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Sartor

Monique (Ginevra 1964), poeta, critico d'arte e traduttrice, vive a Saronno. Si occupa d'arte cinese contemporanea, è curatrice di mostre d'arti visive (fra le quali anche di fotografia), collabora con riviste letterarie, tra le quali "Punto di Vista", per la quale sta curando la presentazione dei più rilevanti poeti contemporanei cinesi attraverso la traduzione dal cinese di poesie scelte dell'opera di ciascun autore e sta curando una raccolta antologica di poesia classica cinese. Laureata in Lingua e letteratura cinese all'Università di Venezia con una tesi sperimentale sull'arte contemporanea cinese (1976-89) e diplomata in lingua cinese moderna all'Istituto linguistico di Pechino negli anni Ottanta. In quest'ambito si è occupata e si occupa in particolar modo dei più rilevanti artisti cinesi contemporanei (residenti nella Repubblica Popolare Cinese o in esilio all'estero), fra i quali: Wenda Gu, Xu Bing, Huang Yong Ping. Ha diretto per diversi anni una Galleria d'arte contemporanea a Milano e ha collaborato con scritti di critica d'arte a riviste specializzate (tra queste: D'Ars, diretta da Pierre Restany e Agalma, rivista di ricerca psicoanalitica) ed ha scritto testi e analisi critiche per cataloghi di mostre, tra i quali: Mariella Bettineschi (Federico Motta Editore, Milano 1992), Omar Galliani (Sigma Edizioni d'Arte, Milano 1993), Wenda Gu (Sigma Edizioni d'Arte, Milano 1994), Bernard Damiano (Sigma Edizioni d'Arte, Milano 1994), Shuhei Matsuyama (Biennale 1999, Il Quadro-Progetti contemporanei per l'arte, Venezia). Nel campo dell'attività letteraria ha pubblicato: La memoria è futura (1997, poesie scritte tra i 14 e 16 anni), Appartenenze alchemiche (1998, racconti), In corpo di nube (1999, poesia), L'immortalità per frammenti (1999, poesia in prosa, con prefazione di Domenico Cara), Il soffio e la pietra (2000, tratto dall'omonima silloge segnalata al premio "Eugenio Montale", 1999)e Il fuoco di un uomo (2001, con prefazione di Vittorio Vettori). È stata inclusa in diverse antologie e sue poesie e prose sono state pubblicate in varie riviste letterarie. Una sua recente raccolta breve di poesie è stata pubblicata su "Vernice" (a. IX, n. 24/25). Si è affermata in numerosi concorsi letterari per la poesia e per la prosa, conseguendo alcuni primi premi: 1999, "La Rocca" per il libro di poesia inedito; 2000, "Viareggio carnevale", per la narrativa edita (L'immortalità per frammenti); "Laboratorio delle Arti" Milano, per la silloge di poesia inedita; "Book 2000", per la poesia edita (L'immortalità per frammenti).

Della sua produzione letteraria si sono occupati numerosi critici, tra i quali: G. Bárberi Squarotti «Singolarissimo libro [L'immortalità per frammenti], così fortemente e ampiamente ritmato nelle visioni, nelle invenzioni, nel segno come nella grandiosa ricerca del vero. L'opera si svolge nella scansione che ha un che di biblico, concettualmente rigorosa com'è. Pensiero e vita sono perfettamente congiunti. È davvero raro trovare un discorso tanto profondo quanto liricamente originale. ... La sua poesia rappresenta completamente il divino, il sacro.» «... egrege e luminose poesie [Il soffio e la pietra], quasi un poemetto visionario in ritmi sapientissimi nella loro varietà e misura. Il suo discorso di religiosità e di meditazione è sempre persuasivo.»; L. Bronzi da: "Storia della letteratura italiana del XX secolo" (Arezzo 2000) «È il periglioso iter conoscenziale di una giovane donna, quello che emerge da questo poemetto di M.S., dal titolo esplicativo di Isola, che rappresenta la solitudine della tipica via iniziatica, simbolica e tradizionale, che conduce al cuore del problema metodologico ed ontologico. ...