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Splendido equilibrio tra fuga fantastica e ponderata razionalità, visione e descrizione realistica, paesaggio dell’anima e scorcio naturalistico nel mondo poetico di ELIO ANDRIUOLI

 

La poesia di Elio Andriuoli, da Il tuo volto (1961) a Reperti, da Maree a Epifanie, da Scirocco a Il caos e le forme, da Per più vedere a Le vie della saggezza (2009), provoca, in chi la legge, quello stato d’animo, oscillante tra meraviglia e ammirazione, che solo la perfezione e l’armonia riescono a dare. Una lettura che rende manifesto il miracolo della creazione artistica: fuoco musicale che lega verso a verso, pensiero a pensiero; lo stupore per la vita vibra in ogni sillaba, si fa memoria di remote origini e respiro universale, supera il tempo del divenire, si apre all’Eterno.

La parola sembra estratta dal cuore della roccia, dai silenzi dell’attesa, dai disorientamenti dell’anima per essere levigata, scolpita, piegata al suono e ammaestrata a riferire ciò che, nell’attraversamento del non spazio, tra Essere e non essere, ha ascoltato; vi si trova lo sguardo chiaro e acuto di un pensiero capace di strutturare il denso materiale, di cui la parola è portatrice, nella perfetta architettura del linguaggio che fa tutt’uno col sereno movimento musicale.

Se la poesia è "la voce di un uomo rivolta ad altri uomini" (A. Machado ) ,
la poesia di Elio Andriuoli è la voce che sale dal silenzio della memoria, si fa parola e narra la vita nel suo crescere e decrescere prima di avviarsi " alla porta del regno delle ombre" dove il tempo assembra le sue onde, si fa solo presente, mostra la storia che lo innerva, lo irrora e gli dà sostanza in attesa che s'apra" l'oscura voragine" del vuoto dove "ogni cosa s'affioca". Qui, sulla soglia, il canto del poeta si alza sereno in aperte e ampie volute di un'immaginazione che fluisce nella pacata tonalità della raggiunta armonia della saggezza, espressa nella sontuosità del ritmo di un verso quasi sempre endecasillabico.   Sulla cima degli anni lo sguardo del poeta spazia a

" contemplare la via
in brev'ora percorsa
"
e vede che " nubi veloci corrono sul mare",
vede " la valle e il fiume che la scava" ,
segue " il sentiero
che ormai l'erba cancella verso mete
ognora più lontane",
si distrae " in un crescendo di gioiose strida",
osserva come il vento di scirocco " morde il mare" e
" s'avventa sulla riva e brucia l'anima
delle palme imploranti, poi si schianta
sulle arrese facciate delle case."
e allora sente che " Ancora il grido d'Ecuba si leva
dalle grotte del tempo ed il suo strazio
avvelena l'insonnia delle notti
.",
sente che " Ancora il pianto antico a noi ritorna
delle spose di Tebe. Non han fine
mai la pena e il lamento;".

Elio Andriuoli, ai confini dell' "ora suasiva, quando lieve/ si fa la luce",
al riparo " Nella pace odorosa della sera",
superati " il crudo gelo" e " l'eterna contesa",
lontano " il vento che salato sferza i volti
i capelli scompiglia e i pensieri",
raccoglie nell'anfora silenziosa dei ricordi tutti i passati eventi, tutte le voci, i volti, gli amati paesaggi che ne accolsero il respiro, ne alimentarono i sogni e le paure e di lettera in lettera, di verso in verso dipana il filo dell'esistere e mostra all'assorto lettore come

" Fluisce intanto per ignoti tramiti
la vicenda del mondo, che perpetua
la sua gioia e la sua pena.",
gli mostra le speranze e le delusioni, le perdite e le attese e lo lascia quando " L'ultimo raggio incrocia il volo sghembo
dei rondoni. Precipita la notte.
Crescono, come folla di pensieri,
nubi che il cielo, morendo, s'inghiotte".
( Le citazioni sono tratte dalla raccolta “Scirocco” ).

