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Barcellona Pozzo di Gotto
Federico
Baccomo all’U.T.E
Venerdì 27 aprile 2018 alle ore 18, a conclusione del corso di
Letteratura e cinema dell’U.T.E di Barcellona P.G., in collaborazione con
Mondadori Point - Edicolè di Catalfamo con sede a Barcellona P.G. in via
Marconi, si è svolto l’Incontro con lo scrittore milanese e soggettista di film
Federico Baccomo, alla presenza di un pubblico composto da corsisti e da altri
partecipanti interessati all’evento.
Ha introdotto e presentato tale autore il
Rettore dell’U.T.E. di Barcellona P.G. prof. Gaetana Caliri. Subito
dopo, il Dirigente scolastico emerito Mirella Genovese, promotrice del progetto
e docente del Corso di Letteratura e cinema dell’U.T.E di Barcellona
P.G., ha conversato a lungo con l’autore interrogandolo sull’intero corpus
dei suoi romanzi e sulla trasposizione filmica di alcuni testi.
A tal proposito, Mirella
Genovese ha rilevato come i due film Studio illegale e La gente che
sta bene, trasposti dagli omonimi romanzi di
Federico Baccomo, di cui lo stesso è
stato anche soggettista, e proiettati, quest’anno, durante il corso di
Letteratura e cinema, si muovano entrambi all’interno dell’ambiente spietato
e stressante di grandi studi milanesi di avvocati.
L’autore ha chiarito che,
nel primo dei due testi, a tali ambienti coartanti, specchio dei disvalori
della società globale, i protagonisti si ribellano, allontanandosi dai
rispettivi studi per iniziare una nuova vita. I due libri attenzionati,
quindi, potrebbero essere considerati, in un certo qual modo, autobiografici
poiché Federico Baccomo ha attraversato la stessa esperienza dei protagonisti: ex
avvocato, ha lavorato per sette anni in uno studio milanese di avvocati, da cui
si è dimesso per intraprendere un’attività più libera confacente alle proprie
aspettative: quella di scrittore a tempo pieno.
Ancor oggi molto celebre il suo
blog, creato all’inizio della sua attività letteraria, firmato Duchesne.
Nel secondo romanzo la gente che sta bene lo scrittore, identificandosi
con il punto di vista del protagonista, un avvocato senza scrupoli, che si
vanta di appartenere all’élite della gente che sta bene, rappresenta,
invece, con estrema coerenza, l’evoluzione di tale malvagio personaggio verso
uno sviluppo più umano personale e familiare. Anche in questo caso il finale è
salvifico.
Federico
Baccomo, durante la conversazione, ha espresso il suo punto di
vista sul lieto fine, momento risolutore dei conflitti vissuti da ogni
protagonista fin dall’incipit di qualsiasi romanzo, citando
ininterrottamente una tramatura di testi ottocenteschi (Anna Karenina, Delitto
e castigo) e novecenteschi italiani e stranieri e recitandone a memoria, in modo
prodigioso, tutti gli incipit. Da un confronto con la maggior parte dei
romanzi del Duemila lo scrittore ha dedotto che il finale, in tali testi, non è
mai risolutore di problemi che continuano a persistere, invece, nel complesso
travaglio dei personaggi. Ha ricordato anche la trama di una fiaba ben nota -
Cappuccetto rosso – in cui le disavventure della protagonista si risolvono con
il ritorno in vita, dopo la morte per ingoiamento nella pancia del lupo cattivo.
Tale attitudine a spaziare da un genere letterario all’altro ha rivelato la
tendenza dell’autore a rintracciare un denominatore comune nella ricerca di un
senso della vita proteso al cambiamento dell’attuale società in una società
globalizzata più giusta, fraterna, umana.
Tale cambiamento, secondo Federico Baccomo, è possibile se si vive
l’altro ricercandone e assumendone il punto di vista per comprendere, in
modo fraterno, le fragilità, i complessi, i condizionamenti sociali anche di
uomini apparentemente malvagi ritenuti irrecuperabili. Attraverso la tecnica del
punto di vista, nel libro intitolato Woody, pubblicato nel 2015,
lo scrittore ha esplorato, infatti, le sensazioni, le emozioni, le scoperte
dell’animale domestico più fedele – il cane – scardinando la sintassi
tradizionale e adeguandola, con nuove invenzioni narratologiche, al punto di
vista dell’inconsueto protagonista di tale testo. Commentando Anna sta
mentendo, l’ultimo romanzo pubblicato nel 2017, che può essere definito romanzo
narratologico, Federico Baccomo, durante la conversazione, ha spaziato
dalla letteratura all’arte, dalle neuroscienze alle varie interpretazioni
bibliche relative alla menzogna ecc. ecc. per sostenere la sua tesi: il dualismo
conflittuale tra menzogna e verità esiste in ogni uomo e si fonda sull’esigenza
di reinventare il mondo attraverso una finzione. L’arte è, quindi, la somma
espressione della finzione, che s’identifica con la somma menzogna.
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Federico Baccomo e la prof.
Mirella Genovese. |
Alla fine della conversazione fra Mirella Genovese e l’autore, il
Rettore dell’U.T.E di Barcellona P.G. prof. Gaetana Caliri ha esortato il
pubblico a leggere frequentemente, poiché, come dice Baccomo, la lettura
allunga la vita.
Il giovane scrittore di successo Federico Baccomo Duchesne
è apparso al pubblico un autore empatico, disponibile allo sperimentalismo –
come in Woody – , all’innovazione di temi ormai diventati topos e
a quella originalità, che scardina i pilastri della conformistica
regolamentazione letteraria per offrirci romanzi in cui il punto di vista di
ogni persona, animale, cosa può diventare rivoluzionario oggetto di narrazione.
Eppure si può notare come, nell’ultimo testo Anna sta
mentendo, il ritmo cambi: il linguaggio è fluente, agile, elegante e
facilmente comprensibile, mai tradizionale. Quale altro cambiamento ci riserverà
ancora Federico Baccomo nel suo prossimo libro?
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