Intervista a
Giampietro Tonon
dalla carta al web
Dopo tante insistenze finalmente Giampietro Tonon ha
capitolato e mi ha concesso questa intervista. Lo conosco da anni, almeno dal
1994 quando è nata la rivista “Punto di Vista” che posso dire ha rinnovato il
mondo delle riviste letterarie amatoriali. Ma poi con l’inizio del mondo di
internet l’ha chiusa nel 2005, nonostante le lamentele degli autori, e si è
dedicato completamente al sito Literary.it avviato già nel 1999, sito che nel
suo progetto – tecnicamente realizzato dal figlio Mattia laureato in Matematica
a indirizzo informatico – oltre a favorire la diffusione dell’informazione
letteraria (premi ed eventi), organizza in modo razionale la storia degli autori
secondo uno schema quasi enciclopedico. Cerchiamo ora di strappare qualche
dichiarazione anche rispetto alla realtà attuale e alle prospettive di questo
mondo di internet sempre più presente nella nostra vita quotidiana.

Cosa aggiungeresti alla tua
storia?
La mia storia, come hai premesso, posso dire che parte da
quando diciottenne ho iniziato a collaborare con un mio docente a un libro di
storia dell’arte e successivamente anche ad altri suoi libri d’arte e in seguito
– anche se molto attratto dalla storia presente e passata di Padova – non ho più
abbandonato il mondo dell’editoria arrivando ad aprire a 46 anni una casa
editrice rivolta al mondo letterario, ma non ero interessato alla pubblicazione
di libri di poesia o narrativa. Sono sempre stato attratto dai “servizi”.
Quali servizi ritieni
abbiano bisogno gli autori?
Il principale bisogno degli autori è la “visibilità”. Le riviste frantumano
la storia dell’autore, mettendo via via in rilievo l’ultimo libro, una
recensione o qualche poesia, mentre gli autori hanno bisogno di essere compresi
nella loro intera storia letteraria. Oggi con tutte le tecnologie a disposizione
apparentemente gli autori sembrano visibili mentre in realtà riescono solo a
mostrarsi per piccoli pezzetti della loro realtà che di fatto
vengono mescolati tra i pezzetti di molti altri.
Hai parlato delle nuove tecnologie, ma
allora queste non vengono in aiuto degli autori?
Il mondo del web (internet) è affollato di molte
iniziative, vediamole sommariamente:
Blog – Li considero alla stregua di siti personali e
possono essere di due tipi: pubblicitari dell’autore o tematici. Nel primo caso
presentano i materiali secondo priorità decise dell’autore. Nel secondo caso
svolgono tematiche gestite in toto dall’autore o aperti a contributi esterni. I
blog sono molto utili a rispondere alle esigenze del momento, ma non mostrano un
quadro logico, di tempo e spazio, ai navigatori che non conoscono l’autore.
Social Network – Nati pochi anni fa, hanno avuto un incredibile successo, basta
pensare a Facebook. Nella tua pagina inserisci una cosa che t’interessa, ma se
torni a vedere dopo qualche ora numerosissimi amici hanno aggiunto delle loro
cose che il più delle volte non hanno attinenza con quello che hai scritto tu e
il tuo messaggio si è perso in fondo alla pagina. E sappiamo bene che i
navigatori sfogliano qualche messaggio e poi cercano dell’altro. Insomma la
situazione è estremamente fluida.
E il mondo della carta che
fine farà?
Non credo assolutamente che il mondo della carta finirà, il
libro continuerà a vivere in una dimensione diversa da quella che conosciamo. Da
un po’ di tempo molti autori scivolano sugli e-book, ma non hanno capito che
l’e-book deve andare parallelamente al libro di carta. Non credo si possa
pensare di proporre una presentazione pubblica di un e-book, mancherebbe
l’oggetto-libro su cui parlare, quindi bisognerà pensare a un libro stampato con
le nuove tecnologie in un numero limitato di copie e dopo uno o due mesi diffonderlo in e-book. E anche le case
editrici dovranno pensare a una loro ristrutturazione sia tecnica che
concettuale.
E alle riviste di carta che
futuro le attende?
Qui il discorso si fa più complesso. Fino ad oggi le riviste di carta
sopravvivono grazie all’affezione degli abbonati che le seguono da molto tempo,
ma chi le gestisce dovrà pensare al futuro e io l’unica strada che vedo per una
nuova primavera delle riviste è sviluppare delle sinergie con il mondo
dell’informatica, il ché non vuol dire trasferire forma e contenuti dalla
rivista al web, come ho visto fare da alcuni, ma costruire un insieme
simbiotico che da un lato possa soddisfare gli appassionati della carta e
dall’altro possa soddisfare le nuove possibilità offerte da web. Bisogna
sviluppare sinergie, mettere assieme più esperienze che dialoghino in modo
sinergico. In occasione di un convegno tenutosi nel 2003 tra direttori di
riviste letterarie, cartacee tanto per intenderci, avevo tentato di farli
riflettere sulle nuove strada che era necessario intraprendere, ma ho visto che
si alzavano solamente barricate dove ognuno difendeva il proprio orticello senza
rendersi conto di cosa invece si stava preparando nel mondo della comunicazione.
Nel complesso come vedi il
futuro del mondo letterario?
I poeti e gli scrittori non si fermeranno, gli uni
continueranno a scrivere poesie e gli altri a scrivere racconti o romanzi.
Dobbiamo renderci conto che siamo in una fase storica di passaggio nella quale
gli autori possono solamente essere spettatori e svolgere un ruolo di
riflessione. Se un ruolo attivo potrei riconoscere è proprio negli editori, nei
gestori delle riviste e dei siti internet.
Quali novità hai in
programma?
Una recente è Case di scrittori.it on line dall’agosto
del 2011, di fatto la traduzione on line della famosa guida Case di scrittori
del compianto mio collaboratore Gilberto Coletto aperta a nuovi contributi da
parte delle istituzioni delegate. La prossima novità che sarà on line dai primi
del 2013 è Metrica italiana.it e anche questo traduce on line il
Glossario di
metrica italiana, uscito negli anni scorsi in tre edizioni, del mio più stretto
collaboratore Luciano Nanni. Sono due strumenti che mettono a disposizione dei
navigatori due realtà che fanno da corona a “Literary.it”. Sia Case di scrittori
che Metrica italiana sono strumenti che possono accogliere nuove istituzioni il
primo e i nuovi termini lessicali o dibattiti linguistici il secondo. Insomma,
non sto fermo perché l’insieme del mondo letterario è ancora povero di strumenti
a favore dei navigatori anche se molti si spendono spesso in modo disordinato.
Ti ringrazio di questa occasione che mi hai dato per chiarire alcuni
miei punti di vista sul tema del mondo letterario visto da un editore non
letterario né letterato.
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