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I luoghi di Dante a Firenze
Sulla pagina Facebook
delle Edizioni Il Foglio di Piombino, Roberto Mosi mercoledì 27 gennaio
2021 ha
presentato online uno dei possibili percorsi di visita ai luoghi di Dante
nella città di Firenze. Lo strumento è stato ancora una volta quello oggi a
portata di mano, della videoconferenza, a distanza, ma è stato possibile, almeno
è sembrato un largo pubblico che, nei commenti avanzati, si è mostrato molto
interessato: cinquanta commenti, dieci condivisioni, nella prima fase della
presentazione all'indirizzo:
https://www.facebook.com/rmosi/videos/10225527749440774
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Video della conferenza on line sui
luoghi di Dante. (facebook.com) |
Il modo consigliato
per incontrare questi luoghi, è stato quello del camminare, del passeggiare, nel
cuore di Firenze, con la Divina commedia sotto il braccio, per le strade,
i vicoli, i sottopassaggi, dal lastricato antico che settecento anni orsono
videro la nascita di Dante, l’affermarsi come uomo e poeta, il suo esilio
all’età di trentasei anni.
In alcune parti del
centro di Firenze, specie in quello che fu il “Sestiere” di Dante, nella zona
fra via del Corso e via Dante Alighieri, il paesaggio urbano è ancora ricco di
case torri, con pietre tagliate alla grossa, buche per le assi pontaie, strette
aperture, le cime delle torri, degli alti edifici che quasi si toccano fra loro,
lasciando passare rari raggi del sole: si respira ancora l’aria di un’altra
epoca, quella del medioevo, un qualcosa di minaccioso che rinvia alle vicende di
quel lontano periodo di violenza, di scontri fra famiglie e fazioni, fra Guelfi
e Ghibellini, Bianchi e Neri, le fazioni dei Donati e dei Cerchi. Sappiamo,
d’altra parte, che fu anche un periodo di grande ricchezza, con l’affermarsi del
fiorino, il grande rinnovamento edilizio, all’interno e all’esterno della
città, con la costruzione di grandi edifici pubblici e religiosi, che hanno dato
nei secoli la fisionomia definitiva al paesaggio urbano, modificandolo
completamente. In quell’epoca, Firenze era tutto un cantiere!
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La Badia, il Bargello e la cupola del
Brunelleschi. |
La statua di Dante in piazza Santa Croce. |
Il camminare ora nel
Sestiere di Dante, può essere un modo per ritrovare in maniera immediata, dal
vivo, al di là della nebbia della retorica, il filo di una poesia e di una
lingua meravigliosa, condividendo, possibilmente emozioni e curiosità con un
gruppo di amici. Vi è in questo la proposta di un ruolo attivo da parte di
ciascuno di noi, senza limitarsi all’ascolto, alla visione di video, a scorrere
pagine di giornali e di libri, infervorati dalla ricorrenza dell’anno dantesco.
Lungo questi percorsi
nel cuore di Firenze, sono disseminate oltre trenta lapidi di marmo con incisi i
versi più “celebri”, fatti collocare dal Comune all’inizio del Novecento, nei
luoghi più suggestivi e carichi di memorie.
Roberto Mosi ha
illustrato nell’incontro di mercoledì 28 gennaio 2021 online una breve
passeggiata, immaginaria, nella quale ha coinvolto tutti i partecipanti. Ha poi
segnalato la pubblicazione in questi giorni per le Edizioni Il Foglio, del libro
“Ogni sera Dante ritorna a casa. Sette passeggiate con il poeta” (Piombino,
gennaio 2021): è l’illustrazione delle passeggiate di un gruppo di amici per le
strade di Firenze per riscoprire insieme, a pagine emozionanti di poesia, i
luoghi che videro Dante affermarsi come politico e poeta, fino alla condanna
all’esilio. Si percorrono strade dall’antico selciato, a fianco di antiche
chiese, case torri che si innalzano ancora nel paesaggio dall’impronta
medievale, luoghi carichi di memorie. Per il gruppo di amici sono momenti di
serenità, che sollevano, nei tempi della pandemia, dall’atmosfera da incubo che
pervade la vita quotidiana. Si riscopre la città del Medioevo, dell’epoca
violenta e straordinariamente ricca di Dante: le voci degli amici, nei commenti,
nella lettura corale della poesia, si alzano in alto per le strade strette, in
alcuni tratti, cupe, seguendo la musica delle terzine della Divina Commedia. Ci
si avvicina a Dante e alla sua opera nel percorso scandito, appunto, da oltre
trenta lapidi con incise nel marmo parole emozionanti del viaggio del poeta
nell’Oltretomba. Si tratta di un’esperienza fatta nel tempo del Covid 19,
all’aria aperta, con la mascherina sul volto, compiuta rispettando il
distanziamento sociale, che rinvia idealmente alla brigata di giovani del
Decameron, che si ritirarono nella villa di Poggio Gherardo, lontano
dalla peste che nel 1348 colpì Firenze.
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Roberto Mosi
presso la Torre della Castagna e il campanile, da via Dante Alighieri. |
Roberto Mosi nel
corso della video conferenza. |
Il percorso parte
dalla cosiddetta Casa di Dante, in via Dante Alighieri, a pochi passi dalla
Badia Fiorentina legata alla memoria dell’avo di Dante, Cacciaguida, con la
lapide che riporta i versi:
…”Io
fui nato e cresciuto
sovra ‘l bel fiume d’Arno
alla gran villa.
Inferno XXIII, 94-95
e termina al Battistero, al
bel San Giovanni, con riferimento ai primi versi del Canto XXV del Paradiso:
Se mai continga che il poema
sacro
al quale ha posto mano e
cielo e terra
sì che m’ha fatto per più
anni macro,
vinca la crudeltà che fuor mi
serra
del bello ovile ov’io dormi’
agnello,
nimico ai lupi che gli danno
guerra;
con altra voce omai, con
altro vello
ritornerò poeta e in sul
fonte
del mio battesmo prenderò
cappello;
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Manifesti che annunciano la diretta video sui luoghi danteschi.
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Termina con la
speranza di Dante, exul immeritus, di tornare al bello ovile per
una pubblica incoronazione a Firenze. E noi a distanza di tanti secoli dalla sua
scomparsa, viviamo di questa speranza e siamo certi che ogni sera Dante
ritorna a casa.
Sta appunto per
comparire nelle librerie, la pubblicazione che si ispira a questi versi e al
progetto sopra illustrato, dal titolo: Ogni sera Dante ritorna a casa. Sette
passeggiate con il poeta (Ed. Il Foglio).
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