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Manifesto per la presentazione della
videoconferenza su Corso Donati. |
Corso Donati, il grande nemico di Dante
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Roberto Mosi
presenta il libro durante la videoconferenza. |
Nell’incontro online di lunedì 15 febbraio '21, Roberto Mosi ha illustrato la
figura di Corso Donati, l’acerrimo nemico di Dante Alighieri, uno dei personaggi
ai quali è dedicata una delle sette passeggiate che sono descritte dal libro,
recentemente pubblicato, Ogni sera Dante ritorna a casa, Il Foglio
Edizioni. L’ incontro è stato registrato dalla casa editrice
(https://www.facebook.com/groups/65808867039/?multi_permalinks=10158935608602040¬if_id=1613410331900512¬if_t=feedback_reaction_generic&ref=notif
).
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Roberto Mosi
nel corso della videoconferenza. |
Sono
le “Sette passeggiate” di un gruppo di amici per le strade di Firenze per
riscoprire insieme a pagine emozionanti di poesia, i luoghi che videro Dante
crescere come uomo, affermarsi come politico e poeta, fino alla condanna
all’esilio. Si percorrono strade dall’antico selciato, a fianco di antiche
chiese, case torri che si innalzano ancora nel paesaggio dall’impronta
medievale, luoghi carichi di memorie. Per il gruppo di amici sono momenti di
serenità, che sollevano, nei tempi della pandemia, dall’atmosfera da incubo che
pervade la vita quotidiana.
Si
riscopre la città del Medioevo, dell’epoca violenta e straordinariamente ricca
di Dante: le voci degli amici, nei commenti, nella lettura corale, a piena voce,
della poesia, si alzano in alto per le strade strette, in alcuni tratti, cupe,
seguendo la musica delle terzine della Divina scandito da oltre trenta
lapidi con incise nel marmo parole emozionanti del viaggio del poeta
nell’Oltretomba. Le lapidi furono poste dal Comune di Firenze, in varie parti
del centro cittadino, agli inizi del Novecento.
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Uccisione di Corso Donati (dalla
miniatura Nova Chronica del Villani). |
Il
percorso parte dalla Casa di Dante con i versi: Io fui nato e cresciuto/
sovra ‘l bel fiume d’Arno alla gran villa. Inferno XXIII, 94-95 e termina al
bel San Giovanni con riferimento ai primi versi del Canto XXV Paradiso,
alla speranza di Dante, exul immeritus, di tornare al bello ovile
e per una pubblica incoronazione a Firenze. E noi a distanza di tanti secoli
dalla sua scomparsa, viviamo di questa speranza, siamo certi che ogni sera
Dante ritorna a casa.
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La lapide sulla torre dei Donati in via del
Corso dedicata a Corso Donati. |
La Volta di San Piero dove sorgeva la Porta. |
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La torre dei Donati. |
La chiesa di San Salvi davanti alla quale viene ucciso
Corso Donati. |
Roberto Mosi ha ricordato che la figura di Corso Donati è presentato nel corso
della terza passeggiata. Il gruppo degli amici protagonista nel racconto del
libro, si trova in via del Corso, davanti alla lapide di marmo posta proprio
sulla torre della famiglia dei Donati, che così recita:
però che ‘l loco u’ fui a viver posto,
di giorno in giorno più di ben si spolpa,
e a trista ruina par disposto”.
“Or va’; diss’ el; “che quei che più n’ha colpa,
vegg’ ïo a coda d’una bestia tratto
inver’ la valle ove mai non si scolpa.
Purg. XXIV, 79-84
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La lapide con i versi di Dante alla
chiesa di San Salvi. |
Le
parole sono di Forese Donati, amico di Dante, con il quale aveva gareggiato in
prove di sonetti scherzosi e satirici. L’amico predice la tragica morte del
fratello Corso, capo dei Neri. Uno dei personaggi del libro, Elisa, parla di
Corso Donati:
“Corso Donati, detto il Barone, cugino di Gemma Donati, fu descritto nella
Cronica di Dino Compagni come uno cavaliere della somiglianza di
Catellina romano, passato alla storia per crudeltà, ambizione e mancanza di
scrupoli. Di bella figura, abile oratore attirava dalla sua parte il popolo,
arrivava a intimidire gli avversari con la violenza, a piegare giudici e
governanti con la corruzione. Combatté a Campaldino al comando della riserva
della cavalleria e il suo intervento nella battaglia fu decisivo per la
vittoria. Nello scontro fra la fazione dei Neri e dei Bianchi, la
spregiudicatezza di Corso, gli episodi di violenza, sono rimasti memorabili.
Anche dopo la sconfitta dei Bianchi – e l’esilio di Dante – continuarono le
violenze dei Neri nella città e l’arroganza di Corso riprese a manifestarsi in
vari episodi, fino a quando si arrivò all’ottobre del 1308: una coalizione di
cittadini si schierò contro di lui. Corso, in un primo momento, si asserragliò
nelle torri dei Donati, assediate dal popolo, con i suoi ultimi fidi. Messer
Corso per paura di cadere nelle mani dei suoi nemici e d’esser giustiziato dal
popolo, fuggì di tetto in tetto, di torre in torre, arrivò alla piazza di San
Pier Maggiore dove si trovava il complesso della celebre chiesa e del convento
delle Benedettine, per lasciare la città dalla porta di San Piero”.
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Corso Donati. |
Dante Alighieri |
Corso Donati a cavallo |
Opere di Enrico
Guerrini. |
“Corso saltò con un gran balzo sul cavallo che uno dei suoi seguaci – ricorda il
libro - aveva portato nella piazza, poi la fuga, il rimbombo degli zoccoli nel
passaggio sotto la volta della Porta di San Piero, il disperato incitamento con
gli sproni ai fianchi della bestia, per il Borgo dei Pinti. Poco dopo, dietro di
lui apparve a breve distanza, un drappello di soldati catalani a cavallo, armati
di lance, al servizio del Comune.”
L’episodio si conclude con la fuga di Corso per i campi della Piagentina, per il
sentiero del bosco verso San Salvi: “I soldati ormai gli sono addosso – si legge
sul libro - mentre è lancinante il dolore, per la gotta di cui soffre, alle mani
e ai piedi. Ecco fra gli alberi s’intravede il campanile, appare la chiesa di
San Salvi: Corso scivola giù dal cavallo, è nella polvere della piazza, lo
raggiunge alla gola la lancia scagliata da uno dei cavalieri catalani.”
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Negozio co immagini di Dante (statue e
busti). |
Negozio con immagini di Dante in via Alighieri presso
il cosiddetto vicolo dello Scandalo. |
Questa scena drammatica anima dunque queste pagine del racconto dedicato alla
passeggiata dal centro di Firenze alla periferia della città, alla antica chiesa
di San Salvi: catturano la nostra attenzione e sono un caldo invito a compiere
anche noi questo percorso, alla ricerca di testimonianze di altri tempi sulla
scia della poesia di Dante.
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