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Leutermia
Premio di Calabria e Basilicata
La sera di sabato
30 agosto 2014, nella cornice
dell’antica Leutermia, suggestivo
borgo medievale arroccato a 206 metri sullo Jonio, ora chiamato
Villapiana (Cosenza), a Palazzo Gentile
in Corso Umberto I , si è tenuta la
Cerimonia di premiazione
della
Quarta Edizione
del Premio Letterario
Nazionale di Calabria e Basilicata indetto per la narrativa, la
poesia, la saggistica e il giornalismo dall’Istituto
Culturale della Calabria “Il Musagete”.
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Oreste Bellini
durante l'intervista a Lucia Gaddo Zanovello. |
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Molto apprezzati sono stati i significativi interventi
critici, di commento e di saluto del Presidente de “Il Musagete”
Oreste
Bellini, del Vice Sindaco di Villapiana
Luigi Francesco Cavaliere,
della Delegata alla Cultura Rosalina Motta, del Presidente della Giuria
per le opere inedite, Giuseppe Massaro e di
Bonifacio Vincenzi,
fondatore nel 1985 dell’Istituto Culturale Il Musagete, e già
Direttore de La colpa di scrivere e de Il
Fiacre n 9.
Grande interesse e partecipazione hanno suscitato le
peculiari interviste da parte del conduttore e moderatore della serata
Oreste
Bellini a ciascun Autore premiato o segnalato in questa edizione del Premio.
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Lucia Gaddo
Zanovello di fronte al Palazzo Gentile di Lautermia. |
La Giuria della Sezione
Libro edito di poesie, composta da
Oreste Bellini, Giovanna Vecchio,
Maria Perrone, Gianni Pierro, Presidente Bonifacio Vincenzi, ha decretato
1ª Classificata l’opera Disforia del nome (Biblioteca dei
Leoni) di Lucia Gaddo Zanovello con la seguente motivazione:
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da sx: Luigi
Cavaliere, Lucia Gaddo Zanovello
e Giovanna Vecchio.
Una parte del pubblico. |
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“Ancora una prova poetica alta, questa di Lucia Gaddo
Zanovello, stilisticamente ricca, dove si evidenzia, nello spessore del dettato
tematico, tutto il disorientamento contemporaneo. Il suo maggiore pregio è di
far poesia come chi respira: in vibrazione con il ritmo della vita e del mondo.
Non cerca mai facili effetti ma chiede alla parola molto più di quello che
normalmente dice. Chi legge la Gaddo Zanovello ha l’impressione di percepire
attraverso di lei il mondo e la vita per quello che profondamente sono. In un
percorso di impianto formalmente biografico, la grande verità che alla fine
viene fuori, riguarda essenzialmente anche la nostra vita.”
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