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È una poetessa dal respiro ampio Laura Pierdicchi e lo dimostra anche in questa silloge grazie ad una capacità di mettere a fuoco ogni e qualsiasi situazione ed immagine usando un vocabolario ricco e pregnante di accelerazioni emotive, mai artefatte e capaci di stuzzicare alla grande anche gli amanti della poesia più scaltriti. Si nota un concerto di incontri e scontri con l’ieri e con l’oggi, un sussurrare e un graffiare ogni angolo del proprio Io allo scopo di tonificare e dilatare il suono magico delle parole anche se talora disegnano voli criptici decisamente personalizzanti.

“Ora non ho bisogno / di attraversare il deserto / in cerca di una goccia / che interrompa la mia sete”, scrive. Avendo trovato un’oasi tutta sua, riesce anche a non interrompere “il percorso a ritroso / dove ogni scena vissuta / ora incide / senza spargere sangue” ...

Pino Bonanno, nella corposa e puntuale prefazione, parla, a ragione, “di nuove conoscenze / illuminazioni che saldano lo smarrimento con la rinascita silenziosa”. E questo a riprova che Laura Pierdicchi sta esplorando (e non da oggi) il ricco bagaglio del suo Io eludendo, il più possibile, ogni scoramento ed ogni fragilità.

Una poesia, dunque, che si concretizza nel denudare ogni e qualsiasi angolo di realtà, di attese, di mistero...

È stata definita da Lorenza Rocco una “vera alchimista della parola”, questo per la sua capacità di evocare passato e presente con una felice armonia strutturale da cui fuoriescono amore, meraviglia, ricordi, riccioli di bellezza, spiragli modulati di luce, di canto, di affetto, di mistero...

Se a ciò aggiungiamo la freschezza e la genuinità dello stile, le trasposizioni raccolte dal sogno e l’impalcatura scenica, ecco che Laura Pierdicchi merita ben più di un applauso, di una oramai assodata stretta di mano.

Che dire oltre se non condividere appieno quanto lei sa disegnare con i suoi versi affermando con ciò il suo tragitto di donna e di sostanziosa interprete della poesia: “Ascolto solo / il silenzio dell’alba / il cantico del mare / le voci / del profondo verde. / Intuisco / i fotogrammi del sogno / le proiezioni della notte / il vibrare dell’universo”. Con ciò avvalorando un pensiero di John Ruskin, ossia che “in una buona poesia ogni parola e ogni pensiero aumentano il valore delle parole e dei pensieri che li precedono, e ogni sillaba ha una bellezza che dipende non tanto dal suo suono astratto quanto dalla sua posizione”.

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