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Silloge sospesa tra l'iniziale, chiara necessità della poetessa di attingere dalle profondità del proprio animo la parola da consegnare al foglio ("silenzio assoluto | gravità di pensiero – | implosione | sigillo ogni fessura | (non sentire né vedere) | inventare") e il successivo chiamarsi fuori, da parte dell'autrice stessa, dal precedente atto creativo per porsi in una condizione di semplice, passiva testimonianza ("come un pescatore | quando butta la lenza | e non sa mai | che pesce abboccherà | io pesco le parole | dal nulla-scendono loro | a mia insaputa..."). Momenti diversi appare permeata dalla costante presa di coscienza della nostra infinitesimalità.

Il tempo trascorre inesorabilmente, "...gli alberi hanno superato il tetto | il mio letto è da cambiare | i muri hanno perso l'intonaco | il pavimento ha crepe profonde", scandito dagli eterni rintocchi del pensolo d'oro il cui "lento ondulare | a destra e a sinistra" richiama alla mente della poetessa ricordi di un'infanzia che bussa alla porta della memoria riportando in superficie, oltre agli oggetti, anche momenti felici del passato: "andavamo libere sottobraccio | per calli a giocare alle signore | (il rossetto rubato di nascosto | le calze velate | messe per strada)".

Uno scenario ricco di simboli, quello proposto da Laura Pierdicchi, tra porte che si aprono su altre porte, vele immobili sul mare piatto in attesa che spiri un po' di brezza, richiami attualissimi a virus e particelle atomiche. Un palcoscenico sul quale, alle immagini concrete, se ne affiancano altre diafane, eteree, talvolta oniriche, dall'immagine riflessa sul vetro dell'autobus ("qui il mio corpo reale | fuori lo stesso corpo d'aria | è così – sarà così | che il nostro tutto diverrà luce") a quegli spiriti che tanta paura facevano all'utrice da bambina: "immobile come pietra o nel letto | m'irrigidivo senza più respiro | è che li sentivo – mi seguivano | ero io e l'ombra – loro e il mistero".

Se la vita è una gara nella quale "nessuno può credere di vincere", la poetessa è comunque pronta ad accettare la sfida, come si evince dalla lirica "il cuore di un bambino" dove il cuore stesso "...gioca e ancora si accende | poi si ferisce – sanguina | giura che non lo farà più | come un bambino dimentica | e gioca ancora...".

Recensione
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