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Sabato 4 ottobre 2008
Vicenza, Galleria "La Scaletta"
Presentazione del libro di poesia
Tu, viandante del mio corpo
Ines Scarparolo
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Antonio Capuzzo
Oggi presentiamo questa nuova
raccolta di poesie intitolata Tu, viandante del mio corpo, pubblicata
nel
luglio scorso, che nasce dalla sintesi di tre piccole raccolte di poesie amorose
pubblicate negli
anni scorsi ed i cui titoli sono diventati i titoli delle
tre sezioni del presente libro: Grappoli di stelle,
Ed è già quiete,
II distacco.
Il tema è l'amore, sia nel suo aspetto
sentimentale, sia nella sua
carnalità o meglio corporeità, concretezza:
passione, rimpianto, solidarietà. L'amore "in tutte le sue
sfaccettature, con dolcezza ma anche con lirico realismo", come scriveva Giulia
Matteazzi nella sua recensione a quella che era stata la prima delle tre
pubblicazioni.
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Il critico letterario
Antonio Capuzzo e la poetessa Ines
Scarparolo. |
Come dice Mariateresa Biasion
Martinelli nella Postfazione, in questa silloge-trilogia è descritto -narrato
"il cammino di un amore", "dapprima nel culmine della passione, poi nel suo
evolversi
verso un sentimento più maturo, seppure non privo di
aspetti passionali, ed infine nell'involuzione
verso il ricordo dolce-amaro, che resta a testimoniare ciò che è stato, e che
non è più." "Si potrebbe
quasi parlare di un inconscio legame fra le poesie
dell'una e dell'altra silloge, dove si intersecano i
sentimenti, le sensazioni, le descrizioni... come parti opposte, ma anche
complementari, di un
amore unico e di un unico amore." Unità e continuità dialettica che si esprime
soprattutto in due
modi, altamente suggestivi sul piano umano come su quello
poetico: il presagio, con cui ad esempio
nella prima sezione si accenna qua e
là al presentimento del distacco che accadrà in seguito, e la
nostalgica tristezza dell'ultima sezione che, unita al desiderio, porta ad un
temporaneo ritorno della
presenza della persona amata nella dimensione del sogno,
come un dolce fantasma.
Poesie d'amore, dunque. In questa raccolta
di poesie la tematica dell'amore è presente in entrambi i
sensi della parola, amore come comunione, compenetrazione anche mentale con
un'altra persona, comunione che d gioia, beatitudine, serenità, senso di
compiutezza, gioia che si espande alle altre
dimensioni della vita, ma anche amore come desiderio di
questa comunione.
Ciò che caratterizza meglio questa raccolta, ciò che da
ragione del ricorso al linguaggio erotico il
quale oscilla tra metafore splendidamente allusive, al confine con la malizia, e
un'esplicitezza da
mandare in frantumi ogni simbolismo, è questo secondo senso, dell'amore
come desiderio.
Sentimento doloroso della mancanza del proprio oggetto
d'amore, il desiderio genera inquietudine e
la
strana, invincibile sensazione di un accelerare del tempo e di un soffocante
contrarsi dello spazio
intorno a sé (fino a concentrare ogni percezione, reale o
immaginaria, nella persona amata).
Sentimento di autoaffermazione e
insieme aspirazione a perdersi in lei, nel suo corpo, nella sua
mente.
Il desiderio è quindi il più
contraddittorio tra i sentimenti umani, esso reca continue opposizioni
insite nella sua stessa
natura; ed è forse proprio questo carattere, di estrema ricchezza ed
inquietudine e quasi pericolosità, che lo
rende così forte, coinvolgente, capace di svegliarci da tutte le nostre pigrizie
esistenziali, dalle nostre rassicuranti certezze ed abitudini, per farci
maturare, o per distruggerci. Il
desiderio ci fa sentire più che mai vivi, o più che mai simili a morti: "forte
come la morte è l'amore", si diceva
nel Cantico dei Cantici.
