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Resoconto Mostra Sorella Acqua,
Circolo Casa di Dante di Firenze
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L'Ingresso della Mostra. |
Marcel Proust in barca sulle acque dell’Arno
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Il pozzo nella piazza davanti al Circolo. |
Roberto Mosi e lo
Stendardo della Mostra. |
Si è inaugurata l’8 febbraio 2020 al Circolo degli Artisti “Casa di Dante” la
Mostra degli artisti soci “Sorella Acqua”, che rimarrà aperta fino al 20
febbraio. Ha partecipato alla Mostra Roberto Mosi con la presentazione di
una serie di foto dedicate al viaggio che il protagonista della Recherche
progetta di compiere a Firenze, al sogno, poi svanito, dell’incontro con la
città e il Ponte Vecchio, del quale Marcel Proust parla nel libro della
Recherche Dalla parte di Swann (parte III, Nomi di paesi): “…
pensavo che già il Ponte Vecchio era cosparso a profusione di giacinti e
anemoni”.
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L'inaugurazione della Mostra. Al centro
il Presidente Franco Margari. |
Il Circolo ha curato uno splendido catalogo che illustra l’impegno dei nove
artisti che partecipano all’iniziativa: Anna Cecchetti,
Angela Crucitti,
Sara Di Mauro, Giusi Gramigni,
Paolo Lantieri, Roberto Mosi,
Elleny
Pendefunda, Fabio Perini,
Giovanna Ugolini.
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Silvia Ranzi
vicino al Presidente del Circolo. |
Roberto Mosi nel
corso del suo intervento. |
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Gli artisti davanti allo stendardo.
Il pubblico durante la visita ala mostra. |
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Il presidente Franco Margari ha portato il saluto del Circolo ricordando che
l’iniziativa – che vede la partecipazione di artisti di alto profilo – è la
seconda del ciclo Terra – Acqua – Aria – Fuoco e che in questo momento
storico, nel quale l’aspetto ecologico del nostro vivere quotidiano si è
fatto fondamentale, l’acqua è l’elemento della vita, è la nostra origine e
la nostra essenza. Silvia Ranzi, critico d’arte, si è soffermata sulle
coordinate culturali della mostra, “incentrata – ha detto – sull’elemento
universale dell’acqua, il composto liquido più abbondante nel pianeta.
Interpretato dalle cosmogonie occidentali e orientali, valorizzate dalle
tradizioni ermetico-sapienziali dell’antichità, ad esso si assegnano le
qualità dell’emozione, dell’intuizione, dell’adattabilità. Rappresenta un
denominatore multiculturale fra sacro e profano, quale flusso vitale
presente in molti miti della creazione del mondo: sorgente di ogni forma di
vita e al contempo, nella sua tensione dualistica, anche causa di
dissoluzione.”
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Roberto Mosi
davanti ad alcune sue opere. |
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Roberto Mosi, come fotografo e poeta, propone sette fotografie riprese dal
fiume con lo sguardo rivolto al paesaggio della città che trascolora, da un
barchino degli antichi renaioli, nelle ultime luci del tramonto e le prime
ore della notte, immaginando la gita sull’Arno di Marcel Proust: un viaggio
magico compiuto con gli amici più cari, nella magia della sera. Un quadro,
poi, presente alla mostra del Circolo, riporta una composizione dell’autore
volta ad avvicinare il visitatore a questa atmosfera di magia:
Sulle acque dell’Arno con Marcel Proust |
La barca scivola al centro
del fiume foderato di notte,
la pertica affonda nell’acqua
spinta nel fondo dal barcaiolo.
Le braccia del Ponte Vecchio
si aprono illuminate di finestre,
la voce della guida s’infrange
nella volta di pietre dell’arcata.
Si compie l’incontro sognato
con la città di Giotto, per dono
il viaggio nella notte, gli amici
che amano il respiro dell’Arte.
La barca taglia lo sfavillio
dei colori accesi dai fanali,
sfiora il cartiglio di marmo,
la testa di caprone, Santa Trinita. |
Giacinti e anemoni sulle sponde,
si riflettono i palazzi nell’acqua,
s’immergono con gli occhi
rossi sgranati verso di noi.
Silenzio, la città è lontana,
nel sonno, regala la visione
delle forme più nascoste,
come un’amante addormentata.
Davanti all’arco sul Piazzale
degli Uffizi, la barca dirige
verso la riva, Palazzo Vecchio,
altissimo, ci viene incontro
la torre, corolla fiorita di luci.
Il barcaiolo solleva la pertica.
Guardiamo con sguardi nuovi
il fiume foderato di notte. |
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Poesia “Sul fiume di notte con Marcel
Proust” di Roberto Mosi. |
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Barchino del renaiolo. |
Antologia "Poesie 2009-2016". |
L’autore conferma anche in questo caso, dunque, la sua ammirazione per l’autore
della Recherche, per il suo racconto, per la costruzione del meraviglioso
edificio della memoria, individuale e collettiva. Dal mondo narrativo di Michel
Proust più volte ha preso ispirazione per la sua ricerca poetica, secondo un
percorso che dura da anni, le cui tappe sono riportate nell’antologia “Poesie
2009-2016”, Giuliano Ladolfi Editore (terza parte; video trailer: indirizzo:
https://www.youtube.com/watch?v=FuSecM_Ox8E
).
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