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Giuseppina Luongo Bartolini alle Giubbe Rosse

Pubblico prezioso, sintonicamente adeguato ed alleato alla maiuscola Poesia della beneventana Giuseppina Luongo Bartolini, ospite nel pomeriggio del 30 novembre 2006 al Caffè Storico-Letterario “Le Giubbe Rosse” nell’ambito delle iniziative culturali del Comune di Firenze (promosse da F. Manescalchi per "Pianeta Poesia") con le sue recenti opere poetiche La polvere dei calzari e Terra di passo, rispettivamente affidate alla presentazione critica di Anna Maria Guidi e Giuseppe Panella.

Verticale e vertiginoso il curriculum della lunga, tenace militanza e intraprendenza multiculturale della Luongo Bartolini – nel 1983 Premio per la Cultura del Consiglio dei Ministri – ma le cui eccezionali doti di poeta/persona/donna promotrice e testimone di praticati valori morali e civili, sono state prestigiosamente riconosciute a livello internazionale. Nel suo rigoroso, generoso, costante fervore creativo la Luongo Bartolini ha infatti sempre saputo e voluto realizzare per condividere, fin dai lontani esordi negli anni ’70, molteplici progetti sempre reciprocamente interattivi per diffondere la pluralità delle conoscenze, dall’ambito letterario (sua l’ideazione e la cura della manifestazione “Beneventopoesia”) a quello scolastico (per la diffusione della poesia fra la popolazione studentesca), giornalistico (fondatrice e collaboratrice di molte testate letterarie) e politico (3 legislature al Comune di Benevento), sempre affiancata da una ’consanguinea’, intensissima produzione di poesia, narrativa, saggistica, prosa e teatro: intensissimo curriculum che Anna Maria Guidi, per i consueti limiti temporali, ha ‘dovuto’compendiare in un breve sunto, prima della lettura di alcuni testi tratti da La polvere dei calzari, di cui subito dopo ha svolto un’adeguata presentazione critica.

Al termine, Giuseppe Panella ha letto alcune poesie tratte da Terra di passo, prima di dedicarsi, con la sua ben nota, dotta, raffinata sensibilità, all’esegesi della silloge. Attraverso le loro esposizioni, mirate ad individuare ciascuna i salienti ‘distinguo’ delle due opere, i relatori ne hanno però sostanzialmente evidenziato la univoca, lirica, trasfigurata, trasfigurante sublimità: sublimità più martellante, insinuante ed intrigante nella ‘polvere dei calzari’, più discorsiva, diffusiva, protesa, nella ‘terra di passo’, ambedue altissima espressione – come ha detto Panella – di una poesia ‘lingua franca dell’umanità’, che si lascia attraversare e levigare nella armoniosa misura dei metri classici, evitandone però la cantabilità nella sapiente antimelodia di blocchi espressivi incisi e incisivi, scolpiti e scavati nella levigata pietra del ricordo/asilo/sogno esiliato nel mercificato, “ingolato orrore” quotidiano, che nell’ammutolito martirio del “carnaio squartato dalle bombe” conferma e conforma al lutto il ‘sabato del villaggio’ del mondo, che nella poietica poesia della Luongo Bartolini attraversa – come ha detto Guidi – i danteschi, inteschiati gironi del suo onnivoro casellario per rovesciarne la feroce, orfana vuotezza, iniziaticamente risalita, ri-con-vertita e ri-solta nel ritorno all’in-definitivo Dove e Quando, ri-conosciuto nella fossile, trascorrente sostanza d’Amore, da cui sono banditi “pensieri ed argomenti”.

 

da sx: Giuseppe Panella, Giuseppina Luongo Bartolini e Anna Maria Guidi.

Testimonianze di commosso consenso sono state intensamente espresse alla poetessa da Mariella Bettarini, Liliana Ugolini, Maria Pia Moschini, nell’amicalità di un lungo, fattivo e interagito sodalizio culturale, cui hanno fatto seguito gli interventi di vivissimo apprezzamento di Innocenza Scerrotta Samà, Maria Teresa De Chiara Simoncini, Simonetta Lazzerini Di Florio, nella animata condivisione di tutti i presenti. La serata si è chiusa in un clima di festante compartecipazione, compostamente informale, con il saluto della Luongo Bartolini che si è rivolta al pubblico con poche, verticali parole, vibranti di felice, emozionata gratitudine.

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