La gara come ogni anno si è svolta in un'atmosfera festosa: i sapori, i
profumi come gli altri anni, uno spettacolo poi sul tardi coronava l'evento;
artisti famosi si sono alternati sul palcoscenico che ha per scenario le
vestigia d'un antico castello poi diventato Santuario in onore di san Vito, ma
quest'anno, a mio avviso i sapori ed i profumi erano un po' amari non per la
bontà degli ingredienti, veramente genuini ma perchè aleggiava nella festosità
dei sorrisi e nel cicaleccio gioioso dei visitatori il ricordo delle vittime di
Kabul e di tanti altri esseri sconosciuti vessati ed uccisi nelle parti dolenti
del mondo, e poi la solerte presenza delle forze pubbliche ad ogni svolta delle stradine
medievali di questo unico sito marinaro, che tanto fascino esercita sui
visitatori provenienti da ogni parte della terra, facevano pensare alle altre
parti del mondo dove la fortuna di questa festa non può esserci, eppure a San
Vito Lo Capo succede lo straordinario evento di vedere insieme c col sorriso
sulle labbra gente deil Senegal, Costa d'Avorio, Palestina, Italia, Marocco,
Francia, Israele, Tunisia: otto paesi uniti da una semola e tutti con una grande
voglia di sorridere con il cuore attraverso il piatto della pace.
Noi possiamo sperare che ogni chef di questi paesi qui riportati, in
queste sere – dal 22 al 27 settembre 2009 – riesca ad ottenere, con la bontà del suo
piatto in gara, ciò che tanti grandi della terra non riescono ancora a
concludere: una pace duratura per tutti e con tutti. Desiderio irrealizzabile?
SanVito Lo Capo (Trapani) ci prova da dodici anni con questa meravigliosa festa,
riuscendo a creare un'atmosfera di fratellanza almeno fra le persone semplici e
buone! Perchè negarci la speranza che i grandi della terra nel futuro ci possano
onorare con la loro presenza ed estasiati dalle bellezze del luogo e dai sapori
del Mediterraneo, desistano da ogni altro pensiero nefasto? Vuole essere un
augurio per tutti i popoli tormentati, forse un desiderio ingenuo, ma sperare
non costa nulla ed in questo momento quel che conta è l'essenzialità della
speranza.
Francesca Simonetti
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Senegal
Ba Diatou
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Costa d'Avorio
Abibata Konate
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Palestina
George Suhleil Srour & Johnny Goric
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Italia
Giuseppe Favaloro, Enrico Bricarello & Vincenzo Caradonna
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Marocco
Mohamed Hassani & Mohamed Bendahou
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Francia
Jean-François Haloin
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Israele
Guy Peretz
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