica Nera").
Su questo sito ho avuto modo di leggere più di 20 recensioni a questa
raccolta firmate da illustri critici e quasi certamente non sono tutte. Mi hanno
attratto alcune recensioni, quella di Domenico
Mostaccio che scrive «Con Le stanze del cielo Paolo Ruffilli
affonda mente e corpo nel dolore magmatico di universi concentrazionari
collettivi (le carceri) ed individuali (il dramma della tossicodipendenza),
laddove la totale perdita della libertà evoca pedissequamente il disastro di un
sé sempre più disancorato tanto dal mondo che lo circonda tanto da quel sé
andato che più non è. Ruffilli “vede”, riportando al dire poetico, con gli occhi
del dolore, della colpa, della perdizione, che frantumano l’orizzonte ordinato
del “regolamentare”, senza indulgere mai in pietismo o in accorata vocazione
pro-vocante di assoluzione.», di Maria Rosa Ugento
che scrive «Una poesia – questa di Ruffilli – che tratta di dure realtà, di
pensieri tristi e profondi, di miserie umane e di qell’interna disperazione che
ne è la somma, e che purtroppo fa parte di ogni vivere da disperati, ma tocca
coscientemente la tastiera di quanti, nella condanna, si dibattano assurdamente,
come leoni in gabbia, in vana ricerca di una via d’uscita.», di
Enrico Pietrangeli che scrive «Ruffilli
resta consapevole che un altro tossicomane in carcere produrrà, se non
un'ulteriore morte precoce, un altro delinquente indotto... Senza indugi apre
subito denunciando quella vecchia, consunta ipocrisia per cui "si fa il
possibile | per questa gente"... Rilevate alcune tinte poetiche prossime a Lee
Masters nel suo versificare sincopato e prosastico, dove denuda il tossico per
quel che è, coi suoi "occhi di vetro"...».
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da sx:
Luciano Nanni, il poeta Paolo
Ruffilli e Raffaella Bettiol. |
Ho voluto riprendere alcuni passi significativi che ho trovato in sintonia
col mio spirito nel corso della presentazione. Non è frequente trovare della
poesia civile che sia soprattutto poesia, è un terreno scivoloso nel quale
Ruffilli sa camminare con sicurezza.
foto © Luccia Danesin
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