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acantabolo
(a-can-tà-bo-lo, anche ancantòbolo) sost. m. sec. XVIII et. dal gr.
akanthobólos [ákantha, spina]. Tipo di pinza chirurgica per
estrarre schegge, spini o simili, o per estirpare i peli di palpebre, narici
e sopracciglia; è formata da due mollette le cui estremità sono dentellate. |
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agiosidero
(a-gio-si-dè-ro)
sost. m. sec. XVII et. cfr. hágios
santo, e síderos
ferro, da cui la pronuncia agiosìdero.
1. lastra di ferro larga circa 7 cm e lunga 28 tenuta sospesa con una corda nel
mezzo sopra la porta della chiesa; se ne servono i cristiani in Turchia nel caso
che l’uso
delle campane sia interdetto; 2. in Grecia, specie di ferro usato al posto delle
campane per chiamare i fedeli in chiesa; il termine
è
in genere sinonimo di agiosimàndro. |
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agnomoni
(a-gnò-mo-ni)
sost. m. pl. sec. XIX et. dal gr a- alfa privativo, e gnómon
indice, riga, propr. che conosce (gnomé
conoscenza, intelligenza). Termine veterinario che si riferisce ai
cavalli la cui età
non è
più
possibile rilevare dai denti incisivi (Salvin.); si chiamano gnomóni
(sinonimo di fagiuoli) gli incisivi dai quali si può
valutare l’età
del cavallo. |
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ancerrino
(an-cer-rì-no) s. m. sec. XIX et. non riportata [anca? parte esterna
arrotondata della poppa; fr. ancre? àncora] Perno di ferro che viene
posto nell’asse della ruota dei cannoni per impedire che esca; è termine di
uso soprattutto marinaresco. |
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alaoscopia
(a-la-o-sco-pì-a)
sost. f. sec. XVII et. non riportata [gr. a- privativo, láo
video (aláos
non vedente), skopía
a sua volta da skopéo
io vedo attentamente] Speculazione, spec. in filosofia, su argomenti o
soggetti inconsistenti; per Card. I,55 termine letterario di origine greca.
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alefangino
(a-le-fan-gì-no)
agg. sec. XVI et. incerta, forse da aloe (gigliacea il cui succo
amaro viene adoperato in medicina) come uno dei suoi ingredienti. 1. di
pillola composta da svariati e numerosi elementi; utilizzata nei disturbi
dello stomaco o giovevole alla secrezione gastrica; pillole a. dette
anche di Mesue, con diverse sostanze aromatiche (Ric. Fior.); 2. riferito a
spezie, equivale a odorifere. |
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apulotico
(a-pu-lò-ti-co) agg. sec. XIX et. incerta. Di rimedio che serve per
cicatrizzare, producendo la granulazione, cioè la formazione di cellule su
piaghe e ferite in via di guarigione; esiste anche la forma epulòtico,
ritenuta variante per metafonesi a-e, non tanto certa secondo la scala
vocalica di L. Serianni in Gramm. it. 13; l’et. della prima parte
sembra provenire dal gr. epí, sopra, in quanto tale medicamente viene
posto sulla parte interessata. |
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bareocolimbica
(ba-re-o-co-lìm-bi-ca) sost. f. sec. XIX et. non riportata [gr. barýs,
pesante; kòlimbos, uccello acquatico (Colymbus: Linneo), da
cui il vr. kolýmbao, mi tuffo]. Parte della statica che tratta dei
corpi gravi che galleggiano sull’acqua, ne studia il comportamento e
fornisce indicazioni per sfuggire a eventuali pericoli. |
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brachiblasto
(bra-chi-blà-sto) sec. XX et. dal gr. brachýs (breve, corto) e
blastós (germe).
