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Un giullare poeta e fotografo
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Al Circolo degli Artisti “Casa di Dante” si è svolto lo scorso 2 marzo 2016 l’incontro promosso da Roberto Mosi: “La fotografia alla scoperta della città. Incontro con “Giullari” e “Tarocchi”. L’iniziativa si è svolta nel corso della Mostra Fotografica “Firenze, foto grafie”, inaugurata il 20 febbraio e della quale recentemente “Literary” ha riportato il resoconto dell’inaugurazione. In quest’occasione era stato illustrato il proposito dell’autore di fissare con la macchina fotografica i vari volti della sua città, secondo un criterio circolare dalle colline alla periferia, al corso dell’Arno, al centro e alle vie della moda, ai vicoli raccolti in una rete di labirinti.
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Da sx.: Roberto
Mosi e Enrico Guerrini. Roberto Mosi e Silvia Ranzi. |
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L’incontro del due marzo ha visto l’impegno di animare, davanti ad un numeroso e divertito pubblico, questi diversi spazi di Firenze, con la proiezione delle immagini fotografiche e la recita delle poesie di Mosi presenti nel catalogo (e-Book www.laRecherche.it, “Firenze, foto grafie”). Fra queste, sul centro medievale di Firenze:
Dietro le strade delle
vetrine
i retrobottega del
Centro,
labirinti, cortili
stretti
in continui abbracci,
pietre gocciolanti,
strisce di muschio,
odori
di muffa e di orina,
porte misteriose,
finestre sbarrate,
la vertiginosa ascesa
di tubi,
docce e canne fumarie
aggrovigliate su spazi
di rapina:
l’impronta del Medio
Evo.
In alto la luce,
disteso sulle pietre,
il Giullare
impugna la camera
Lumix.
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Cantiere collage. |
Firenze riflessa. |
La critica Silvia Ranzi ha illustrato i caratteri della serata, nell’ambito della ricerca espressiva dell’autore. “L’incontro ha il carattere dell’happening, Roberto Mosi si cala nei panni del giullare o cantastorie postmoderno, depositario e paladino di cultura popolare, narratore e menestrello”.
Il pittore Enrico Guerrini si è preso il compito di inserire con i suoi disegni, nei luoghi evocati dagli scatti fotografici, figure colorate e sorprendenti di tarocchi e giullari che “giocano” negli spazi messi in mostra dalle fotografie.
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Poesia di Roberto Mosi. |
Roberto Mosi. e Enrico Guerrini al lavoro. |
I diversi passaggi della serata, alla scoperta dei molteplici volti, sia quelli tradizionali sia quelli insoliti della città – dai “nonluoghi”, alle periferie, alle aree degli attuali cantieri per la tranvia, al centro sfavillante dei monumenti e delle vetrine della moda – sono stati scanditi dal “canto in ottava rima” di Renato Simoni, (“Florentia”) cultore di questa particolare arte. Ecco una parte del suo canto:
“Il centro storico è una vetrina,
ma appena fuori, in periferia,
degrada la città a una latrina,
è un caos con i lavori alla tramvia.
Non-luoghi, inquinamento e diossina,
solo il Mosi sa trarne la poesia:.
dietro sbarre, transenne e reti rotte
è un’avventura anche per don Chisciotte”.
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Enrico Guerrini. |
Silvia Ranzi, Enrico Guerrini e Roberto Mosi. |
Una serata dunque, insolita, “straordinaria” ha rallegrato le antiche mura della storica e illustre dimora, e il pubblico presente. Firenze è stata al centro dell’interesse del poeta – fotografo, un giullare che anche questa volta ha celebrato la sua città e la sua “vocazione di luogo fertile d’idee”, come lui stesso afferma nella prefazione alla silloge “Florentia”:“ Rifuggo da un atteggiamento di semplice godimento estetico del patrimonio che abbiamo avuto in eredità . Mi piace pensare all’idea della bellezza come luogo d’incontro, come laboratorio nel quale gli infiniti punti di vista delle culture di popoli, delle forme d’arte dialoghino fra loro”.
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Il pubblico presente in sala. |
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