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Le Giornate Dannunziane
a Bologna 10/11/12 marzo 2012


In occasione dell’anniversario della nascita di Gabriele D’Annunzio
(Pescara, 12 marzo 1863 – Gardone Riviera, 1 marzo 1938), sabato 10, domenica 11
e lunedì 12 marzo 2012, la città di Bologna ha ospitato, presso le sale del
Quartiere Santo Stefano, Le Giornate Dannunziane.
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Daniela Quieti e
Arianna Di Tomasso. |
da sx: Nicoletta Di Gregorio,
Daniela Quieti e
Arianna Di Tomasso. |
La manifestazione, che ha avuto Fiaba (Fondo Italiano
Abbattimento Barriere Architettoniche) come partner solidale, è stata ideata da
Michele Laganà, Ambasciatore Fiaba, in collaborazione con: Presidenza
del Quartiere Santo Stefano, Console Onorario Fiaba
Vincenzo Ariasi, Associazione Famiglia Abruzzese - Molisana,
Associazione Plutinia di Pescara, Associazione Culturale
San Benedetto, Sigraf Pescara, Circolo Velico
Bolognese, Club Nautico Pescara, Yacht Club Europa,
Adriatic Veteran, Associazione Italiana Motori, Adria’s Cup,
Associazione Amici di Bologna, Circolo Velico Casalbordino,
Santo Stefano Basket, Circolo Velico Fossacesia, Pasticceria
Laganà, Associazione Bologna Senza Barriere, Bologna Giardini
Margherita Cup e Azienda Agricola La Morattina. L’evento, patrocinato
dal Comune di Pescara e dal Quartiere Santo Stefano di Bologna, si
è articolato in incontri culturali, presentazioni di libri, mostre, stands
enogastronomici, spettacoli e iniziative benefiche, allo scopo di promuovere la
figura di Gabriele D'Annunzio, Pescara, la sua provincia e la regione
Abruzzo.
Nel programma della manifestazione, sabato 10 marzo 2012,alle ore
16.30, alla presenza di numerose autorità, la scrittrice
Daniela Quieti ha
presentato i libri Altri tempi, (Tracce), prefazione di Giulio
Panzani, opera finalista, da inedita, al Premio Parco Majella 2008, ed
Echi di riti e miti, (Ibiskos-Ulivieri), prefazione di Romano
Battaglia, Primo Premio Autori per l'Europa 2009.
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Daniela Quieti con
Giuseppe Trieste, presidente Fiaba e
alcuni degli intervenuti. |
Daniela Quieti
consegna il libro Echi di riti e miti a
Giuseppe Trieste, presidente Fiaba. |
Sono intervenuti i Relatori Arianna Di Tomasso (Segretario
Associazione Culturale San Benedetto) e Nicoletta Di Gregorio (Presidente
AEA - Associazione Editori Abruzzesi e delle Edizioni Tracce).

Altri Tempi
(In copertina: Francesco Paolo
Michetti, Le serpi, (particolare), 1900)
Vieni: usciamo.
Il giardino abbandonato
serba ancora per noi qualche sentiero.
Ti dirò come sia dolce il mistero
che vela certe cose del passato.
G. D’Annunzio – Consolazione
Dalla Prefazione di Giulio Panzani (Poeta, Critico
letterario, Giornalista)
“Si ha una strana percezione, sfogliando queste pagine, quasi che
dalle immagini evocate dall’autrice nel riproporre un tempo virtuale
scaturiscano suoni, colori, odori altrimenti dissolti e qui indispensabili alla
compiutezza di una narrazione che non è solo descrittiva bensì un percorso
attraverso il quale si opera un ricongiungimento delle vicende di un mondo, di
un’epoca, con un’individualità - quella appunto di Daniela Quieti - che vi
attinge le ragioni dell’anima.
Per comprendere pienamente le valenze espressive dei diversi
capitoli, certo non casuali nel loro succedersi, occorre rifarsi
all’interpretazione soggettiva di una storia nella quale la metamorfosi delle
cose rappresentate alimenta sia un’introspezione accorata che una potenzialità
emotiva.
Come dire, cioè, che l’autrice si aggira sia pure in punta di piedi
e con un tono pittorico estremamente delicato oltre i limiti delle parole per
strappare loro il senso del vivere e per stemperare le proprie attese
nell’altrui vocazione al sacrificio e ad un destino indiscusso dal piglio quasi
verista”.