è chiaro che la parola in tal senso simboleggia il logos interno all'uomo, come necessità ontologica, teoretica di vita proveniente da un'esperienza coscienziale e conoscenziale che costituisce e garantisce la struttura logica del reale, che è natura stessa con un suo logos interiore, proveniente direttamente da Dio.»; P. Civitareale «L'immortalità per frammenti, estatica e mediatica peregrinazione attraverso l'anima del mondo. Pensiero forte e parola lavorata al fuoco di una costante meditazione, schermo e fuga dal provvisorio, rifugio e consolazione negli archetipi dell'uomo.»; U. De Agostino (in "Il Club degli Autori") «...lo stile originale, il 'frammento' appunto a metà strada fra la prosa e la poesia, non è altro che un aspetto della particolare espressione lirica della S., interprete della dualità di ogni aspetto della vita terrena: gioia e dolore, la perenne metamorfosi delle cose e l'aspirazione all'assoluto, l'oriente e l'occidente, il centro e la circonferenza. ...l'a. va alla radice dell'eterno e dell'essenza stessa della vita.»; V. Esposito «...non è facile penetrare nel suo mondo, così denso di motivazioni orfiche e misteriche. Godibile, comunque, la procedura stilistica, riconducibile alla migliore tradizione otto-novecentesca del 'poème en prose'.»; S. Gros-Pietro «Il poemetto Il fuoco di un uomo, canto ispirato, di estasi e passione, dedicato alla grandezza di Cristo e all’universale significanza simbolica del fuoco come fucina e crogiuolo cosmico di origine e di fine dell’universo, dell’amore, della storia del creato. La poesia di S. (è) al contempo eterea e pluriprospettica, caleidoscopio esplodente di simboli e allusioni, discorso proposto e franto, iniziato ed interrotto, ritrovato e ripreso, concorso concettuale di voci intonate e di assoli inopinati, vuole significare la concertazione delle visioni, degli spunti e tensioni ed emozioni, in un distacco totale dalla coscienza ragionata e logica dei nessi, nel trionfo della libertà di orientamento, ma con un reingaggio di un’attrazione magnetica centripeta che traduce in movimento direzionato la stasi dell’unicum [...] G. Bárberi Squarotti, infine, ha apposto un marchio critico in cui sostiene che il libro “è una delle più alte celebrazioni e visioni di vita, di amore, di consacrazioni della poesia di questi tempi”.» ; G. Ladolfi «Il testo di S. si può citare come esempio di prosa lirica contemporanea. Ispirato all'esperienza di un viaggio in Cina, ripercorre con approfondita indagine i temi più importanti della cultura occidentale posti in paragone con la millenaria civiltà di un popolo diverso per mentalità, usi e costumi. E mediante un esame comparativo l'a. tenta di ridefinire il problema della parola giunta a consumazione nel nostro Novecento.» «Il proverbiale pessimismo di Qohèlet, posto in esergo al testo, sviluppa un’antitesi con le composizioni dedicate al nonno Oreste Sartor [Il fuoco di un uomo], archetipo di una condizione di puer e cioè della vita stessa. Da qui deriva una ricerca di verità che fa appello non solo alle radici culturali, ma soprattutto alle qualità del cuore, a quell’esprit de finesse che sfugge ad ogni misurabilità ed alla piena comprensione intellettuale, ma che pure è vivo ed attivo e che si identifica in modo perfetto con la stessa arte del poetare.» ; E. Monachino «Dettato primigenio della scrittura di S. è la polare dualità d'ogni cosa terrigena: gioia e dolore, pieno e vuoto, la biforcazione del tempo che s'incarna nella perenne mutazione e a cui si contrappone l'eterno. E poi l'occidente e l'oriente, la parola e il silenzio, la circonferenza e il centro. ...infusione d'altissima poesia nel rappresentare l'Essere che si fa Esistere, crucialità d'un lampo che è miracolo d'amore mistico, complementare e, pertanto, voce grafia incanto del due divenuto uno.»; L. Nanni (in "Punto di Vista") «Questi frammenti [L'immortalità per frammenti] in effetti contengono una forza progettuale che li unifica, anche se sembra mancare un centro propulsore, e quindi la loro visione va disposta nella prospettiva che enuncia 'la lingua dello spirito'. Formalmente siamo di fronte a un duttile movimento di prosa lirica – la S. è anche rinomata autrice di racconti – per il ritmo non solo esteriore, per le cadenze ora lunghe ora brevi su uno spazio linguistico che attinge a una realtà cognitiva, forse attraverso il gesto simbolico.»; G. Nocentini da: "Storia della letteratura italiana del XX secolo" (Arezzo 1999) «L'a. non si sottrae alla disciplina della materia, anzi è padrona del suo