1.
agg. di ramo che ha poco sviluppo; 2. sost. m. ramo che ha gli internodi
assai ridotti nel senso della lunghezza e generalmente porta diverse foglie:
lo si riscontra in particolare nel larice, in conifere (pini) e rosacee;
contr. macroblàsto. |
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cafagnare
(ca-fa-gnà-re)
vr. non trans. sec. XVII et. non riportata. 1. preparare il terreno per
piantarvi alberi; 2. fare buche apposite, larghe e poco profonde, denominate
anche formelle, voce peraltro che da qualche autore si ritiene
attinente al significato 1. |
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caleggioli
(ca-leg-giò-li)
sost. m. sec. XVIII et. prob. da canna, cannuccia; solo al pl.
ma secondo i vari autori anche caléggioli,
caléggiole
al f. (Petr. II,139) e pure al sing. calèggiolo,
tutte forme attestate; minuscole canne che crescono in forma di cespugli nei
campi e sono dannose per il terreno (cfr. Soder.); virulenza dei c.
(in Bol. I-58) per la loro capacità
infestante. |
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cataptosi
(ca-ta-ptó-si,
o secondo altra sillabazione ca-tap-tó-si)
sec. XX sost. f. invariato al pl. et. dal fr. cataptose, dal gr.
katáptosis
caduta, derivato a sua volta da katapípto
io cado giù,
composto da katá
giù,
e pípto
io cado. Caduta improvvisa al suolo, generalmente causata da un attacco di
epilessia o da colpo apoplettico. |
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cnissoregmia
(cnis-so-reg-mì-a) sost. f. sec. XIX et. non riportata. Indisposizione di
stomaco, dovuta a problemi digestivi o al tipo di cibo ingerito, per cui il
soggetto emette rutti acidi. |
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diacile
(dia-cì-le)
sost. m. sec. XVIII et. non riportata. 1. pezzo di legno o pancaccio non
movibile situato fuori dalla ruota che muove la batteria;
è
termine usato in ferriera; 2. sec. XX [et. di-
è
l’unica
parte gr. della parola, da dyo, due: indica che
è
presente per due volte quel che segue; ac, lat. acido; -ile,
suffisso della nomenclatura chimica internaz. che indica un gruppo
monovalente. Quindi: una molecola che contiene due acili, cioè
due gruppi monovalenti -COOH]. |
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idatide
(i-dà-ti-de; ant. idatíde) s. f. (pl. -i) sec. XVII et. dal gr.
hydatís-ídos, propr. goccia. 1. forma larvale (simile a una vescica) dei
Cestodi delimitata da una parete cistica alla quale possono essere attaccati
uno o più parti terminali (scolici): tale forma si insedia in diversi
organi, ma specialmente nel fegato, di vari mammiferi, compreso l’uomo; 2.
ciste di modeste proporzioni detta anche idatidocèle (Petr. 523) e
comunemente gallòzzola per la somiglianza con le bolle che fa l’acqua
quando piove forte; più esattamente però l’idatidocele è un’ernia spuria
dello scroto contenente acqua, detta pure idrocèle (Pagn. II,2); 3.
in anatomia l’i. di Morgagni è un residuo embrionale annesso agli
organi interni (epididimo, testicolo, mesosalpinge, fimbrie delle tube); 4.
genericamente, sulla cute: piccola vescica ripiena d’acqua; 5. rigonfiamento
dei vasi linfatici; 6. tumore pieno di materia sierosa; 7. verme che si
riproduce nel corpo di certi animali: ha forma di vescichetta acquosa; /
agg. idàtico, che riguarda l’i.; idatìdico, che contiene delle
i. |
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esarcia
(e-sar-cì-a; anche esàrcia, e-sar-cia) sost. f. sec. XVIII et. dal
gr. esarkés, sufficiente. 1. tutti quegli attrezzi o corredi di un
bastimento che non sono materialmente affissi al medesimo: voce del registro
del console di mare, magistrato cui è affidata la cura delle entrate della
dogana (in origine di Pisa) con la facoltà di decidere su eventuali
controversie insorte tra i mercanti; 2. il sartiame nel suo complesso; /
esarciàto, agg. che è provvisto di e. |
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froldo
(fròl-do)
sost. m. sec.
