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Voci tra le pieghe dei passi
È un testo teatrale in versi l’ultimo libro di Laura
Pierdicchi, Voci tra le pieghe dei passi, pubblicato dalle Edizioni del
Leone di Venezia. Si tratta, a ben guardare, di una sceneggiatura che ha come
personaggi una serie di figure, maschili e femminili, che entrano in scena una
dopo l’altra quasi fossero tutti testimoni chiamati a raccontare dal loro punto
di vista la storia minore e maggiore di una comunità.
Per agevolare l’attraversamento del lettore, che si
confronta con un consistente numero di veri e propri mini protagonisti,
l’autrice ricorre opportunamente all’espediente di differenziarli con l’uso di
diversi caratteri. E la scelta di chiarezza funziona, rendendo più spedita la
lettura.
Leggiamo dunque il libro come fossimo a teatro e
ascoltiamo, per così dire, la parte che ciascuno dei personaggi viene a recitare
in proprio “dalle pieghe dei passi” come dice il titolo, ma secondo un filo
continuato che rende immediatamente percepibile la vicenda complessiva di uomini
e donne alle prese con la vita.
Mi ha ricordato per certi aspetti il racconto corale di Lee
Masters, ma quella di Laura Pierdicchi è una poesia che ha una assoluta
originalità di modi, di tono, di ritmo. È un libro raffinato per palati fini.
21 gennaio 2013
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Recensione |
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