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Voci tra le pieghe dei passi

Laura Pierdicchi è veneziana, ha pubblicato undici volumi di poesia ed un libro di racconti; cura recensioni ed articoli per riviste e quotidiani con argomenti di letteratura e cultura varia. Sue liriche sono state tradotte in tedesco, spagnolo e romeno.

Laura Pierdicchi è una poetessa a tutto tondo che con Voci tra le pieghe dei passi ha voluto creare una sceneggiatura teatrale in versi. L’obiettivo è quello di ricomporre il quadro storico ed umano del secolo scorso, attraverso un percorso poetico che spesso diventa narrativo. Queste liriche sono contraddistinte da molteplicità e contraddittorietà, l’atteggiamento psicologico è caratterizzato da sentimenti e stati d’animo di varia natura: sogno, speranza, gioia, ma anche ossessione, dubbio, paura. Ciascuno di essi è ambivalente e contiene in se stesso un aspetto positivo e negativo, si determina così un’oscillazione, come ha osservato Paolo Ruffilli nella prefazione al libro “…dal titolo Voci tra le pieghe dei passi discende l’oscillazione… anticipata dalla rivelazione a monte di quei passi e dall’allusione a quelle pieghe tra le quali qualcosa è destinato comunque a perdersi, sul limitare dei sentimenti, nell’immagine che si accende e poi si spegne svanendo”.

L’io femminile è contrastato da un alter ego enigmatico che crea una continua stratificazione del linguaggio, in un gioco di significati tra trasparenze ed ombre. Luce e mistero si confondono in un segreto alternarsi che porta alla catarsi più profonda. Vita e morte si alternano creando disagio nell’animo della poetessa, la vita pare soffocata dall’esistenza presente troppo spesso assurda ed incomprensibile, l’unica salvezza risulta essere la morte come liberazione dall’esistenza terrena così pesante. La morte tende agguati in ogni dove e sovrasta il monte delle paure primordiali: vita e morte si rincorrono come fanciulli e dal loro continuo e ritmico alternarsi rinasce la vita più pura e vera. In questo gioco il vuoto delle cose assedia l’anima e la contrappone al corpo, si crea il dolore ed un forte disagio “…a volte io ed il mio io | non ci bastiamo – | dentro ai fatti del giorno e l’aria pesante | sento il mio astratto fuggire – allora | colma di paura vado vuota…”

La natia Venezia compare spesso nelle poesie di Laura Pierdicchi, accenni lievi, delicate pennellate che tratteggiano un sottile filo che dà sicurezza e pace all’animo tormentato “Piano la barca | con i pochi beni da portare | per l’ultimo transito in Canal Grande. | Enorme il peso del distacco | un vagone di lacrime frenate”.

Un libro da leggere che scorre veloce e riesce ad appassionare. Particolarmente significative le parole di Ruffilli: “E’ una poesia drammaticamente consegnata alla consapevolezza dell’incontro paradossale tra l’eterno e il tempo, tra il finito e l’infinito. E l’aspetto stilisticamente più rilevante che vi si attesta è l’equilibrio sorprendente tra il senso del’abisso e la compostezza delle superfici”.

Recensione
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