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Per i 40 anni del Coro dei Minatori di S. Fiora
Omaggio a Ernesto Balducci
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Rocca del Palazzo Comunale. |
Festival - insegna luminosa. |
E’ stata una vera e propria festa quella del 13 agosto 2018 a Santa Fiora
(Grosseto), Auditorium
della Peschera, che ha coinvolto gli amici di sempre del borgo e del Coro, che
ne è divenuto simbolo in Italia sin dalla sua fondazione nel 1978 ad opera di
Ernesto Balducci, figura indimenticabile per tutta la cultura italiana per il
suo impegno sociale, didattico e divulgativo.
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Coro dei Minatori. |
Presenti Simone Cristicchi che ha riportato il Coro alla ribalta nazionale
grazie a Sanremo e alla seguente tournée, Rocco Papaleo attore amico del coro
da sempre, Peppe Voltarelli, cantautore pluripremiato e molto attento alla
commistione con il mondo folk, il tutto sapientemente orchestrato dal cantautore
e produttore Antonio Pascuzzo, grande amico e collaboratore del borgo che nel
2010 fu deus ex machina della rinascita del coro propiziando l’incontro tra i
Minatori e Cristicchi.
E’ stata dunque una serata evento tra canto, duetti, reading, monologhi, in cui
ogni ospite ha portato la propria unicità, in dialogo paritario con gli altri
artisti seguendo lo schema naturale ed istintivo che sta alla base della
filosofia di lavoro del Coro dei Minatori, prima di tutto amici di lunghe serate
nell’osteria paesana, di conseguenza ensemble canoro di tradizione popolare.
Il coro è nato alla fine degli anni settanta – riprendiamo questi elementi
dal Programma di sala dello spettacolo del 13 agosto – da
un’intuizione di Ernesto Balducci (1922-1992),che invitò i suoi compagni
minatori in una trasmissione radiofonica (Radio1,1977): “sono amici
d’infanzia… questi miei amici minatori conservano un’autenticità umana, una
fierezza che li tiene distanti dalle ambizioni e dai conformismi della società
di oggi”. Il gruppo da allora ha continuato a mantenere viva la tradizione dei
canti di miniera del Monte Amiata, tornando a cantare, soprattutto il sabato e
la domenica sera nelle osterie del paese, ed esibendosi anche nel corso degli
anni in numerose rassegne, feste di paese e di partito, in ambito provinciale e
regionale.
Dopo alterne vicende e cambi generazionali è ritornato in auge nei primi anni
duemila grazie a Consulta cultura, associazione culturale per Santa Fiora, ed
attualmente risulta composto da quattordici elementi, tra voci, chitarre,
fisarmonica e percussioni; una vera squadra di amici dai venti agli ottanta
anni, di tutte le categorie sociali del paese, tutti animati da un forte legame
con il proprio territorio e dall’impegno per la ricerca, la riscoperta e la
riproposta del vasto e originale repertorio di canzoni popolari locali,
attraverso un modo di cantare lontano dalle strutture prestabilite, ma anche
perla voglia di ritrovarsi, di stare insieme, di divertire e divertirsi, magari
facendo“un po’di merenda” nella serata di prove settimanali e soprattutto per
sentirsi vivi e partecipi di una collettività, per mantenere viva la memoria
della “civiltà del villaggio”, dell’ “epopea mineraria”.
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Intervento di un vecchio
minatore. |
Simone
Cristicchi e il Coro. |
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Simone Cristicchi, il Coro e l'orchestra.
Finale dello spettacolo. |
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Nel 2008 l’incontro che “cambia la vita” al coro, quello con
Simone Cristicchi, il vulcanico artista romano. convinto sostenitore del gruppo di
musica e canto popolare santafiorese, con il quale sta portando avanti da oltre
tre anni il progetto culturale musicale di teatro-canzone, “Canti di miniera,
d’amore, divino e anarchia”, ideato dallo stesso cantautore ed interpretato
assieme al Coro dei Minatori. Uno spettacolo di grande suggestione, che dà uno
scossone all’anima e ai pensieri, attraverso recitativi intensi e drammatici,
intervallati da canzoni brillanti e sagaci, tipiche del repertorio popolare,
ricche di commozione e di divertimento e che è stato rappresentato in più di
sessanta piazze e nei palcoscenici più prestigiosi d’Italia.
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Il volo dei palloncini. |
La peschiera di Santa Fiora. |
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Il cantautore
Peppe Voltarelli. |
L'attore Rocco
Pantaleo. |
La sera di lunedì 13 agosto l”Auditorium della Peschiera era stracolmo di
pubblico, giunto anche di lontano, entusiasta per lo spettacolo pieno emozioni,
affascinato dalla musica, dalle luci, dalla eufonia di questo luogo incantato:
ha seguito spesso i canti in piedi, battendo le mani in maniera ritmata,
unendosi alle voci del coro e dei cantanti. Il cielo, pieno di nubi nere,
minacciose, con lampi e tuoni, si è guardato bene dallo scatenare il temporale
durante lo spettacolo. Solo più tardi, dopo che si è spento l’eco degli ultimi
canti, Bella Ciao e Ti regalerò una rosa, il cielo
ha fatto la sua parte per intero con un acquazzone memorabile.
“Ti
regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni
cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da
consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia
sposa
Una rosa bianca che ti serva per
dimenticare
Ogni piccolo dolore
Mi chiamo Antonio e sto sul tetto
Cara Margherita son vent'anni che
ti aspetto
I matti siamo noi quando nessuno
ci capisce
Quando pure il tuo migliore amico
ti tradisce
Ti lascio questa lettera, adesso
devo andare
Perdona la calligrafia da prima
elementare
E ti stupisci che io provi ancora
un'emozione?
Sorprenditi di nuovo perché
Antonio sa volare”
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La Peschiera di notte. |
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