XV
et. prob. dal lat. fraus fraudis, frode, voce di area settentrionale.
1. anche argine in f., quello che costituisce la sponda naturale di
un corso d’acqua; 2. nei corsi d’acqua, spec. in pianura, argine lambito
direttamente dalle acque del fiume anche quando si trovano in magra, privo
quindi di golena. / ‘sul troncone dei f. rotti’ (Bacchelli); 3. in
idraulica, buca che si scava per la posa di tubi o sim. lasciando ai bordi
la terra; da qualche autore sinonimizzato con soggrottatura, che però
è termine pertinente alla viticultura, cioè fossa per piantarvi le viti con
al ciglio il terreno di scavo; in ambedue i casi viene usata anche la
locuzione ripa a picco. |
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galeantropia
(ga-le-an-tro-pì-a) sost. f. sec. XIX, et. dal gr. galée, donnola,
specie di animale che si tiene in casa come un gatto, e ánthropos,
uomo. Delirio malinconico per cui chi ne è affetto crede di essere un gatto
e ne imita i modi; un esempio di g. a scopi artistici appare il
Duetto buffo di due gatti di G. Rossini nel quale le voci dei cantanti
miagolano. |
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gift
(gìft)
sost. m. invariato al pl. sec. XX dall’ingl.
gift (dono, offerta); in it. ha senso restrittivo: piccolo oggetto
che le aziende offrono ai loro clienti a scopo promozionale. |
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hallesismo
(hal-le-sì-smo) sost. m. sec. XX et. dal fr. halles, mercati (in
genere coperti), con particolare riferimento a quelli parigini (halles
centrales, ora demolito; fino al 1968 occupavano un ampio spazio).
Dottrina economica che propone una valuta unica mondiale (hallis) a
cambio fisso, con l’istituzione di una camera di commercio e di una borsa
mondiali e politicamente indipendenti; in origine tale dottrina separava in
modo più netto economia e politica; hallesìsta, sost. chi aderisce
all’h.; agg. relativo all’h. |
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harveizzare
(har-ve-iz-zà-re) vr. sec. XX et. dall’inventore Harvey. Rendere l’acciaio
più resistente con un processo speciale. |
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iarovizzazione
(ia-ro-viz-za-zió-ne) sost. f. sec. XX et. dal russo jarovizacija,
derivato da jarovoi, primavera, poi in ingl. jarovisation.
Procedimento che riduce il tempo del ciclo vegetativo di una pianta
sottoponendone i semi, prima di metterla a dimora nel terreno, a basse
temperature. Ciò consente di estendere più a nord la coltivazione di piante
che richiederebbero per il loro ciclo vegetativo climi più caldi. Tale
metodo è stato ideato da Trofim Denisov Lisenko (1898-1976): viene anche
detto vernalizzazióne. |
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idiotrofo
(i-diò-tro-fo) agg. sec. XIX, et. dal gr. ídios, proprio,
particolare, e trophé, nutrimento. Di animale che si ciba di
esemplari della propria specie; in pratica anche un cannibale si può
ritenere un soggetto i. |
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impolminato
(im-pol-mi-nà-to)
agg. sec. XIV et. da polmone. Si dice d’un
uomo debole o flaccido, tendente al giallo per malattia, specialmente per
itterizia o infezioni interne come l’idropisia.
/
‘Era
un uomo... molto giallo, e quasi impolminato e mal fatto’
(Sacchetti). |
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kleksografia
(klek-so-gra-fì-a)
sost. f. sec. XX, come et. si tratta di un ibrido (cfr. Glossario di
metrica) dal ted. kleks, sgorbio o macchia d’inchiostro,
e dal gr. graphía.