Come
la tematica della morte, così quella del desiderio è sempre stata una spina nel
fianco per
pensatori, scienziati, governanti, educatori, costruttori-manipolatori (scusate)
di opinione pubblica e
di consenso sociale: parlarne bisogna, perché tutti in
qualche modo ne parlano, ma sempre con
timore e sospetto, sempre cercando di
spiegare questa realtà in modo da esorcizzare il potenziale
sovversivo insito nella sua stessa natura contraddittoria. Infatti, uno che
desidera fortemente e con
precisione qualcosa, ha in comune con uno disperato la
tendenza ad infischiarsene delle norme
sociali, delle istituzioni, dei
modelli culturali e di convivenza. Magari non facendo del male a
qualcuno, però rifiutandosi di collaborare, di portare il proprio contributo
alla vita associata. Così
Romeo e Giulietta, così un mistico follemente innamorato
di Dio...
La filosofia e la scienza, cercando
di riportare il fenomeno desiderio nell'alveo di definizioni e
classificazioni rassicuranti, che permettano di controllare e incanalare la sua
effervescenza, hanno interpretato tradizionalmente il desiderio come la ricerca
o l'attesa intensa di quanto è sentito come
soddisfacente le proprie esigenze ed i
propri gusti. Il desiderio è legato al sentimento della
mancanza del proprio
oggetto e al relativo disagio, ed è visto come il principio che spinge
all'azione.
Ma il desiderio nasconde abissi
fascinosi ed inquietanti. Diversamente dal bisogno (fisico o mentale
che
sia), il quale tende ad un oggetto preciso e si dissolve con il raggiungimento
di quell'oggetto, il
desiderio è legato alla memoria e all'immaginazione con
tutti i relativi grovigli, i riflessi interiori, le
connotazioni soggettive, che rendono quanto mai imprevedibile e spesso
contraddittorio sia il
desiderio stesso, sia il suo soddisfacimento. Talvolta accade infatti
che una persona "non sappia
cosa veramente desideri", non sappia quale
tra due diversi desideri sia quello in lei più profondo ed autentico, oppure non
sappia dire se un certo oggetto od evento abbia veramente soddisfatto un suo
desiderio. Soprattutto, accade che dopo soddisfatto un
desiderio definito e consapevole, se ne
scoprano altri... altri ultimamente
tendenti all'infinito, giacché il desiderio umano è per sua natura
romantico, intendendo con romantico proprio ciò che tende, aspira all'infinito.
In un testo amoroso
mediorientale si dice che nel desiderare l'eros "c'è una
sorta di saggezza che deriva dalla ricerca del
piacere infinito... infatti è il desiderio appagato a suscitare l'aspirazione a
un piacere totale e
perpetuo" E il nostro grande filosofo Nietzsche espresse
la celebre, lapidaria esclamazione: "Ogni
piacere vuole profonda, profonda eternità".
In realtà l'oggetto fondamentale di ogni
desiderio umano, mascherato con tutti gli altri oggetti, è il
desiderio dell'altro. Ciò che un essere umano essenzialmente desidera è di venir
desiderato da un
altro essere umano; desidera anzitutto essere ciò che
manca all'altro, l'oggetto del desiderio dell'altro.
Ora, è proprio questa complessità del
desiderio, questa costitutiva ambiguità nel nostro esser
consapevoli dei nostri desideri, che ha bisogno di essere
espressa nel linguaggio, in particolare in
quello dell'arte e della poesia, per acquistare in questo
modo un senso, un significato al di là delle
sue contraddizioni.
Tra le varie dimensioni dell'amore, è quindi proprio il
desiderio quello più capace di ispirare, di
generare poesia suggestiva. Un esempio lo voglio citare
subito, tratto da una delle più belle poesie
di questa raccolta:
"Hai ridestato | sogni mai svelati, | con tenerezza | mi
hai condotto al desiderio". Versi che
esprimono la gioia dell'amore nel modo, con le connotazioni più
caratteristicamente femminili.
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La sala della Galleria "La Scaletta"
di Vicenza al termine della presentazione. |
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