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SALF: un mito che continua
Corre verso
le sue prime 50 primavere e già si sta ipotizzando: “Salf 1975-2025: 50 anni di
Storia”. Ma il suo fondatore, Rino Piotto, frena: “Al momento è un’idea
suggestiva, quel che sarà fatto verrà determinato da convergenze e coincidenze
che non dipendono solo da me. Al momento posso dire ciò che è già stato: un
fenomeno nato quasi per caso, che si è sviluppato a dimensione “Altopadovana”
con notevoli risultati anche a livello nazionale”.

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Classifica finale Società 1993. |
Classifica finale Società 1994. |
Come è
nato il nome “Salf” ?
“Nel 1975 volevo dare la possibilità a un gruppo di ragazzi di praticare lo
sport, perciò ho affiliato alla Fidal una nuova società sportiva: “S.A.L.F.
Società Atletica Leggera Fontaniva”. Così l’ho fondata, ma la mia idea di sport
andava oltre, per cui è diventata fin da subito Polisportiva con diversi settori
di attività, soprattutto formativa e culturale (Atletica Leggera, Corsa
Campestre, Centro Coni, Pallamano, Pattinaggio, Area Culturale e infine Salf
Granata Club).
Qualche
personaggio di quei primi tempi.
“Sono tanti, in particolare i ragazzi e le ragazze cresciuti nei valori dello
sport con impegno, sacrificio e rispetto; ne ricordo due in particolare (magari
per altri ci potranno essere altre occasioni): Giorgio Scalco, il primo
presidente, e Silvia D’Alvise, una delle prime atlete. Giorgio seguiva sua
nipote, Katia, atleta di punta in quei primi anni pionieristici, che vinse il
titolo regionale Fidal nella velocità. Trainava un gruppo di giovani, fra i
quali c’era Ezio Gelain (calciatore e allenatore che poi si è affermato a
livello nazionale e anche internazionale) che emergeva nel salto in lungo. Katia
è diventata sua moglie e vivono a Empoli. Giorgio Scalco è stato il primo
presidente della Salf e ancora adesso è presente alle varie iniziative. Silvia
D’Alvise, invece, si è presentata nel 1976 in palestra a Fontaniva, accompagnata
dalla mamma. Aveva spiccate doti, in particolare nel salto in alto e nel 1982,
con i nuovi impianti al “Tombolato” (lei è di Cittadella), è stata un esempio di
“altopadovanitas” (1), raggiungendo anche buoni risultati a livello personale
con l’Assindustria Padova nelle categorie assolute.
Su come
era organizzata l’attività.
“A quei tempi era un fenomeno
spontaneo. Ricordo che negli anni ’70 (prima del boom industriale) fare sport
era un “perditempo”, che toglieva un aiuto alle famiglie nei lavori dei campi (è
capitato anche a me). L’impostazione era basata sui principi di “gratuità e
solidarietà” senza quote di adesione per la preparazione, mentre per coprire i
costi (esempio trasferte nazionali) riunivo i genitori degli atleti partecipanti
e venivano suddivise le spese. Dopo il 1982 la centralità è passata al
“Tombolato” e il mio tempo libero lo passavo più sulle piste che a casa mia.
Finché
la dimensione è diventata “Altopadovana”. “Gli atleti convergevano anche dai
comuni limitrofi al cittadellese, per cui ho decentrato l’organizzazione
mediante un dirigente referente, e dove era possibile un centro di avviamento
con un collaboratore tecnico, nei vari Comuni. Come Direttore Sportivo
coordinavo il tutto lasciando ampia autonomia di iniziativa e gestione a livello
comunale. Questa impostazione ha portato a risultati quantitativi e qualitativi
di eccellenza”.
Enrico
Sambo, la sua
testimonianza. “Ho conosciuto Rino Piotto quando giocavo nel Cittadella
(1987-1991), lui mi dava i voti nelle partite scrivendo per il Gazzettino.
Successivamente, mentre lavoravo nella Banca di Credito Cooperativo, agenzia di
Fontaniva, è nata un’amicizia tanto che mi sono tesserato alla Salf come atleta
(ho vinto due medaglie di bronzo nel salto in lungo e nei m. 200 alle Nazionali
Csi di Jesolo nel 2005). Poi è iniziata la mia collaborazione come dirigente e
da oltre un decennio sono Presidente Onorario”. Fra i tanti ricordi, Enrico
Sambo ne cita qualcuno: “Ho toccato con mano la grande passione sportiva di
Rino. Anche la Banca, di cui ero vice direttore, sponsorizzava la Salf (era in
copertina negli Annuari per la Festa dello Sport), finché con la crisi economica
iniziata nel 2008 si è trovata, come tante aziende, in condizioni di non poter
dare un sostegno. Ebbene, Rino ha voluto lasciare comunque le pubblicità
esistenti negli Annuari della Salf fino al 2012, anno in cui ha “passato la
mano” per l’atletica leggera. Credo che negli ultimi anni ci abbia messo del suo
per continuare la realizzazione dei programmi. Probabilmente i suoi stimoli con
il passare del tempo erano cambiati, e come in tutte le cose è naturale che ci
sia un inizio e una fine. Dopo il 2012, comunque, l’Annuario della Polisportiva
Salf Altopadovana non è stato più fatto e anche l’atletica leggera non è stata
più la stessa”.
