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Incontro di segni e di versi

Hanno intenti gli artisti e i poeti in questi tempi, in cui passato e futuro sembrano remoti, inconciliabili? Lo spazio catturato a lampi, la fuga del/dal quotidiano, la tensione per il consistere, l’impeto verso un altrove, la memoria denegata e per ciò recuperata al sentimento: se queste sono alcune spinte allo/dello scrivere, del dipingere, è possibile rintracciare, nell’opera compiuta, il senso? Interrogativi derivati da un oggi teso ad eluderli con la parola “assoluto” - per esempio - che regna sovrana, dentro a una critica nutrita più di descrittività che di scavi. (Va da sé: scavi intesi non da gradini, parametri, ideologie(!) posti a priori.)

La domanda mi è sorta quando gli artisti (Claudio Castellani, Silvestro Castellani, Anna Giargoni, Ermes Ottaviani) hanno invitato i poeti (Antonio Baruffaldi, Leonardo Castellani, Silvia Cecchi, Elisabetta De Boni, Gaetano Forno, Graziana Gardelli, Anna Giargoni, Angelo Iacomini, Maria Lenti, Gianluca Mancini, Umberto Marinello, Rosanna Perozzo, Manuela Romanello, Domenico Tampieri) ad essere nelle loro opere.

Un incontro di segni e di versi: quadri e sculture per una diversità di significazioni, ognuno e ognuna con la propria inclinazione, già ricca di “pratica” pittorica o scultorea da un lato e dall’altro poetica.

Più che significazioni ne risultano pensieri intorno ad esistenza e vita, e - insieme - su come la creatività (il leopardiano “impeto creativo”) apra altri orizzonti di fibrillazioni, nuove domande su un presente “senza tempo tinto”, mentre il “viaggio” di ognuno e di tutti è in continuo rimescolamento nella stasi. C’è uno spiraglio?

L’incontro ha precedenti illustri, diffusi nella teoria e nella prassi, dall’antichità ai giorni nostri, con l’esplosione - esempi più vicini e noti - del futurismo, del dadaismo, del surrealismo, delle avanguardie in tutto il Novecento, quando - nell’assenza di certezze o nel volerle demolire - si è andati alla ricerca di “un più”, di una differente traiettoria, di azzeramenti o di proposte, scovando d’emblée contraddizioni nel reale e aprendo disordini e conflitti

La scelta degli autori qui presenti, ognuno nella sua specificità segnica e di poesia (ma si guardi come si mescidano colori e immagini del testo artistico e poetico; come non si distingua chi abbia sollecitato chi; come dinamica e prospettiva siano un tutt’uno; come pathos ed ethos abbiano un suono simile; ecc.), forse non ha intenti tanto radicali come nei casi citati: semplicemente si pone a rimbalzo, si insinua nelle oscurità dell’oggi, intuendone uscite non fuggitive, echi più duraturi.

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