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Un ritmo lieve, adagio-andante, sostiene il verso di Laura Pierdicchi.

Nella prima sezione "In ricordo" la parola si distende sull'onda musicale e si lascia trasportare nelle regioni del canto poetico, lega le vibrazioni dell'anima alle contratture della mente, spinge lo sguardo del pensiero verso gli orizzonti del giorno e lo sguardo spirituale verso gli orizzonti di una note che annuncia altra distanza e altra luce. La terra, il mare, il cielo convergono per accogliere l'oggetto poetico: un affetto frantumato dal passare dell'ora relativa e sollevato nel tempo assoluto e immobile della memoria; un tempo limitato nel pulsate delle vene e infinito nella percezione di un altrove che si apre all'eterno.

Il razionale, sempre presente c vigile, s'insinua fin le pieghe dello stupore creativo e lo rende amorevolmente umano imprimendo sulla lastra dei ricordi i silenzi, le assenze, le attese, lo sbigottimento della perdita, il desiderio di ricongiungersi a quella mancanza che è sorgente dell'affetto e dell'amore. Gli "intrecci", la tessitura del verso, avvengono in un gioco tra passato e presente; tra memoria di vita conclusa e lo scorrere di una vita che si evolve nello spazio incerto del vivere e morire, nel silenzio della pausa tra sistole e diastole dell'esserci.

La strategia di "Briciole", seconda sezione della concisa e significativa raccolta, consiste nell' abbandonarsi all'onda, lasciarsi trasportare nel mare dell'esistere, ora arenandosi in un silenzioso fruscio di ricordi, ora conquistando spazi impensati, oltre gli orizzonti dell'umano dove pensiero e sogno avvertono il pulsate di una nuova dimensione che la Pierdicchi definisce "Illusione cosmica | del nostro passo provvisorio", ma non può evitare di riconoscere che tra "l'illusion cosmica" e il "passo provvisorio" c'è un confine che separa il qui dall'altrove, dove l'altrove è sempre e comunque un'invenzione della mente che può contemplare sia il nulla che precede il vagito della nascita e segue il rantolo della morte "lo stesso nulla | di quello prima dell'inizio", sia la prospettiva del divino se seguiamo, nella creazione poetica della Pierdicchi, quel filo d'amore che scorre da parola a parola, di verso in verso e che lega il particolare all'universale e acquista la dimensione dell'Eterno: l'amore dell'esserci si fa Amore dell'Essere.

Recensione
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