Sulla
svolta del 2012, riprende Rino Piotto: “Già da tempo era maturato in me un
distacco verso l’atletica leggera e il mondo sportivo. L’ideale olimpico di
decoubertiana memoria era venuto meno: il salto in lungo “truccato” a
Evangelisti (lui è stato vittima), calciopoli e il doping dilagante (non solo
nel ciclismo). Questo mi ha indotto a lanciare la “Festa della Fratellanza” per
una riscoperta del messaggio della Bandiera Olimpica (Fratellanza fra tutti i
popoli della Terra), che a livello locale ho tradotto nella sinergia fra il
mondo sportivo e quello che opera nel sociale”. Sulla scelta del 2012 di
“scaricare” il settore atletica leggera della Polisportiva Salf, aggiunge:
“Avevo parecchio da dire, ma ho preferito il silenzio (2). Non mi ritrovavo più
su come erano gestite alcune cose. D’accordo, gli anni erano cambiati dagli
inizi pionieristici basati sui principi della “gratuità e solidarietà”. I corsi
di avviamento con quote mensili avevano invaso anche la nostra attività, la cui
gestione avevo lasciato ai “referenti” comunali. Anche l’avviamento per gli
atleti era cambiato: una volta era il “vivaio salfino” a rifornire altre società
nelle categorie superiori, ora venivano “ingaggiati” da fuori. Forse l’episodio
ultimo, come la classica goccia che fa traboccare il vaso, è stata una
telefonata di un dirigente di una società del bassanese, che mi faceva presente
di un suo atleta tornato infortunato dalle Nazionali CSI, dove era andato con la
Salf a sua insaputa. Io ho dovuto scusarmi, ma francamente non ne sapevo nulla.
Ho capito che “la mia atletica” era un’altra, per cui era meglio “passare la
mano”.
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Albo d’Oro Medaglie Nazionali CSI. |
“Nel
frattempo avevo costituito con altri amici il Salf Granata Club Fontaniva
Presente, che univa i valori della Salf delle origini ai valori dell’AS
Cittadella Calcio, fondata da Angelo Gabrielli e presa come modello in tutta
Italia. Con il “Presidentissimo” Angelo ho sempre avuto ottimi rapporti, tanto
che la convivenza fra atletica e calcio al Tombolato era un piacere reciproco”.
Con questa
esperienza di sinergia Salf/Calcio entriamo nell’era recente, dove i valori
della tradizione salfina sono stati rinnovati nell’annuale “Festa della
Fratellanza” assieme a forze sportive, realtà locali che operano nel sociale ed
altri Club Granata “fratelli”. Concludendo: “Dove il modello di decentramento
e di responsabilizzazione, che avevo attuato per decenni con i referenti
comunali realizzando il “Progetto Atletica nell’Altapadovana”, trova
applicazione con lo stesso spirito di apertura e di condivisione per valorizzare
tutte le risorse umane, io ci sono; mentre dove prendono piede chiusure ed
egoismi, io non ci sono”.
L’ultimo sogno ? “Poter fare il “socio
onorario” e vedere altri che mettono in pratica, con il naturale cambiamento dei
tempi, i sempiterni principi e valori della mia Salf e del suo mito”.
(1)
Silvia D’Alvise ci
tiene a precisare: “Rino mi ha trasmesso tanto entusiasmo in tutto quello che
faceva, a tal punto che ho deciso di diventare anch’io un’insegnante di
Educazione fisica”.
(2)
Il silenzio spesso
è più devastante di una tempesta. “Chi sa non parla, chi non sa parla” (antico
pensiero cinese di 2400 anni fa); anche Cristo davanti ai Sommi Sacerdoti (=
“sapienti” dei giudaismo) rispose con il silenzio (che li confonde in quanto
vengono meno le loro argomentazioni polemiche).

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Enrico Sambo. |
L'allenatore Ezio Glerean, Sara Scaccabarozzi e Angelo
Gabrielli. |
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