insegnamento, che è il nadir della sua stessa evoluzione, la boa di virata di una regata, dalla quale parte come saetta, in un salire e scendere inconscio di forse, con slancio vitalistico assaporato, secondo un processo di anabolismo e catabolismo, associativo e dissociativo, attraverso i sentieri della vita, che ella definisce 'mortale scommessa', 'vizio di vivere'.»; R. Occidente Lupo «Un inno alla vita dinanzi alla cruda realtà della morte. La capacità di amare fino in fondo è l'unica occasione che l'a. scorge nel vivere autenticamente. In chiave psicologica il racconto [Reincarnazioni] si snoda con una fitta trama narrativa in cui la capacità straordinaria di sintesi emotiva cattura il fruitore per l'efficacia delle immagini.»; U. Perniola «Il soffio e la pietra si apre all'insegna di un trepido onirismo che insegue la parola nel bagno illuminante e miracolistico della conoscenza. ...dopo aver percorso i gironi frapposti fra cielo e terra rimane solo 'l'io di passione', squassato 'senza ormeggi'. Ma c'è un'altra verità trascendente che ci riguarda da vicino e che potrebbe restituire l'unità perduta. Tutto ciò che collima con l'esperienza terrestre e celeste, il suo stesso farsi oppositivo, ha il sigillo dell'uomo. ... La componente esoterica rende più avvincente e sinuoso il ruolo della metafora, arricchita da uno scaltrito dominio della parola e dai metabolici accostamenti semantici, nutriti da rime, assonanze, da disseminati iperbati, che sottolineano, qualora ce ne fosse necessità, l'elegante padronanza dei mezzi retorici, mai puramente coreografici, mai solo fini a se stessi.»; Premio "Antica Badia di San Savino" «Il testo di S. si dispone sulla pagina in forma di conchiglia o di icona femminile, a sottolineare il carattere ricettivo, aperto, del tempo della donna. La ricchezza e l'interna conflittualità di questo tempo – ora benedetto ora maledetto – sono rimarcate con immaginifica copia di metafore e finezza di riferimenti culturali.»; Premio "P. Borgognoni" «[Il soffio e la pietra] - Secondo la tradizione cabalistica Lilith è la donna creata prima di Eva di cui diventerà nemica. Trasformata in demone femminile, la sua dimora sarà fissata nelle profondità marine per impedirle di turbare la vita degli uomini e delle donne sulla terra. La rivisitazione del mito avviene all'insegna della pietà o quantomeno dell'empatia. Con immagini di corrusca bellezza e ritmi solenni arieggianti i versetti biblici si delinea la ricerca della parola da parte di Lilith la muta. La troverà alla fine, quando 'della parola pietra' (cioè tomba), diventerà 'di parola il soffio'. »; Premio "Casentino" (Presidente Silvio Ramat) «Sceglie una via dificile S. la cui poesia esprime il fascino e il mistero dell'esistenza: "arco di fuoco" lanciato tra passato e futuro, cielo e terra, caos e armonia, punto di intersezione di straordinarie forze che attraversano tempo e spazio. È questa la condizione esaltante e drammatica dell'uomo di ogni tempo, ma forse ancor più dell'uomo moderno che all'inizio del terzo millennio è sospeso tra un passato sentito come caos e un futuro desiderato come armonia. Poesia impegnativa, dunque, volta a cogliere l'essenza delle cose, un "trasudar d'anima" rappreso in immagini intense, vive e concrete di oggetti e gesti, accostate con gusto di forti contrasti tra astratto e concreto, luce e buio, alto e basso, cielo e inferno. Immagini incalzanti, dai toni forti e dal ritmo teso, talvolta concitato, quasi epico, e orchestrate con tecnica sicura. (M.L. Ercolani)»; Premio "Firenze" «Siamo di fronte ad una poesia che ha già risolto tutti i nessi fra cultura e realtà sia a livello semantico che stilistico e dunque possiamo affermare che l'autrice consapevolmente muove il suo discorso nello spazio proprio della creazione giocando la carta vincente dell'allegoria ricca di ambiguità, di emersioni iconiche del profondo, di accostamenti di tarsìe diverse sia fenomenologiche che linguistiche.»; Premio "Firenze" «Nel verso scarnificato, ma calpellato come nell'ebano, ogni parola è macigno e spuntone su cui poggiare la nostra finitezza, per scoprire la "lama di luce" nel corpo