| |
1a Festa del “gavasso” dei Piotto
 |
Foto di gruppo. |
L’idea era stata lanciata il 6 novembre 2015 dal sindaco di
Fontaniva, Lorenzo Piotto, durante la serata commemorativa dei cento anni
dall’inizio della Grande Guerra, quando erano stati presentati il libro di Rino
Piotto “Vai Ciano: Muri e Tasi! La Vita Trasformata”, dedicato a Luciano
Piotto caduto il 19 settembre 1916 durante la Prima Guerra Mondiale, e
l’albero genealogico della Famiglia Piotto, curato da
Ugo Silvello partendo
da Giuseppe Piotto (nato il 24 maggio 1857), padre di Luciano e di altri cinque
figli e tre figlie, che dopo sei generazioni annovera attualmente oltre 500
discendenti diretti e congiunti.
 |
Albero Genealogico. |
La partecipazione alla “1a Festa del gavasso dei
Piotto” (gavasso = famiglia patriarcale ovvero più figli e nipoti con
relative famiglie che vivono insieme con i genitori), domenica 22 maggio 2016, è stata superiore a qualsiasi previsione: oltre 130 presenti. E’
stato un “passa parola” efficace e entusiasmante, che ha dato un risultato
sorprendente. I rappresentanti di ogni “ramo” della discendenza dal Patriarca
Storico, Giuseppe Piotto e Catterina Scalco, si sono ritrovati in casa di Luigi
Barin, il patriarca vivente, figlio di Elisa, sorella di Luciano Piotto, e hanno
tracciato il programma della Festa informando successivamente ciascuno i propri
parenti stretti. La Festa è stata organizzata con la Pro Loco di Fontaniva
presso il Parco di Brenta Viva.
Momento clou di questa storica giornata è stata la
presentazione della sagoma a grandezza naturale di Giuseppe e sua moglie
Catterina, un’idea di Ugo Silvello, autentico regista di questa iniziativa.
 |
 |
Ugo Silvello al microfono mentre presenta i capostipiti del
gavasso. Sulla sinistra Ugo Piotto. |
Luigi Barin, il patriarca vivente, con le sorelle
Laura e Rita. |
Molti gli aneddoti emersi durante la Festa con viva
curiosità da parte dei presenti; in particolare Rita Barin, al secolo suor
Marcellisa, ha raccontato: “Ogni sabato mia nonna Caterina Scalco voleva che
andassi a pettinarle i capelli perché ci teneva a farsi bella per il giorno
della domenica”. E suo fratello Luigi, ha aggiunto: “Io ero piccolo, ma mi
ricordo molto bene che la nonna Caterina era una donna bellissima, che ci teneva
al decoro della casa e della sua persona. E’ per merito suo se noi tutti suoi
discendenti siamo belli”. Un fragoroso applauso è scaturito spontaneo da parte
dai presenti.
 |
 |
Il sindaco di Fontaniva
Lorenzo Piotto. |
L’Arciprete don Gianni Damini. |
Non è mancata la “benedizione” da parte dell’Arciprete di
Fontaniva, don Gianni Damini, che si è complimentato per questa bella iniziativa
di aggregazione e di riscoperta dei legami di parentela fra i Piotto. Valori,
questi, che nella società moderna sono diventati sempre più rari. Anche il
sindaco di Fontaniva, Lorenzo Piotto, ha portato il suo saluto precisando che,
ricoprendo un ruolo istituzionale si è volutamente defilato dall’organizzazione
di questa iniziativa, ma è orgoglioso di far parte di questo straordinario “gavasso”.
Considerando la ottima riuscita di questa Festa, circola
già l’idea di ripeterla con scadenza annuale.
 |
Sullo sfondo Giuseppe Piotto e Caterina Scalco osservano i
loro discendenti nella “Festa del gavasso”. |
° ° °
Intervento di Rino Piotto durante la Festa.
Siamo qui riuniti nel
ricordo di Luciano Piotto per una Festa nata sotto il suo segno, un carisma che
dopo la serata del 6 novembre 2015 in aula magna, ha dimostrato di avere ancora
più forza di aggregazione per dare continuità alla sua memoria.