Disegno che si ricava da una macchia d’inchiostro
piegando e ripiegando il foglio su cui si trova; in psicologia la k. viene
usata affinché
il paziente descriva le eventuali figure che gli sembra di individuare.
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lagòstoma
(la-go-sto-ma) sost. m. sec. XIX et.dal gr. lagós, lepre (lago-
come primo elemento che indica anche somiglianza con la lepre), e stóma,
bocca; 1. impedimento a pronunciare in modo chiaro alcune lettere bilabiali
(b, m, p) o labiodentali (f, v), difetto particolarmente riscontrabile nel
labbro leporino (lagòchilo); 2. secondo alcuni autori sin. di labbro
leporino; cfr. lagòstomi o lagostòmidi, famiglia di roditori
americani che presentano caratteri morfologici fra il topo e la lepre. |
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lifo
(lì-fo) s. m. invariato al pl. sec. XX et. acronimo composto dall’ingl.
l(ast) i(n), f(irst) o(ut) propr. ‘ultimo a entrare, primo a uscire’.
Criterio secondo il quale le merci giacenti in un magazzino vengono valutate
ai prezzi d’acquisto correnti: formula valida quando vi sia un persistente
aumento dei prezzi. |
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limnetico
(lim-nè-ti-co, pl. limnetici; anche lìmnico, in tal caso et. dal gr.
límne, lago, stagno, palude) agg. sec. XX, et. dal gr. limnétes,
palustre. Che si riferisce ai laghi, sin. di lacustre, ma di uso più
letterario o scientifico. | plancton l., che si forma nelle acque dei
laghi. | deposito l. o limnico, strato di varie sostanze
giacenti o in formazione sul fondo dei laghi. |
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maragnola,
anche maragnuola (ma-ra-gnò[gnuò]-la)
sost. f. sec. XIX et. non riportata. Mucchio di fieno in forma di bica o
piramidale che si fa nel prato stesso oppure sull’aia;
gli agricoltori la fanno direttamente sui campi dopo che il fieno si
è
seccato;
è
termine d’uso
popolare o volgare. |
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marciacòtto
(mar-cia-cot-to) sost. sec. XVIII et. assai incerta, pare dal fr. marque,
marchio, e cotto perché il procedimento si esegue a fuoco;
rivestimento vitreo dato a pentole, tegami o altri recipienti; è diverso
dalla vetrificazione, nella quale il materiale subisce una
trasformazione vetrosa o di consistenza simile al vetro. |
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mattalotaggio
(mat-ta-lo-tàg-gio) sost. m. sec. XVI? et. da fr. matelot, marinaio
(in olandese mattenoet). Stipendio e viveri del marinaio. ‘E peraltro
il francese Matelotage scrםo scrםo’ (Fanf. 928): descrizione ripresa
con piccole varianti grafiche dal Sassetti. |
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nagualismo
(na-gua-lì-smo)
sost. m. sec. XX et. da nagualli
‘essenza
della divinità’,
a sua volta da nagual
‘animale
associato all’uomo’.
Credenza degli indigeni dell’America
Centrale secondo cui il destino di ciascun uomo
è
legato a quello di un animale: tale identificazione tra i due può
arrivare a un legame così
stretto che l’uccisione
dell’animale
potrebbe portare alla morte dell’uomo.
