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I libri di
Paola Fiaschi, Maurizio Giardi e Marco Mannori
Alle Giubbe Rosse di Firenze

 

Sabato 23 settembre 2017 alle ore 17,30, presso il Caffè Storico Letterario Giubbe Rosse, Piazza della Repubblica n. 13/15r Firenze, si è svolta una duplice presentazione dei romanzi: Polette di Paola Fiaschi e Il fratello di Marta di Maurizio Giardi e Marco Mannori (Rupe Mutevole Edizioni).

Interventi di Jacopo Chiostri, giornalista e scrittore  di Roberta Degl’Innocenti, poetessa.

Tante le persone intervenute a questo interessante evento.

Di seguito tracce dell’intervento della scrittrice Roberta Degl’Innocenti:

Intervento di Roberta Degl'Innocenti.

Polette”, una storia al femminile scritta da una donna, Paola Fiaschi, che introduce ella stessa il proprio libro con una nota esplicativa e ci presenta Polette, la sua protagonista, come una donna qualsiasi nella felicità e nel dolore. Una storia di vita, che ne attraversa gli anni, ne coglie le emozioni: nella gioia e nel dolore, con una scrittura dinamica e accattivante che e rende piacevole la lettura.

Già con il primo approccio, che ci fa conoscere la protagonista del romanzo, apprendiamo un particolare importante: la presenza della “stanza dei sogni” (p.12) che, la protagonista Polette, sceglie e individua in ogni casa nella quale si trova ad abitare. Polette ci appare come un personaggio positivo, al di là dei possibili e successivi eventi che si presenteranno nel corso delle pagine.

Accattivante è il suo rapporto con i colori che trapela in diversi momenti. Paola Fiaschi, parla del rapporto della sua protagonista con i colori e in questo caso (p. 15): il Bianco. “Il bianco le evocò la purezza dei ricordi lontani. Come il bianco di Chagall nella sua crocifissione bianca. Bianca è la veste del fanciullo dopo l’orazione. Bianca è la culla dove la posero appena nata e che credeva di ricordare”.

Oppure il Rosa (p. 25)

“Rosa è il colore dell’ingenuità della fanciullezza, che è solo un istante di un’intera vita. Sono rosa le labbra della ragazza che si avvicina per la prima volta all’amore. Anche le guance dei figli non voluti sono rosa”.

In alcuni passaggi ho avuto la sensazione che, attraverso i suoi personaggi, ella ci porgesse con delicatezza anche quelli che sono i suoi gusti (ad esempio nel cinema):

Alla risposta del padre: Hai visto L’angelo Azzurro con Marlene Dietrich? Polette risponde affermativamente. (P. 48).

Ma il romanzo è fatto di tanti momenti, attimi di vita voluta, sognata, di personaggi (ovviamente anche maschili).

Si tratta di un libro dove troviamo amore nei pensieri, nei gesti, nei sogni e tutto questo con una scrittura misurata, accattivante che proietta il lettore in questo mondo di Polette con il desiderio di conoscerla meglio.

L'intervento di Paola Fiaschi.

Leggo un passaggio che descrive un ambiente per portare il futuro lettore a capire come l’autrice lo faccia entrare in punta di piedi nel luogo: Ci troviamo nell’appartamento di Amedeo (personaggio maschile): “Tutto era modesto e caldo, come il parquet colore miele. In un angolo della stanza vide una lampada a stelo, una finestra ad arco illuminava una grossa felce che ingentiliva ancora di più l’ambiente. Al centro vide i divani orientati verso il caminetto a parete, chiuso da un cristallo, sopra il quale vi era appeso un quadro, l’unito oggetto a tinte forti in tutto l’ambiente.”

Quindi l’autrice, attraverso le descrizioni degli ambienti, ci accompagna con delicatezza nei dettagli, non trascurabili per altro, del romanzo. Senza lasciare i colori, che occhieggiano, imperturbabili, dalle pagine. (P, 78: L’arancio è il colore che stimola al movimento, all’indipendenza e accresce la fiducia in noi stessi).

Ed è proprio in un luminoso colore di arancio a Tenerife che Polette conosce Francesco (altro amore della sua vita), anche se poi vedremo, nel corso della lettura, che non sarà una storia semplice.

Il libro ha un andamento dinamico, sempre con nuovi personaggi e luoghi, quindi il lettore è continuamente sollecitato. Ad un certo punto un tocco di giallo, un mistero da svelare e anche l’amore, o presunto tale, che circonda il libro e ne guida le pagine, tramite il personaggio, di Polette che l’autrice ha creato con amore e fantasia.

