Premio speciale Il Porticciolo
al Città di Cattolica 2010
Si è svolta sabato 24 aprile 2010, alle ore 21.15, presso il Teatro
della Regina di Cattolica (Rimini), in un eccezionale momento di aggregazione
culturale e di spettacolo, la cerimonia conclusiva della 2a Edizione del
Premio Letterario Internazionale Città di Cattolica, promosso
dall’Associazione Pegasus Cattolica con l’alto patrocinio della
Presidenza del Consiglio dei Ministri e di quelli della Regione Emilia Romagna,
della Provincia di Rimini e del Comune di Cattolica.
Orchestra e pubblico.
La Giuria, presieduta
dall’Avv. Cesare Rimini, scrittore, Presidente della Filarmonica della
Scala di Milano e Rettore della Civica Università di Rimini, con i membri: Dott.
Roberto Sarra, Presidente Associazione Pegasus, scrittore, poeta e
saggista, Prof.ssa Rina Gambini, critico letterario, docente di lettere e
filosofia, Dott. Marina Pratici, poetessa, scrittrice e giornalista,
Dott. Giusy Cafari Panico, poetessa e scrittrice, Dott.
Mariangela Matacotta, responsabile marketing del comune di Cattolica,
Dott. Claudia Contardi, giornalista e consulente editoriale,
Andrea
Porti, attore, ha conferito il Premio Speciale Il Porticciolo a
Daniela Quieti per il libro edito di poesia Uno squarcio di sogno
(Tracce), prefazione di Aldo Onorati, introduzione di Ubaldo
Giacomucci e postfazione di Giulio Panzani.
Il momento della premiazione.
Tanti gli scrittori, poeti e giornalisti, famosi ed emergenti, italiani
e stranieri, che si sono alternati in un coinvolgente appuntamento con la
cultura animato da pregevoli intermezzi musicali e coreografici. L’evento è
stato ripreso da emittenti televisive e ampiamente diffuso attraverso i media.
Daniela Quieti premiata.
Il Presidente dell'Associazione "Pegasus"
Roberto Sarra e la conduttrice
Pamela Mauro.
Dalla Prefazione di Aldo Onorati: C’è, nella tessitura poetica di Daniela Quieti, una morbidezza
orchestrale che si coniuga con la chiarità espressiva, ove il dialogo ideale con
l’attore comprimario della narrazione si fa concretezza di espressione, evitando
i concettismi tanto cari ai nostri giorni in cui la mancanza di ispirazione
nutre la ragioneria della parola…
Per Daniela Quieti il discorso cambia, perché la poetessa ha saputo
trovare la sua cifra espressiva aderente, per cui nulla appare forzato… Amore è
la parola-chiave. Ma l’originalità di questa silloge, tra l’altro, sta nel non
definire l’amore, bensì nel darne il senso contraddittorio, liberatorio, di
sogno e di “disillusa speranza”. Ma con grande forza vitale, senza perdere un
battito semantico.
Dall’Introduzione di Ubaldo Giacomucci: Il ritmo serrato, la coerenza stilistica, la tensione espressiva
concorrono alla realizzazione di una raccolta di poesie che superano il
tradizionale concetto di poesia d’occasione per testimoniare una dimensione
esistenziale della ricerca poetica, con una verve di cui la poesia contemporanea
ha più che mai bisogno. Scrittura poetica di valore, dunque…
Dalla Postfazione di Giulio Panzani: L’autrice parla di se stessa col sigillo di una solitudine che supera i confini
di una storia per sopravvivere in una dimensione sospesa fra cielo e terra,
diversa cioè da quella comunemente intesa da chi cerchi nei suoi labirinti,
compagna ineludibile della libertà delle attese consapevoli, a loro volta,
dell’impossibilità di andare oltre l’orizzonte. Un luogo indefinito,
quest’ultimo, laddove ogni confine sembra dapprima raggiungibile e si fa, poi,
di volta in volta più lontano fra allusioni e rimandi che si nutrono di
malinconia. È un intimismo segnato da ferite profonde, quello di Daniela Quieti,
ma compiuto stilisticamente nel rapporto fra simboli e miti e che consente di
lasciare da parte l’unità metrica per realizzarsi in quella linguistica sorretta
da scelte personalissime e di sicura efficacia.