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Mi
rammarico del generico titolo Momenti diversi, per indicare l'estrazione
dal cilindro della quotidianità sublimata, i ricordi e i pensieri, le epifanie
direbbe Joyce, che affastellano e arricchiscono il diario poetico di Laura
Pierdicchi, alla sua ennesima superba pubblicazione di versi per le Edizioni del
Leone, condotta e pertinente prefazione critica di Nino Majellaro e acuti,
incantevoli, quanto essenziali e antillustrativi disegni del Maestro Franco
Rossetto, coniuge-complice di ulteriori 'diversi' momenti che appartengono
all'osmosi tra scrittura e pittura. Più efficacemente con il rimando ad un suo
magnifico verso, avrei intitolato la silloge "Con occhi di memoria", perché la
vista sui ricordi che elabora il pensiero poetico dell'autrice, transustanzia in
delicata e armoniosa visione estetica "altra e alta" la quotidianità, la
contingenza del vissuto, la discorsività spesso legata anche al discorso
diretto, di una poesia del sublime che la Pierdicchi esplora con ulteriori
vibranti tracce di un percorso letterario senza sosta, sempre originale, sempre
pregnante, una scrittura che spara versi che vanno a segno e coinvolgono.
La memoria "sentinella del cervello" direbbe Macbeth, riporta al gioco serio
(play) dell'infanzia a confronto con la seriosa domesticità dell'impegno adulto
della donna ed il 'giocare alle signore', nella fase nascosta del trucco e
nell'abile azione del celare le prime calze di nylon, diviene esorcistico motivo
di ritrovata purezza nel disincanto della mente che si ritrova a registrare
tanti "momenti diversi" e a tramutarli in occasione di autentica poesia.
Le pagine scarne, affidate ad un carattere tipografico minuto, quanto
discreto, privilegiano il bianco candido della pagina che attende le emozioni
aggiuntive del lettore e intessono una rete fitta di asterischi come titoli e
punti di sutura nel discorso mai interrotto, senza soluzione di continuità, che
ricorda l'associazione libera d'idee e il flusso di coscienza della Molly
joyceana. "Mi spoglio di parole | le poso sul tuo corpo nudo | poso il mio corpo
vuoto sul tuo e andiamo...". Un asterisco ancora e altre pagine inseguono
l'elettrocardiogramma grafico delle parole e delle emozioni di una poetessa che
dispone del suo 'rapporto oggetto-destino', trasfigurando i lievi rumori del
pensiero, leggero, "in fil di poesia... che un bel dì vedremo" nel pucciniano
trasporto musicale dei suoi versi-farfalla.
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Recensione |
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