Si è
conclusa con successo la Mostra “Prometeo. Fuoco e Illuminazione” realizzata
dall’Officina del Mito e inaugurata il 3 ottobre scorso a Firenze, presso il
Circolo degli Artisti “Casa di Dante”.
Il pubblico nella piazzetta
all'inaugurazione.
Literary del 6 ottobre 2020 ha parlato della festa d’inaugurazione che ha visto una
larga partecipazione nella piazzetta prospiciente il Circolo degli Artisti.
Nell’incontro di chiusura della Mostra – 15 ottobre 2020 – è stato fatto il bilancio
dei risultati raggiunti. Più giornali e riviste hanno parlato della
manifestazione, ponendo in risalto le problematiche che gli autori, con le loro
opere, hanno affrontato. Il quotidiano La Nazione (1 ottobre) Firenze (1 ottobre
2020) scrive che “Prometeo è un titano amico dell'umanità e del progresso poiché
ruba il fuoco agli Dei per darlo agli uomini. Per questo subirà la punizione di
Zeus, che lo incatena a una rupe ai confini del mondo per poi farlo sprofondare
nel Tartaro. E proprio all’eroe benefattore dell’umanità è dedicata la nuova
mostra d’arte contemporanea che si terrà presso le sale espositive della Società
delle Belle Arti di Firenze. Che ha per titolo appunto “Prometeo. Fuoco e
illuminazione”.
Manifesto del Concerto di
Umberto Zanarelli dedicato a
Prometeo.
“Gli
artisti di “Officina del mito”, Rosa Cianciulli,
Guido Del Fungo, Enrico Guerrini,
Roberto Mosi, Margherita Oggiana,
Andrea Ortuño, Angiolo Pergolini,
Andrea Simoncini, Umberto Zanarelli,
Paraskevi Zerva, attraverso le loro opere
indagheranno uno dei più affascinanti miti sull’origine del fuoco; là dove i
temi del furto e le sue nefaste conseguenze per gli uomini e per lo stesso
titano, diventano paradigma della sostanziale problematica della padronanza da
parte dell’essere umano di una forza enigmatica nel suo prodursi e nel suo
manifestarsi, come quella del “fuoco della conoscenza”.
Roberto Mosi
presso le opere presentate Roberto Mosi Speranza nella scienza.
La
Mostra lascia, in particolare, una ricca documentazione cartacea e, soprattutto,
online, dei suoi contenuti e delle diverse visioni sui temi in questione, degli
autori, protagonisti dell’iniziativa. È un po’ come se la stessa Mostra
rimanesse aperta permettendo un fruttuoso scambio di conoscenze e di confronto.
Angiolo Pergolini ha assunto il compito di realizzare un video con il quale
compie, con professionalità, i momenti inaugurali della Mostra, dal saluto
iniziale del presidente Franco Margari, al discorso di analisi critica di
Virginia Bazzechi G. C., alla Danza del dono del fuoco di
Paraskevi Zerva, al
Concerto-Conferenza del pianista Umberto Zanarelli (indirizzo:
https://www.youtube.com/watch?v=nvgNMw9R584&list=PLKs0dokJPvpjRmTI67DjY7a_uDzyC9NEF&index=87&t=428s
).
Mostra Officina del Mito "Prometeo. Fuoco e Illuminazione" - Circolo
degli Artisti "Casa di Dante"
(YouTube.com)
È
infine da sottolineare che il patrimonio di strumenti di cui si è dotata la
Mostra, è stato arricchito da una raccolta di interviste effettuate dal
presidente Franco Margari ad ogni autore, con le riprese di
Angiolo Pergolini.
“Fu
mia – e a loro bene – l’idea del calcolo”, Eschilo.
In esposizione testo Prometeo
incatenato, Eschilo, Edizione di Oxford
A cura di Roberto Mosi.
Il "Prometeo" di Roberto Mosi al Circolo degli Artisti "Casa Dante",
ott. 2020. (YouTube.com)
“Quando l’Officina del Mito ha
proposto di realizzare su Prometeo la quarta edizione della mostra, ho subito
pensato al motivo del sacrificio per il bene dell’umanità, al dono della civiltà
e della scienza che risolleva gli uomini dalla barbarie e quindi è balzata alla
mente la figura del “Prometeo incatenato” di Eschilo. Al centro di questo
percorso di ricerca vi è il suono degli antichi versi: “Prima di me guardavano
ed era cieco guardare, udivano suoni e non era sentire … Era tutto un darsi da
fare senza lume di mente…”; vi è l’essenza del dono concesso all’umanità: “Fu
mia – e a loro bene – l’idea del calcolo, primizia d’ingegno e fu mio il sistema
dei segni tracciati, Memoria del mondo, fertile madre delle Muse”. E come non
avvicinare le sofferenze di Prometeo incatenato alla rupe nella fredda regione
della Scizia, a quelle di Cristo che soffre come un reietto sul palo ignominioso
della croce, perché gli uomini siano salvati?
Sala della mostra.
La poesia e l’immagine
fotografica sono per me il mezzo per interpretare e raffigurare il dono del
“calcolo” o della scienza nel tempo del mito e della civiltà contemporanea, nel
momento in cui la scienza diviene “speranza” e nel momento, attuale, in cui
precipita nell’angoscia e segna il rischio dell’intera umanità di perdersi, di
vanificare l’amore manifestato alle origini da Prometeo.”
Il logos si è fatto macchina,
lo spirito soffia sul non vivente.
L’arte disegna le figure dell’angoscia.
Opera di Paraskevi
Zerva.
Un passaggio della danza del dono del fuoco.
Si
conclude così, con questa ricchezza di risultati, la IV Edizione dell’Officina
del Mito, un’esperienza che mostra il suo valore non solo con le opere dei
singoli artisti ma anche, e soprattutto, per il comune impegno a dare vita ad un
progetto dedicato ad archetipi della vita dell’uomo, di ieri e di oggi.
Al
prossimo appuntamento per sfogliare insieme, ancora una pagina dall’infinito, e
meraviglioso, libro del Mito!
articolo
23/10/2020 Successo della Mostra sul dono del fuoco