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Quando il verso, la parola si fa immagine e questa si traduce in espressione scenica. E’ il caso della poetessa veneziana Laura Pierdicchi che, dopo avere già dato alle stampe sei volumi di liriche, si è cimentata ora in una prima operazione drammaturgica affidata all’interpretazione degli attori del “Teatro per Mestre”. Si intitola “Altalena di voci e pensieri” questa sua ultima, applaudita fatica che è stata presentata brillantemente al pubblico della Murata da Pino Bonanno. Quattro, oltre al Coro, le voci recitanti. Nella Voce narrante di Marina Biolo affiorano, velati di struggente malinconia, i ricordi della stessa Pierdicchi che ritorna con il pensiero a quando la sua Venezia “era viva, era quiete ed allegria, amore e baruffe” e l’acqua dei canali era trasparente. Lei abitava in una calle stretta e lunga, all’ultimo piano e sentiva “gente cantare, donne affacciate alla finestra che si confidavano…”.

Si tuffa nei ricordi di immagini fanciullesche anche la Voce bambina di Margherita Stevanato “Io corro, grido, salto, scorgo un primo nido” mentre la Voce attuale di Cristina Papaccio ci riporta alla dura realtà dei nostri giorni con “Ossido di carbonio in gola / macchine in coda” e quella Concettuale di Franco Demaestri avverte criticamente che “il tempo può essere breve oppure eterno” e che oggi “nell’aria si respira polvere/ di ideali perduti…”.

Insomma, una colorita, davvero felice altalena di voci e pensieri quella costruita da Laura Pierdicchi e resa dai quattro attori con suadenti tonalità.

Recensione
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