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Giovedì 12 novembre 2015 al Caffè Storico Letterario “Giubbe Rosse” in Piazza della Repubblica a Firenze incontriamo Mariadonata Sirleo, artista e scrittrice che ci presenta la sua storia e le sue opere. La presentano Roberta Degl'Innocenti poetessa e scrittrice e Jacopo Chiostri giornalista.
Dopo l’intervento di Jacopo Chiostri che ha parlato dell’autrice, già presentata alle Giubbe Rosse per la poesia, e di questo suo nuovo lavoro, è stata la volta di Roberta Degl’Innocenti che ha letto anche tre poesie del precedente libro: Poesie II, 2014, sempre La Versiliana Editrice, molto indicative dell’autrice e del suo rapporto con Firenze. Lettura di tre poesie dal libro Poesie II (La Versiliana Editrice, 2014) due riguardano Firenze ed hanno la stessa data13/01/2009.
Mariadonata Sirleo è nata e vive a Firenze. Laureata in Giurisprudenza. Ha scritto il primo racconto ad 8 anni e presentato uno spettacolo di sue poesie a 16 anni. Ha vinto numerosi premi, tra cui una “Guarda Firenze” in Palazzo Vecchio ed una coppa alla Regione Toscana. É presente in numerose antologie e nel volume “Donne nell’Arte Toscana, 2013”. Cronos (La Versiliana Editrice, Collana I bonsai) come si evince dal titolo: piccoli ma pregevoli libri, Mariadonata ci porge questa commedia. Un testo breve, che si sviluppa in due atti, che ha anche un’andatura rapida, incalzante. Sono diversi i personaggi che incontriamo tutti insieme all’inizio del primo atto che Mariadonata Sirleo presenta con poche ma eloquenti parole. L’attesa caratterizza queste prime pagine del libro ambientato nell’Agenzia Cronos nella quale si tengono i colloqui di lavoro da un incaricato. In questo mormorio di vite che s’incontrano, realtà differenti, la speranza è intuibile e percepibile. Cito, a proposito della speranza, un verso di Emily Dickinson:
Da questo momento, condiviso in tante persone dove l’attesa conduce le parole, due personaggi della commedia lasciano la Cronos per una loro maggiore conoscenza e forse per una speranza diversa: Gino e Tina.
Con originalità l’autrice sposta le lancette indietro di secoli e ci troviamo nella Firenze antica in una bottega d’arte, colma di storia e di rimembranze. Il finale, che non è lecito svelare, è una fuga e un ritorno, la speranza dell’amore, accompagnato dai versi dell’autrice: “Andiamo / a spengere la notte, amore mio. Notizie dell’evento sono apparse su La Nazione. |
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