| |
La lezione di Padre Giacon
A Carlo Giacon (1900-1982) padovano,
gesuita, pensatore di indirizzo neo-tomista, per lunghi anni titolare della
cattedra di Storia della Filosofia nella nostra Università, Maria Rosa Ugento ha
dedicato un libro per esprimere riconoscenza al suo “padre spirituale”.Orfana di
madre dalla tenera età e vedova a poco più di trent’anni, l’autrice ha trovato
in Giacon una guida “ferma, umanissima, efficace, una vicinanza con la
benevolenza, il conforto, la preghiera”.
Quando ha conosciuto il sacerdote?
Nel periodo della mia presidenza
scolastica a Borgoricco, tramite una insegnante di lettere, che aveva discusso
con lui la tesi di laurea.
Qual è stato il significato di questo incontro?
Sin dal primo momento mi sono resa conto
di aver trovato una persona che mi capiva, che si interessava alla mia vita. E’
stato un incontro straordinario, tanto che alla sua dipartita mi è sembrato di
aver perso una parte di me: mi sono sentita triste e sola, ho però pensato che
sicuramente dall’alto avrebbe continuato a proteggermi.
Che cosa ha apprezzato di questo gesuita?
La profondità del pensiero, il linguaggio semplice e chiaro, la passione per
l’insegnamento, la capacità di farsi comprendere e di dare suggerimenti
convincenti
Ora gli rende omaggio con questo libro dal titolo Padre Giacon: un
ritratto familiare:
Dopo quasi venticinque anni dalla morte,
ho voluto onorare la persona e ricordarla attraverso pagine in cui riporto
alcuni suoi scritti a me indirizzati.
Quale eco ha avuto la sua pubblicazione?
Tra gli innumerevoli riscontri, Sua
Santità Benedetto XVI, per esempio, ha apprezzato “le affettuose espressioni di
venerazione e di stima”, mentre padre Giuseppe Betori, segretario generale della
Conferenza episcopale italiana, ha osservato:”Gli scorci umanissimi che con
gratitudine queste pagine aprono, arricchiscono la figura dell’insigne studioso,
restituendo i frutti che la sua solidarietà sacerdotale, la fede e la
sollecitudine hanno saputo produrre.
Ricordiamo che padre Carlo Giacon era solito dire ”Il Dio delle Galassie e
dell’Eucarestia, il Dio della creazione e dell’incarnazione, il Dio della natura
e della grazia ci vede, ci ascolta, ci ama e ci accontenta”: Parole non solo di
fede, ma anche di speranza. Che continuano ad essere, per chi lo ha conosciuto,
di conforto e di sprone.
"Il Gazzettino"
3 febbraio 2008
| |
 |
rubrica |
|