Siamo anche un popolo di
navigatori, di poeti e di santi, non è una definizione che ho inventato io,
ma prendiamola per buona. Premetto che questi aneddoti li ho scritti stamattina
alle sei, appena mi sono svegliato, perché li ho ritenuti l’ispirazione di
qualcuno. Sono appropriati a questa giornata di festa e dicono cose vere, ma
prendeteli come cose semiserie, così sono più divertenti.
Dicevamo che noi italiani siamo
un popolo di navigatori, poeti e santi. Come gavasso dei Piotto questa
definizione ci appartiene a pieno titolo perché abbiamo discendenti del nostro
patriarca Giuseppe Piotto (nato il 24 maggio 1857) e di sua moglie Catterina
Scalco, che vivono negli estremi confini del mondo, in Argentina. Sono i
discendenti di Lucia Piotto, sorella di Luciano, emigrata come navigante che ha
solcato l’Oceano per approdare nella Terra Nuova nel lontano 1921. Si chiamano
Cusinato, ma hanno tutti tracce di sangue Piotto nelle vene (mater certa est,
dicevano i latini) e hanno fatto fortuna,. Qualcuno certamente tornerà a
trovarci perché così come qui sono nati (Cusinati) i loro avi, dagli estremi
confini del mondo ci sarà un discendente di Lucia Piotto al quale sarà assegnato
dal destino un ruolo importante nella nostra terra, nella terra dei suoi avi.
Può sembrare una analogia, ma è un dato di fatto, testimoniato anche il Papa
Bergoglio, il Papa argentino che discende da antenati di origine italiana.
Oltre che un popolo di
navigatori, siamo un popolo di santi. Ogni Paese, ogni città, ogni comunità ha
un proprio santo protettore. Padova ha Sant’Antonio, Fontaniva il Beato
Bertrando e noi abbiamo il Beato Luciano, martire caduto per la Patria durante
la Prima Guerra Mondiale, che vive in chi lo ama. Vive in tutti noi perché il
suo io invisibile si è incarnato nei suoi parenti ed è stato tramandato nelle
generazioni incarnandosi in ognuno di noi. E questo miracolo, che è apparso in
modo inaspettato quando abbiamo aderito all’idea di Ugo per il Centenario
dell’inizio della Grande Guerra facendo ciascuno qualcosa nel segno di Luciano
Piotto, il nostro Beato Luciano, questo miracolo, dicevo, continua come una
promessa che incarna nuove idee in nuove iniziative di riscoperta dei valori del
passato e delle nostre radici, per farci vivere momenti di gioia e di festa, di
aggregazione e di rilancio di nuove prospettive.
E’ stato lui, il Beato Luciano,
ad indicarci la via e il luogo per questa Festa. Qualcuno di noi aveva azzardato
ipotesi diverse sul luogo in cui celebrare questo convivio. Il tempo è
galantuomo e ha detto che quei luoghi ipotetici non erano scritti nel destino e
sono stati tutti vanificati dagli eventi che sono accaduti e stanno accadendo
perché non rientravano in questo momento nel futuro che è già scritto e che
avanza materializzandosi nel presente.
Quasi come una illuminazione è
apparsa al nostro patriarca vivente l’indicazione del luogo, di questo luogo.
Perché noi abbiamo un Patriarca storico riconosciuto in Giuseppe Piotto e
Catterina Scalco, ma anche un patriarca vivente, Luigi Barin, figlio della
sorella di Luciano, Elisa, nelle cui vene scorre il suo stesso sangue. E
proprio a lui, come ad Abramo nell’apparizione di migrare da Ur in Mesopotamia
(una terra che si trova fra i fiumi Tigri e Eufrate, da non confondere con le
tigri e il convento dei frati), a Luigi Barin, dicevo, è stato indicato il luogo
promesso. Come ad Abramo la Terra Promessa. Quale luogo? Questo loco, con la Pro
Loco, fra la natura e la vitalità del nostro Brenta in una bella giornata
garantita dal Beato Luciano.
Era una sua promessa ed ora è
una realtà.
| |
 |
articolo |
 |
ultimi articoli |
|