[per le et. di origine gr. ci siamo avvalsi della consulenza di Gaetano
Forno] |
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nemàtico
(ne-ma-ti-co; pl. m. -ci, f. -che) agg. sec. XX et. dal gr. nematikós,
intrecciato, a sua volta da nématos, filo o filamento; relativo allo
stato di una materia fra il liquido e il cristallino, avente bassa viscosità
e struttura filamentosa. |
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nomboli
(nòm-bo-li)
s. m. solo al pl. sec. XIX et. non riportata. In marina, cordicelle più
piccole preparate per esser unite assieme e formare così
corde più
grosse; qualche autore le
ìndica
col termine cordoni o legnuoli ( lat. linoleus, di
lino), tuttavia il primo termine può
ingenerare confusione, il secondo riguarda filacce ritorte a spirale in
senso contrario alle filacce stesse, dette con significato più
ampio trefolo. |
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ortodromia
(or-to-dro-mì-a; anche or-to-drò-mia) sost. f. sec. XVIII et. dal gr.
orthodromêin, correre (ortós o orthós, diritto, e
drómos, corsa) 1. linea diritta percorsa da una nave con lo stesso
vento; 2. id. in genere; 3. percorso di un vascello o nave seguendo un arco
di cerchio, il più breve tra due punti dati; 3. in geom. linea che congiunge
due punti di una sfera secondo un arco di circolo, particolarmente per ciò
che riguarda la superficie terrestre che viene considerata sferica. /
navigazione per o. detta anche ortodròmica, compiuta basandosi
sull’o. / agg. ortodròmico; linea o, (per ellissi del sost.
vale come ortodromia), distanza o./ ortodromicamente, av.
secondo la suddetta linea. |
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pispilloria (pi-spil-lò-ria) sost. f. sec. XIX et. voce
onomatopeica da pissi (bisbiglio) con suffisso in -oria [pìspola, uccellino
più piccolo dell’allodola, noto per il suo canto simile a pis-pis] 1.
strepito che tanti uccelli fanno insieme, spec. passeri; 2. cicaleccio di
più voci, rumore di persone che bisbigliano; 3. discorso lungo e noioso; 4.
pop. o fig. discorso che si fa sottovoce alle spalle di qualcuno da più
persone; pettegolezzo, mormorazione; / ‘delle allodole e dei cardellini che
facciano pispilloria’ (Faldella); ‘Così tutta pomposa ne n’andò | A quella
festa: ora considerate | Che pispilloria allora si formò. | Fra lor fecero
mille cicalate’ (G. B. Fagiuoli, Rime II,10). |
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poscondola
(po-scòn-
do-la; anche con accento acuto: scón)
sost. f. sec. XV? et. non riportata [lat. positus, situato; post,
dopo; condere, racchiudere]. Piccolo prato che si trova tra le
macchie e nei boschi (Soderini). |
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prossemica
(pros-sè-mi-ca) sost. f. et. fine sec. XX secondo due et. a. dall’ingl.
proxemics, vocabolo coniato dallo studioso americano E. T. Hall sulla
base dell’interfisso séma, dal gr. segno; b. da prox(imity),
in ingl. prossimità, con probabile suffisso -emics. Branca della
semiologia che studia lo spazio fisico tra le persone, e più esattamente la
tendenza di ogni individuo a porre tale spazio ta sé e gli altri in funzione
comunicativa, anche in senso psicologico; la p. può venire estesa a gruppi o
realtà sociali nel modo di porsi nello spazio e al modo di organizzarlo. |
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ritreppio (ri-trép-pio) sost. m.
sec. XIX et. non riportata [ri- particella; treppio, triplo] 1. imbastitura
fatta con punti molto larghi nel tessuto, perciò detta anche impropriamente
tessitura o più propriamente sessitura; il r. si fa in genere in fondo alle
vesti per allungarle o accorciarle secondo necessità, prima della cucitura
definitiva; 2. la ripiegatura che si cuce provvisoriamente per misurare la
lunghezza d’un vestito, gonna o sim. detta anche per sinonimia basta o piega
(cfr. Pal. 996). |
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rocmo
(ròc-mo) sost. m. sec. XVII? et. non riportata, tra le più probabili: a. dal
lat. raucus, roco; b. più accreditata, dal gr. rògchos, il
russare; suono che viene emesse tra le fauci durante il sonno; va quindi
inteso il singolo suono, e non il russare nel suo insieme come fenomeno; si
potrebbe sinonimizzare con russìo (Zing. 1396), che però è sost.
frequentativo, o meglio con russo (ib.), il suono emesso.
