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L’edizione “Falò e colori 2009” ha aperto i battenti con l’inaugurazione, il 13 marzo, della mostra personale antologica di pittura di Nicola Andreace, I mestieri/ Dalla poetica alla denuncia, allestita presso la ex casa comunale di Monteiasi.
La serata è entrata nel vivo con la recensione artistica delle opere di Nicola Andreace, curata da Angelo Lippo, autore, poeta, editore di Portofranco, animatore culturale fra i più insigni di Terra Jonica. Angelo Lippo è partito dall’analisi dell’arte contemporanea e delle sue prospettive ove si assiste ad un ribaltamento dei canoni estetici. Nelle opere di Andreace c’è una riscoperta dell’identità del Mezzogiorno. Non un abbandonarsi alla nostalgia, ma lo studio rigoroso dell’industrializzazione e le sue ripercussioni sull’uomo e le sue attitudini manuali. Nulla è lasciato al caso; dietro ogni soggetto raffigurato intento a svolgere il proprio lavoro quotidiano c’è una preparazione accurata dell’autore, una ricerca ormai cinquantennale fatta di appunti, emozioni, analisi delle trasformazioni della propria terra. Il risultato finale è una emozionante riscoperta delle attività manuali, ormai dissipate dalla velocità del tempo presente. A seguire è intervenuto Benemerito Baldari, vice-sindaco; ha ripercorso con la mente la lunga vita del Gruppo Anonimo ’74 e della sua estemporanea di pittura che si è evoluta ed arricchita negli anni. L’amministratore ha analizzato politicamente l’attuale crisi che attanaglia la società senza celare il suo pessimismo nei confronti di una risoluzione rapida dei problemi. Unica nota positiva la solidarietà sempre più dilagante nella società; un terreno su cui avventurarsi per scoprire nuove opportunità di impegno civile, culturale ed economico. Tutt’altro che pessimista Lucilla Crivaglia, del CRSEC di Grottaglie (Centro Regionale per i Servizi Educativi e culturali) che ha lodato le opere di Nicola Andreace in quanto impregnati di ricordi familiari che la mente evoca attraverso i colori esplosivi della terra. Ella abbina al colore dell’arte il calore della famiglia: “i doni li abbiamo in natura, ma spesso la società odierna tende a scordarlo, accantonando queste inesauribili risorse. Questa crisi è, perciò, un’occasione di riscoperta e riproposizione della natura invidiabile ed invidiata”. Della stessa opinione anche il parroco, don Emiliano Galeone, che nel porgere ai presenti il suo saluto ha ricordato con commozione i suoi anni da partecipante alla estemporanea di pittura richiamando alla mente tutti i momenti che precedevano l’evento: l’iscrizione alla estemporanea, il foglio vidimato della commissione, il sapore della sana competizione nella realizzazione del disegno, la gratificazione del premio per essersi impegnati. Oggi, si è perso il gusto della creatività, internet fornisce ogni cosa in maniera facile e veloce, non c’è più il sapore della conquista. Per Don Emiliano, occorre riacquistare la semplicità dei bambini per ricominciare a stupirsi delle cose più naturali. E per fare ciò occorre, paradossalmente, trasgredire, cioè andare oltre le cose quotidiane, oltre l’ovvio. La serata si è chiusa con l’intervento di Nicola Andreace, autore della personale, il quale si è detto semplicemente entusiasta della qualità dell’incontro, racchiudendo il suo pensiero e il significato delle sue opere in una frase semplice e bellissima di un autore del passato: “ L’arte sconfiggerà i fantasmi del passato, lo squallore del presente e il silenzio del futuro”. Alla serata erano presenti diversi esponenti del mondo della cultura, fra cui gli artisti Vincenzo De Filippis, Franco Clary e consorte, Maria Teresa di Nardo e consorte, la poetessa Anna Marinelli e consorte, Giuseppe Orlando e consorte, e rappresentanti della società culturale locale. |
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