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Ombríe
la prima presentazione
a Trento

Nella prestigiosa Sala di Rappresentanza del Comune a Palazzo Geremia a Trento, il giorno 15 novembre 2012 alle ore 17,30, si è svolta la presentazione del nuovo libro Ombrìe della poeta Lilia Slomp Ferrari. L’incontro è stato organizzato dalla “Pro Cultura” e dal Comune di Trento. Questa volta la raccolta è in dialetto trentino ed esce dopo dieci anni di pausa nei quali l’autrice ha dato alle stampe due raccolte in italiano dal titolo: All’ombra delle nove lune (2005) e Come goccia di vetrata (2008). Questo è il suo decimo libro.

La prestigiosa Sala era gremita di appassionati di poesia, simpatizzanti e amici che hanno voluto testimoniare all’Autrice tutta la loro stima e il loro affetto.

La serata è stata brevemente introdotta dal presidente della “Pro Cultura” Renzo Francescotti che ha dato il benvenuto illustrando lo svolgimento dell’incontro.

da sx: Nadia Scappini, Elio Fox, Lilia Slomp Ferrari, Renzo Francescotti.

Ha preso poi la parola Elio Fox, considerato il massimo studioso del dialetto trentino e non solo, con la lettura della sua incisiva prefazione dove fra l’altro viene evidenziato il cammino poetico di Lilia Slomp Ferrari. Un breve stralcio: Lilia ci ha insegnato che con la poesia si possono raggiungere tutti i traguardi dello spirito, anche i più remoti ed impegnativi. Proprio per questo, raggiunta la maturità poetica, lei non si è mai posta il problema di essere accessibile, pur senza abbandonare il desiderio e la speranza di essere comunque compresa.

In tutto l’ormai lungo percorso della poesia di Lilia ci sono momenti di apertura e momenti di chiusura, momenti di dialogo e momenti di pausa: non è che la poetessa cerchi volutamente rifugio nell’enigma, ci approda perché il pudore è una componente caratterizzante del suo modo di essere e di comportarsi. Apparentemente estroversa, in realtà non lo è affatto, è sempre alla ricerca di sicurezze e di conferme. Vive, come tutti i veri poeti, la sua inquietudine intellettuale.

Per questo la poesia di Lilia Slomp Ferrari esige molta attenzione: è una poesia la sua che non consente letture approssimative. Il suo tessuto lirico impone continui rimandi al suo mondo interiore, alle sue visioni, alle sue impressioni, alle sue inquietudini, sensi ai quali va aggiunta la sua sconfinata fantasia. Per questo le sue liriche sono cariche di segnali e di simboli, che la pongono quasi al limite della poesia dialettale (non solo trentina), nel senso che da tempo questo suo mondo poetico ha tagliato i ponti con certo conformismo che lo teneva agganciato al convenzionale. È ovvio, quindi, che questa diversa cifra della sua poesia, non possa avere più alcun riferimento con il passato, perché alle spalle non troverebbe nulla in cui riconoscersi.

Lilia Slomp Ferrari e Lucia Maestri, Assessore alla Cultura Comune di Trento.

Lilia Slomp Ferrari.

Il secondo intervento è stato della poetessa e scrittrice Nadia Scappini che si è soffermata anche sui risvolti della poesia in italiano di Lilia. Anche di quello che ha detto Nadia un piccolo stralcio:

A recensire questo libro mi ha in fine sostenuto la convinzione che, dove non fossi riuscita ad entrare nelle sfumature e nelle pieghe del dialetto, mi avrebbe soccorso la stessa poesia. Poesia capace, quando è tale, di trasmettere le giuste vibrazioni insieme alla densità e a quel quid di misterioso e sacro che appartiene all’anima profonda di ogni uomo e che la nostra poeta sa far affiorare con naturalezza, perché lo custodisce e lo coltiva da tempo dentro di sé.

Mi sono perciò lasciata condurre e sedurre dallo sguardo di Lilia Slomp dentro questo suo nuovo percorso poetico ed esperienziale. Spero di averne còlto almeno l’intenzione, se non il tessuto in trama e ordito.

In maniera certamente rapsodica e schematica, data l’impossibilità di fare un’analisi dei testi, mi limiterò ad alcune personali riflessioni.

Non chiede poco questa poesia: ci chiede, infatti, di cogliere la parola con responsabilità. Non chiede poco - è vero - ma ci dispone, purché acconsentiamo, ad addentrarci su una strada in grado di restituirci quel mondo invisibile che abbiamo smarrito e però appartiene per natura e diritto a ciascuno di noi. Ci dispone, inoltre, a mantenerci vigili nei confronti del quotidiano - che è parte della nostra vita e dunque anche della morte - del nostro sentire, del nostro gioire, del nostro soffrire. Poesia esigente, dunque, ma capace di farsi dono.

Dopo la lettura di alcune poesie da parte dell’autrice e di Antonia Dalpiaz a sua volta poetessa e scrittrice, dopo le canzoni in dialetto trentino cantate e suonate alla chitarra magistralmente da Piergiorgio Lunelli, davanti a un pubblico attentissimo e partecipe ha preso la parola Lilia Slomp Ferrari ringraziando chi si era premurato affinché la serata potesse riuscire nei migliori dei modi e il meraviglioso e caloroso pubblico. Ha ringraziato l’Assessore alla cultura Lucia Maestri che ha messo a disposizione la splendida Sala invitandola a prendere la parola. Il suo intervento è stato particolarmente apprezzato per la semplicità del discorso e i concetti profondi sulla salvaguardia del dialetto e l’importanza di continuare a scriverlo.

Veduta d'assieme della sala di Palazzo Geremia a Trento.

Ha chiuso l’incontro la voce e la chitarra di Piergiorgio Lunelli che tra la commozione generale ha cantato una delle più belle canzoni trentine La Madonina con il pubblico che in tacito sottofondo modulava a sua volta le parole scritte dal compianto poeta Italo Varner su musica di Camillo Moser.

Ombrìe gode della Postfazione di Paolo Ruffilli considerato uno dei migliori poeti e critici italiani viventi al quale l’autrice ha rivolto parole di riconoscenza e ringraziamento.

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