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Riflessione sulla coscienza storica

Giovedì 18 marzo 2010 a Firenze presso il Caffè storico-letterario Le Giubbe Rosse in Piazza della Repubblica, nell’ambito degli "Incontri letterari alle Giubbe Rosse" a cura di Massimo Mori in collaborazione con il Sindacato Nazionale Scrittori, è stato presentato il romanzo La grazia sufficiente (Campanotto, 2010) di Giancarlo Micheli, con i relatori: Stefano Busellato e Giuseppe Panella. Letture di brani dal romanzo: Anna Estdahl e intermezzi musicali: Alessandro Gigli.

da sx: Giuseppe Panella, Giancarlo Micheli, Massimo Mori e Anna Estdahl.

"Con il romanzo La Grazia sufficiente Giancarlo Micheli giunge alla sua terza opera letteraria, dopo Elegia provinciale e Indie occidentali, quest’ultima insignita del Premio Internazionale di Poesia e Letteratura “Nuove Lettere” dall’Istituto Italiano di Cultura di Napoli, alla XXII edizione, nello stesso anno di pubblicazione. Dopo la presentazione di Viareggio, il libro approda a Firenze e viene presentato nei locali del Caffè storico letterario alle Giubbe Rosse, nell’ambito della rassegna di Incontri letterari curata da Massimo Mori. All’incontro pomeridiano sono intervenuti come relatori i critici letterari Stefano Busellato e Giuseppe Panella, di cui mi piace riportare alcuni passi dei loro rispettivi interventi.

Il romanzo si preannuncia come una sorta di riflessione sulla coscienza storica vivente di due personaggi; l’uno, il capitano Baruch, avvicinandosi all’Oriente tenta di salvarsi da quel progresso occidentale che distoglie dagli aspetti più naturali dell’esistenza umana e l’altro, un soldato dell’esercito imperiale, Taisho, accogliendo alcuni elementi dell’Occidente riesce ad allontanarsi dal forte conservatorismo della cultura giapponese d’origine guardando oltre. Nella trama si riflette una continua commistione tra i due lati del mondo, occidente ed oriente. Mentre Giuseppe Panella si è soffermato sul significato del titolo dato al romanzo La Grazia sufficiente, prendendo le mosse da spunti di carattere teologico per poi spiegare lo sviluppo delle vicende in esso riportate come un insieme di eventi intercorsi da “fratture narrative”, secondo Stefano Busellato, il libro è estremamente ricco di punti di unione, linee che si passano il testimone. Vi è la ricchezza tipicamente occidentale, dove ogni pagina è fitta di temi affrontati e trattati dall’Autore. Ma vi è anche la ricchezza tipicamente orientale, meno evidente, più interiore, che non si identifica nell’accumulo, quanto nella dissipazione. Lo stile è ricercato, minuzioso come nelle precedenti opere di Micheli. Nel racconto si ritrovano anche vocaboli “desueti” per i nostri tempi, perché fuori uso, ma a danno della nostra lingua italiana, che tende ad impoverirsi. Di qui la qualità della scrittura di Micheli che ci aiuta ad arricchire anche il nostro vocabolario. Lo scrittore riesce a stendere sulla pagina quello spessore linguistico che non si ritrova nella letteratura contemporanea. Dalla critica attuale Micheli è stato incasellato in un genere narrativo dallo stile troppo elevato e difficile, ricercato, e quindi dal non facile approccio. Ma teniamo presente che dietro la sua ricercatezza, nel senso di somma di minuzie, sta un laborioso studio anche storiografico, e non solo linguistico, che è di grande efficacia, aumentando la capacità oggettiva e interpretativa del lettore. I suoi aggettivi non sono mai banalizzanti, ma precisi. Ogni pagina si configura come un piccolo capolavoro a cui prestare attenzione e da cui si potrebbe sviluppare un’altra storia. Tutto il materiale impiegato nella stesura del libro, puntualizza Busellato, poteva servire a due trame, a due personaggi protagonisti. Ma come si potrà verificare attraverso la lettura del capitolo X, i due personaggi della “Grazia sufficiente” si incontrano solo una volta e nel sogno. Questo ricongiungimento onirico è ulteriormente interessante alla luce di quell’incontro tra occidente e oriente che caratterizza il romanzo. Sappiamo infatti come la realtà parallela, il realismo onirico, preciso al suo interno e sfumato esteriormente, tipico della mentalità orientale, fu recuperato nella filosofia di Freud. Altri personaggi minori caratterizzati dal realismo onirico, con cui muove i fatti il Micheli, come appaiono, scompaiono. E il linguaggio onirico che non definisce mai ciò che si addita è l’altro aspetto contestato dalla critica attuale allo scrittore. Come il linguaggio orientale sfumato, che va per accenni e non ha mai un significato univoco, un significato lineare, così la realtà storica non si esaurisce in un’unica soluzione. Per Busellato, nel romanzo di Micheli, la ricchezza stilistica, narrativa e di visione del mondo sono attributi caratterizzanti.

Stefano Busellato e Giuseppe Panella.

L’Autore attraverso La Grazia sufficiente intende comunicare come la crescita del pensiero umano possa misurarsi con l’esperienza della diversità. Il libro nasce dall’idea di “vedere l’altro” nella diversità, nella gioia di potersi misurare con la memoria, con chi ha scritto prima di noi, con la letteratura. La sua scrittura è anche un tentativo di portare in alto il “vessillo del mondo interiore” in una società votata al materialismo e al consumismo sfrenato, il vessillo di quel mondo interiore dove lui stesso dice di voler abitare. E come osserva infine Massimo Mori, il curatore dell’iniziativa, il mondo interiore è quello più vicino alla natura dell’uomo e tanto più l’uomo si allontana da questo, tanto più viene meno la sua grazia sufficiente, decaduta biblicamente con il peccato originale.

Mi sta a cuore la grazia dello scrittore Giancarlo Micheli, la sua delicatezza nel portare ricchezza alle parole, ai sentimenti, a quel mondo interiore che non possiamo non coltivare amorevolmente per vivere in libertà di pensiero, di discernimento e di azione la nostra quotidianità, al di fuori di tutti quei programmi prevedibili e imposti, che ci condizionano malamente. Le letture di alcuni brani del romanzo dalla voce di Anna Estdahl e le improvvisazioni musicali straordinarie di Alessandro Gigli, che hanno articolato brillantemente l’incontro alle Giubbe Rosse, hanno come spalancato una finestra sul mondo interiore decantato da Micheli dove tutti siamo invitati ad entrare."

Tiziana Fratini scripsit
il 20.3.2010


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