Concludo dicendo che Paola Fiaschi ha scritto un romanzo che fa percorrere al lettore sempre nuove strade, dove i personaggi si intrecciano. Attraverso il felice espediente dei colori apprendiamo cose nuove e e interessanti.

Protagonista è la vita stessa nelle sue mille sfaccettature, raccontata da una donna, attraverso il suo personaggio. Paola dirà ai suoi lettori: (leggo un frammento delle sue parole)

Grazie per avermi scelto,
spero di averti fatto una piacevole compagnia,
tu lo sei stata quando io scrivevo.

Mi fermo qui, grazie Paola.

Di seguito tracce dell’intervento della scrittrice Roberta Degl’Innocenti per l’altro libro:

Un romanzo interessante quello che proponiamo stasera, scritto a quattro mani: Maurizio Giardi e Marco Mannori, con una scrittura felice che si dipana agevole nello scorrere del tempo, nei sentimenti, nella storia, in maniera interessante per il lettore. Enrico Nascimbeni, nella sua prefazione, scrive, tra le altre cose, un’osservazione importante: “Le storie vanno lette. Mai anticipate”.

Quindi anche il nostro compito di presentatori, questo pomeriggio, è quello di porgere, incuriosire e incuriosirsi in un lungo viaggio nel tempo. Gli autori precisano, nell’incipit del libro, che si tratta di una storia di pura fantasia, anche se, in diverse occasioni, vengono utilizzati fatti reali e fatti storici realmente accaduti.

Pianolo della Lizza, Alpi Apuane, nell’anno 1938, anno nel quale il Regime aveva promulgato le leggi razziali.

Una fanciulla: Marta. Il fratello (Luigi) del quale troviamo cenno all’inizio e che si trova rinchiuso in un istituto per malati di mente. Con questa visione nel tempo e con il tempo inizia il romanzo dei due autori, condotto in maniera piacevole, per la scorrevolezza, romanzo anche storico perché affonda gli incipit nella storia stessa, anche se gli autori recitano:

Paola Fiaschi.

Questa è una storia di pura fantasia.

Nel libro, oltre ai personaggi è molto ben indicata e raccontata la quotidianità, la vita scorre anche in dettagli che possono colpire il lettore.

Ad esempio la biblioteca dove Marta, all’inaugurazione, sceglie il libro Piccole donne.

Bello anche il personaggio di Cosetta, governante, cuoca e tutto di più.

Il libro ha anche il pregio di unire, anche se si tratta di personaggi inventati, ma verosimili, la vita quotidiana con i suoi sogni, la realtà, a volte gli incontri, quindi oltre ai riferimenti storici la vita è protagonista assoluta nello scritto dei due autori.

La scrittura di Marco e di Maurizio è molto articolata nella trama e si svolge agevolmente nei vari decenni che attraversa, inoltre ha un ritmo sostenuto che porta il lettore di pagina in pagina a nuove vicende pur rimanendo nell’arco temporale del quale si parla nei vari capitoli.

Il libro, nella sua totalità, ha un andamento circolare che percorre spazi temporali diversi, nei quali le persone si muovono, vivono, amano, invecchiano e si propongono come riflessi di vita vissuta dove amore, dolore, impegno hanno un suo coinvolgimento importante.

I romanzi non si raccontano nelle presentazioni, magari se ne legge qualche passo. Ne ho scelto, appunto, qualche passo. Il personaggio di cui leggo è Marta:

- Appena arrivata di fronte alla chiesa, vide la folla degli invitati ad attenerla e fu allora che si pentì di non aver voluto il velo bianco da mettersi sul viso. Sicuramente sarebbe stato uno schermo all’imbarazzo che provava in quel momento. Si fece coraggio e iniziò a salire i gradini a braccetto di Lina.

Sentiva le gambe traballanti come se stesse facendo una fatica enorme. Finalmente fu in vetta e Primo l’accolse con un piccolo bacio. – (P.108)

Il libro accoglie un periodo temporale che inizia nel 1938 e termina nel 1990.

Un momento degli interventi.

Vorrei chiudere però questo mio breve viaggio nella scrittura di Maurizio e Marco con la dedica che loro stessi fanno ai lettori: “Dedicato a tutti coloro che si sentono soli”.

La scrittura, aggiungo, è infatti emozione ma anche rigore, è coinvolgersi una storia che ci ha emozionato, interessato e della quale vorremmo leggere la fine per poi ricominciare in un lungo e appassionante viaggio.

23 settembre 2017

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