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sanforizzazione
(san-fo-riz-za-zió-ne) sost. f. sec. XX et. dall’anglo-americano to
sanforize, a sua volta dal nome dell’inventore L. Cluett Sanford.
Procedimento che rende irrestringibili i tessuti, specialmente di cotone;
tali tessuti vengono sottoposti all’azione congiunta di umidità e calore in
un complesso di macchinari; nell’ultimo passano su un feltro sul quale
prendono quelle dimensioni che resteranno inalterate anche durante l’uso
dell’indumento; / vr. sanforizzàre, sottoporre un tessuto alla s. |
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scaramazzo
(sca-ra-màz-zo) agg. sec.
XVII
et. incerta.
Che
non è ben tondo, ma presenta protuberanze: si dice soprattutto delle perle
non perfettamente rotonde; / sost. f. scaramàzza: 1. la perla con
irregolarità (termine usato da G. D’Annunzio); una collana di s.; 2.
sin. di gibbosità. |
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schenobatica
(sche-no-bà-ti-ca) sost. f. ma può usarsi come agg. (pl. m. -ci, f. -che)
sec. XVIII et. non riportata, la più accreditata dal gr. skené tenda
o scena, e báino, io vado. L’arte di ballare sulla corda; qualche
autore lo sinonimizza con funambolismo (iperonimo), che però è
camminare o fare esercizi su una corda tesa; la s. non ha senso figurato; /
schenòbate o scenòbate è spesso sin. di funambolo
(Zing. 1441). |
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sido
(sì-do) sost. m. sec. XVI et. dal lat. sidus, astro o stella. 1.
freddo di estrema intensità; dagli antichi fu detta antonomasticamente
Sido la ‘stella della tramontana agli stidori del vèrno’ (Fanf. 1424);
‘morir di Sido’ (Burchiello), ‘nel s. dell’inverno armata muovi’ (Salvini);
‘Patrium sidus’ (Plinio Secondo) il clima del paese; 2. assideramento, cioè
intorpidimento dovuto al gran freddo; 3. qualche lessicografo lo sinonimizza
con ghiado nell’accezione di gelo o ghiaccio; ghiado significa anche
coltello, dall’et. latina gladium (spada) e si trasferisce in s.
tramite la locuzione figurata ‘freddo che ferisce’; |
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simfilia (sim-fi-lì-a) sost. f.
sec. XX et. dal gr. sýn (con) e philía (amicizia). Proprietà che hanno certi
invertebrati (artropodi) a vivere in simbiosi con le formiche e le termiti;
cfr. sìnfilo, ospite di una società d’insetti; si differenzia da
mirmecofilìa che riguarda insetti che possono vivere anche a discapito delle
formiche ospitanti. |
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scoviglia
(sco-vì-glia) sost. f. sec. XVIII et. non riportata [in veneto scova,
scopa]. 1. sporco o immondizia che si toglie con la scopa; 2. sin. di
spazzatura (Manf. 517). |
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strecola
(strè-co-la)
sost. f. sec. XIX et. non riportata. 1. Colpo o pugno dato sotto la gola; 2.
colpo dato genericamente nel viso, tuttavia vanno specificati: grifone,
dato sul muso; mascellone, nel mento; sergozzone, nella gola
dal basso all’alto;
3. colpo qualsiasi, perlopiù
inferto di taglio con la mano. |
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talassurgo
(ta-las-sùr-go) sost. m. sec.