d'argilla e come "nel moto del ritorno" non resti che un solo atto: fecondare la terra.»; L. Pumpo «È una poesia vibrante quella di M.S., energica e piena di stimoli, attraverso cui ella si inoltra e si addentra con coraggio adamantino, verso il mare di itinerari fioriti di refoli infiniti: qui ella getta le reti del suo intuito, pescando immagini, modi di dire che concordano con la poiesi o tensione poetica. ...la forte personalità di questa poetessa che non si accontenta degli stimoli dell'ispirazione, ma riesce a smuovere un linguaggio nuovo, autonomo, personalissimo.» «Questa della S. non è una poesia dal tono minimalistico dove la voce è dimessa, ma è poesia dal canto ampio, fuori dai compiacimenti d'occasione, che si dispiega sull'esistenza, in un viaggio dove si percorrono le suggestioni della vita. E si muove nell'ambito di una poetica che sovverte quasi il gusto dominante ed apre un rinnovato estrinsecarsi della poesia sul fronte duplice della metodologia e del fermento contenutistico. ... Così tutta la poesia di S. si fa carico di istanze concettuali nel moto della riassunzione metafisica del sentimento che sta alla radice di una apertura verso spazi inediti.»; A.M. Simm (in "Dialogo") «Un esempio di prosa poetica in molti momenti affascinante nel suo implicito mistero. ... Ne nasce un testo il cui nocciolo sta appunto nella capacità della parola scelta di moltiplicarsi e rinascere su se stessa in miriadi di immagini una dentro l'altra.»; A. Spagnuolo «Una lettura rapida e affannata sospinge le parole verso il destino orientale di 'frammenti' ben determinati e rigorosamente tagliati. Dico affanna, proprio perché alcune pagine sospendono il fiato nella necessità di ripetere versi o frasi dal ritmo incalzante ... ove il rincorrersi dell'immaginazione al non detto e al non pronunciato propone clausole indeclinabili ed indefinibili, nel comporre l'intimo sguardo all'inconscio. ...l'eco della fascinazione orientale ove 'fogli di carta diventano schegge d'anima che grondano sangue', ove Tian An Men stride ancora per la sua sanguinosa presenza, ove 'leggermente divaricate le sue gambe come giunchi tese e flessibili sussurrano alle mani', affascina e si traduce in pagine ricche di suggestioni e figurazioni.»; V. Vettori (dalla prefazione a "Il fuoco di un uomo") «... Spingendomi sempre più dentro al 'mistero' de Il fuoco di un uomo, sento di potere e dovere esaltare questo testo poetico energicamente lombardo-veneto, dove la linea milanese di Clemente Rebora si incontra e si fonde con la linea giuliano-veneta di Carlo Michelstaedter ... dove il "Cantico dei Cantici" riecheggia nei toni ispirati e trainanti di Santa Juan de la Cruz. Pe(n)siamo e ripe(n)siamo il titolo: Il fuoco di un uomo. Il fuoco: pindarico parente dell'oro. Ma fuoco di un uomo attento e pensoso, non degli dèi capricciosi e gelosi. Un fuoco che non vuol essere riferito in esclusiva a Promèteo, ma rievoca il riflessivo fratello suo Epimèteo, prototipo di quel dantesco Riccardo da San Vittore che "a considerar fu più che viro". Un fuoco che unisce nella stessa luce efesina Eraclito "l'Oscuro rischiarante" e il discepolo che Gesù amava, Giovanni Evangelista, autore visionario dell'Apocalisse. Fuoco-focolare di un uomo, che, diceva Friedrich Hölderlin, oggi è dialogo e domani sarà canto: oltreuomo. A testimonianza non solo del fuoco ma anche dell'infatuarsi di un uomo che è già oltreuomo.»; L. Zinna «...opera così densa degli umori del quotidiano eppure così eccentrica; così calata nella contemporaneità e parimenti così fuori dal tempo (e dallo spazio): nella storia e oltre la storia. Si fanno inoltre coincidenti lingua d'ogni giorno e 'universale linguaggio dello spirito'.»; oltre a: C. Chiodo, V. Guarracino, S. Gross-Pietro, G. Luongo Bartolini, L. Pumpo, P. Ruffilli, M. Scrignoli, V. Vettori e molti altri. Recensioni e note critiche alle sue opere sono presenti in varie riviste letterarie: Vernice, Atelier, Hyria, Dialogo, alla Bottega, Punto di Vista, L'Ortica, Oggifuturo, Il Segnale, Il Filorosso, Paideia, L’Ortica, Spiritualità e Letteratura  ed altre.

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