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Genesis
alla Camerata dei Poeti di Firenze
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Martedì 20 maggio 2008 a Firenze dalla Camerata dei Poeti, presieduta
da Marcello Fabbri, presso la Sala congressi
della Cassa di Risparmio Lia Bronzi,
Anna Balsamo e
Duccia Camiciotti hanno presentato Genesis
l'ultima opera poematica di Veniero Scarselli.

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da sx: l'autore Veniero Scarselli,
Anna Balsamo,
Marcello Fabbri, Duccia Camiciotti
e Lia Bronzi. |
Di cosa tratta
l'opera? Nella mitica “Età dell’Eden” esistevano
soltanto esseri buoni che vivevano in felice armonia con la Natura prima che il
Male contratto da alcuni divenisse sete feroce di possesso e dilagasse di uomo
in uomo su tutta la Terra spegnendo ogni forma di vita, in un immane olocausto
di sangue da cui solo pochi si salvarono emigrando verso altre galassie.
Questa è la storia narrata da un
sopravvissuto rimasto sulla Terra, ove contava di ricostituire, in un piccolo
remoto angolo ancora miracolosamente verde, il primigenio amoroso connubio
dell’Uomo con la Natura. Purtroppo la cruenta avidità di possesso ereditata
dalla vecchia umanità scomparsa non tarda a risorgere quasi insensibilmente
nello stesso Buon Sopravvissuto, mostrando quanto vano sia l’anelito dell’Uomo
ad attingere il mitico Amore Universale e a riscattarsi da un Male che ne
marchia indelebilmente il DNA come il Peccato Originale. Alla fine tuttavia il
Protagonista ritroverà per intervento soprannaturale la via della pace
scomparendo nel fitto d’una foresta come un semplice animale dei boschi.
La terribile
lezione del poema è che il Male Originario è parte integrante della materia
vivente e che la storia cruenta d’una umanità che sceglie la follia dell’Avere
invece che Essere è destinata a continuare fino alla fatale autodistruzione.
Sull'opera poetica di Veniero Scarselli ebbe a dire Giancarlo Oli: Tentare di nuovo
la poesia epica non significa farsi il contraltare di questo o quel poema, di
questo o quel poeta; significa piuttosto riconferire alla poesia una voce che
essa sembrava aver perduta, un’esemplarità significativa anche sul piano morale
ma soprattutto su quello della espressività e della persuasione, e quindi della
capacità di trascinare e commuovere (....) Scarselli è il primo autore che dai
tempi della scuola provo il gusto di leggere e rileggere e riascoltare (...) Il
lettore è come irretito e indotto ad abbandonarsi mani e piedi legati alla voce
del Poeta-Maestro (...) Solo un vero poeta poteva dedicare la sua vita alla
poesia epica, senza piegarsi al vaniloquio oggi imperante

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L'autore nel corso del suo intervento con a fianco
l'operatore della Tv. |
Nel corso della sua relazione Anna Balsamo
ha puntualizzato: Il lettore è condotto attraverso la
poematica di Veniero Scarselli ispiratamente e insieme sapientemente
fantasmagorica con il fregio della sua fantasia epica. Egli infatti è stato
sempre, e sempre rimane, poeta epico-narratore che sceglie nelle sue lasse il
tono affabulatorio della immediatezza della comunicazione, in cui si sente l’eco
degli incipit delle favolose storie di Sheherazade: “nella popolosa città di
Bagdad...”. Quante storie di “Mille e una notte” iniziavano così! Ogni volta si
apre la pagina a un palcoscenico di eventi dalle grandiose quinte, eppure a
misura d’uomo, nel teatro della vita e nella prospettiva metafisica del pensiero
umano; ne seguiamo la rappresentazione senza accorgerci che stiamo abitando la
metafora scarselliana: per prodigio di penna, infatti, essa si fa inavvertibile,
si veste da vicenda o da suggestiva “Istoria” come negli antichi poemi
cavallereschi. Di questa inimitabile unicità del Poeta e Maestro è ancora una
volta testimone il sedicesimo poema “Genesis – Fiaba della guerra e della pace”.
Leggi il testo...

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L'autore mentre legge la sua opera. |
Duccia Camiciotti che ha seguito nel
tempo l'opera dell'autore ha detto: Veniero
Scarselli, vuoi nelle tematiche vuoi stilisticamente, è del tutto originale; ma
non solo, è assolutamente distante da qualunque esempio di scrittura. E veniamo
proprio alla scrittura, quando, come la sua, è totalmente chiara e
comprensibile, incurante di mode formali, o vezzi, o abitudini; in questa, che
chiameremo scrittura appunto per non mischiarla nemmeno tangenzialmente con
alcun parametro noto, non è assente l’epica, né la storia ad ampio raggio, come
il titolo biblico suggerisce, né tantomeno l’etica o il contenuto civile; ma una
componente spunta in modo sornione ed apparentemente ingenuo dal “diario” del
protagonista ed è la Satira, intesa come ironia sorgiva sottesa ad un discorso
dall’apparenza seriosa (...).
Leggi il testo...
Le descrizioni, in verità molto toccanti, di alcuni momenti
d’amore nei confronti degli animali, della donna, del paesaggio e del mondo
vegetale in genere, hanno parole di una poesia così emozionante da toccare
veramente ed autenticamente le vette dell’arte della parola, senza per questo
voler collocarsi in un qualsiasi genere letterario che non esprima la forza del
sentire.
Veniero Scarselli e Anna Balsamo hanno recitato a due voci l'intero poema.

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La Sala congressi della Cassa di Risparmio di Firenze dove
si è svolta la presentazione del volume Genesis
di Veniero Scarselli. |
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