Dalla postfazione in quarta di copertina di Ubaldo Giacomucci (Poeta,
Direttore editoriale delle Edizioni Tracce)
“Daniela Quieti ci offre racconti brevi ed emblematici dalle trame
suggestive, a volte dal sapore familiare, pervase da un’aura di passato e di
tradizioni che ne rende più coinvolgenti i contenuti.
In questo modo i ricordi d’infanzia vengono trasfigurati su un piano
letterario realistico e coerente, che suggerisce al lettore il confronto con i
nostri tempi, così diversi sia sul piano socio-culturale che su quello
etico-esistenziale.”
Premessa dell’Autrice
“Con profondo affetto, ho raccolto queste storie d’altri tempi,
raccontate nella mia infanzia dagli anziani di famiglia. Desidero dedicarle alla
loro tempra fiera, alla vita austera, alla saggezza antica e alla fatica con
cui hanno saputo custodire e tramandare, nel solco della storia, tra le guerre,
i valori morali sempre presenti nel segreto delle loro radici. Le ricordo a
volte come favole, senza riferimenti certi a persone e cose, ma spero che sarà
piacevole per voi leggerle come lo è stato, per me, scriverle.”
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Echi di riti e miti
(In copertina: Filippo Palizzi,
Ritorno dai campi, 1871)
“Ah perché non son io co’ miei pastori?”
Gabriele D’Annunzio - I Pastori
Dalla
Prefazione di Romano Battaglia (Scrittore, Giornalista)
“Il suo narrare è proprio come la brezza fresca che passa sulla pianura dopo
essere discesa dalle montagne. Ci porta i rumori delle foglie e in quel mormorio
dei rami amici dell’aria pare di udire una voce misteriosa che glorifica la
terra e che ci chiama. Le parole scritte sono la proiezione della nostra stessa
mente, fenomeni misteriosi che giacciono addormentati nella profondità della
nostra anima. Sono un’evasione dalla vita quotidiana che ci costruiamo attorno
innalzando spesso mura invalicabili. Nei racconti di Daniela Quieti c’è il suono
delle campane di paesi e città, lo stesso melodioso concerto di festa che ci
riporta al passato.
Una glorificazione continua della natura e della vita, un canto
rivolto alla bellezza del mondo. Chi legge questi suoi racconti si ritroverà nel
mondo lontano cantato da Gabriele d’Annunzio nella poesia ‘I pastori’. C’è un
respiro ampio di grandi sentimenti e di malinconia che si avverte in ogni suo
racconto, come acqua fresca e chiara che irriga i campi di grano.
Dalla
postfazione di Ilaria Degl’Innocenti
“A ritmo felpato pian piano scorrono le pagine ammaliando con una
melodia chi legge. Grazie a un linguaggio raffinato e autentico “Echi di riti e
miti” è la dimensione spirituale contrapposta al cinico materialismo di falsi
stereotipi ferocemente e prepotentemente imposti dalla modernità.
Daniela Quieti ha la capacità di trasportare, far sognare e far
evadere per fuggire verso un ancestrale idillio di suoni e immagini,
meticolosamente incastonati in un grande mosaico.
Si intrecciano paesaggi da fiaba e antiche tradizioni popolari nella
terra d’Abruzzo, patria di pastori e poeti, di aquile e lupi, così cara
all’autrice. È come trovarsi di fronte a una sequenza di dipinti a olio
raffigurante scene di vita campestre, esaltate dai mille colori delle quattro
stagioni”
Premessa dell’Autrice
“Ho scritto queste suggestioni per ricordare folclore e nostalgie,
curiosità e tradizioni della mia leggendaria terra, patria di santi e briganti,
di miti ed eremiti, di pastori e poeti, di aquile e lupi, di orsi e camosci che,
fra orizzonti di boschi e castelli, di mare e montagna, di passione e
sofferenza, ha saputo resistere, nel tempo, a tante avversità. Una storia che
parla di arcaici incanti, di malinconia, di grandi sentimenti, in una parola,
d’amore. Spero che nessun ostacolo, per quanto insidioso, possa mai sconfiggere
il carattere di un popolo il cui motto è, da secoli, quello di essere forte e
gentile.”
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