XIX
et. non riportata; si ritiene dal gr. thálassa mare, e -urgo,
suffisso come secondo elemento da ourgía, derivato da érgon,
lavoro. 1. chi si dedica alla pesca di mare; 2. anche agg. di mercante che
esercita un traffico marino. |
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tambellone
(tam-bel-lò-ne)
s. m. sec. XIX et. da tabellone (lat. tabella). 1. mattone
grande due o tre volte il normale e usato soprattutto per ricoprire la volta
dei forni o costruire pareti di poco conto (termine particolarmente toscano)
/
‘smunte
catastrofi di tambelloni’
(Far. VII, 4-5) prob. per la loro scarsa consistenza; anche tavellòne
(C. Passerini Tosi) che però
è
forato; 2. specie di argilla (litomarga) che si trova nei colori bianco,
giallastro, rosso o bruno; facile da frangere, mostra grana fine, leggera,
tenera, untuosa al tatto; non si fonde alla fiamma del tubo ferruminatore;
3. sin. di scimunito, o persona dappoco (si dice per ischerno) /
‘Eh
eh, levateci, tambelloni, di che ridete voi?’
(Coluccio, Ist. nat.) / peg. tambellonàccio,
anche nel significato 3. |
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teocrasia
(te-o-cra-sì-a) sost. f. sec. XX et. dal gr. theòs, Dio, e kràsis,
mistura o mescolanza; fusione di due o più divinità. Un caso di t. si
riferisce al dio egiziano Ammone che nel II millennio a. C. venne assimilato
al dio-sole Ra, e successivamente, per renderlo più universale, vi furono
inclusi anche i caratteri del dio Osiride; ogni divinità quindi ha i
caratteri delle altre unite per t. Per la Ss. Trinità (Padre, Figlio e
Spirito Santo) più che di t. si deve parlare di consunstanzialità. |
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trafusola
(tra-fù-so-la) sost. f. sec. XIX et. secondo Petr. da fuso. 1.
piccole matasse di seta unite per pulirle, tingerle o avviarle alla
torcitura; 2. più genericamente, qualsiasi matassa di seta (Pal. 1237). |
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troscia
(trò-scia;
pl. trosce) sost. f. sec. XIV? et. dal longobardo trau-san (cader giù)
gotico ga.drau-sjan, ted. dreuschen (da qualche autore si
ritiene voce onomatopeica, cfr. Sandron). 1. la riga che fa un liquido
scorrendo lungo la bottiglia o su una qualsiasi superficie; anche
stroscia; in questo caso riga generica di un liquido; / s. di lacrime,
per iperbole; 2. piccola fossa di forma perlopiù
quadrata e scavata in terra, profonda circa un metro, dove si tengono le
pelli e i cuoi per la concia;
è
un termine dei conciatori; la voce però
viene usata anche in idraulica; /
‘Fecemi
buona concia nella t.’
(D’Annunzio);
3. sin. di pozzanghera; /
‘per
le t. stagnanti’
(Pirandello); 4. rivolo d’acqua. |
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ule
(ù-le) sost. f. sec. XVIII, et. ignota, qualcuno propone dal gr. (o)úlon,
gengiva, per la forma. 1. cicatrice o macchia, generalmente biancastra,
lasciata da una ferita che si è rimarginata; 2. specie di ulceretta che
rimane dopo aver risanato la cornea. |
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volandiero
(vo-lan-diè-ro) agg. sec. XX et. incerta: volante? volanda? nel senso di
girare. 1. di trasporto effettuato con mezzi non di linea, ma predisposti
tra il mittente e il destinatario; 2. relativo a tale trasporto; /
accordi v., presi al riguardo; / traffico v., riferito a
trasporti concordati; 3. detto di nave, noleggiata per un periodo
determinato; / nave v., presa a nolo per crociere o viaggi singoli. |
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wawa
o wa-wa s. f. invariato al pl. sec. XX et. da voce inglese di
origine onomatopeica. Nel jazz: sordina di forma conica che si applica alla
cornetta o alla tromba per ottenere particolari sonorità;
anche agg. indeclinabile, es. effetti w.; in it. si pronuncia
generalmente uàua
(Sand. 2131). |
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