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Oltre

In: Voci femminili della poesia del Novecento
Alimena, 2021

Apprezzata in Italia e altrove, la poesia di Laura Pierdicchi (ci riferiamo alle raccolte Momenti diversi, 1999, Voci tra le pieghe dei passi, 2013, ed Oltre, 2016) rivela una lucida e schietta essenzialità e compostezza verbale assieme ad un sentimento d’amore per il compagno eletto della sua vita, inteso come risarcimento di un travaglio esistenziale che trova nella scrittura poetica la sua più convincente conferma.

Una poesia, dunque, la sua, non fine a se stessa, ma non per questo al di fuori di una valida e sostanziale oggettività scrittoria, la quale acquista ancor più pertinenza e pregio in quanto, senza venir meno ai propri canoni e alle proprie connotazioni estetiche e stilistiche, consacra definitivamente l’incontro tra il Soggetto e il suo partner, fino a proporcelo come un unicum sentimentale, morale ed esistenziale.

Da qui una costante metaforizzazione del vissuto, offerta come una forma di conoscenza destinata a fare da contraltare alle insorgenze vitali del ricordo e da qui anche un’attitudine lirico-epigrammatica con cui esorcizzare una certa insufficienza ad essere; e quanto più il desiderio resta inevaso e rilevata la precarietà dell’esistente, tanto più forti e precisabili si fanno i riferimenti eticognomici del discorso poetico; tanto più cioè si avverte, da parte del Soggetto, la necessità di incardinare l’esperienza entro la logica di una consapevolezza razionale.

Recensione
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