Andriuoli, con la sua poesia, ci offre un canto che stempera, nella calma luminosità di un acquisito equilibrio interiore, evidente nel modulato-andante ritmo del pensiero, i tumulti, le intemperie della vita e ne districa il complicato labirinto in una visione di fresca modernità e di classica compostezza.

Ogni nuova raccolta poetica di Andriuoli viene accolta come un dono e la si mette subito sullo scaffale più consultato del cuore e da qui, quasi a ripagarci dell’affetto ricevuto, ci invia segnali luminosi, stimola lo sguardo dell’anima, sollecita la mente ad aprirsi “Per più vedere”. Ogni verso, ogni testo crea quello stato d’animo di ammirazione che solo le cose belle e importanti sanno dare. Si entra nel regno della sua poesia sapendo che vi si troverà la giusta armonia, la parola estratta dalla polpa dell’esistere e dai silenzi dell’anima.

“È dolce, amici, in questo chiaro giorno
trovarci insieme per dire parole
antiche, per confondere i pensieri
e i sogni e per scaldarci
il petto al suono delle nostre voci.//
S’accendono gli occhi di un sorriso
               che avevamo smarrito da millenni
               e rinasce nei cuori la speranza
               di approdi eterni,”

E il lettore si trova nel mondo intermedio, quello del rendiconto e dell’attesa, e tutto si fa memoria e speranza, rimane sospeso tra il viaggio del corpo, già verso la conclusione, e il viaggio dell’anima verso quella perduta dimora alla cui ricerca ha consumato il suo giorno e che ora si prospetta sulla soglia di un orizzonte di eternità.

“S’infittisce la pagina, se trova
la mente arcane rispondenze. Il verso
si lega ad altro verso, mentre accende
               i suoi fuochi la rima. Scaturisce
da un pensiero un pensiero, con ardore.”

Ecco il miracolo della creazione artistica: il fuoco musicale, la meraviglia per la vita, il respiro universale , la tensione verso l’Eterno.

“Sempre l’arte rallegra e dà conforto.
Mille risorse offre l’Armonia”.

L’armonia offerta, quale dono divino al poeta e da questi, attraverso i suoi versi, a tutti gli uomini, rende più serena l’esistenza, più gradevole il viaggio

sulle vie straniere dell’esistere”,
arreca felicità, cancella gli affanni.

“Sorgono l’albe, cadono le sere
               ed è sempre la stessa ansia di cieli,
la stessa inconsumata meraviglia,
la stessa sete eterna di sapere”.

Mentre l’occhio si posa sugli eventi del presente e coglie, nell’attimo che separa la fugacità del nostro tempo dal tempo eterno, l’ansia dell’attesa, il vuoto della perdita, la meraviglia dell’arrivo, la fiamma del desiderio, lo sguardo, “dissipati del mondo i fitti veli”,
si allarga nell’oltre, cattura l’infinito.                                                                                                
Il linguaggio si amalgama alla serena vastità musicale, parola e ritmo si coniugano nel canto che si sviluppa e si espande in ampie volute che avvolgono il reale e lo sollevano, per scale di pensiero e di estasi, negli illimitati spazi dello spirito.
( le citazioni sono tratte da “ Le vie della saggezza )

Una musica profonda, un ritmo endecasillabico, come già accennato, corre per tutta la produzione poetica di Elio Andriuoli.

Giorgio Bàrbari Squarotti, nella prefazione alla raccolta Epifanie ”, mette in risalto questa capacità musicale del Nostro e scrive:" Credo che nessuno oggi,come Elio Andriuoli,sappia modulare con tanta musicalità, tanta eleganza, tanta varietà di ac­centi e di ritmi, l'endecasillabo, cioè il metro fondamentale di tut­ta la nostra tradizione, tuttavia ricreandolo e rinnovandolo attrave­rso una straordinaria sapienza nella disposizione, all'interno, di immagini, figure, e l'aggiunta /.../ della rima ,chiamata ad acuire una sentenza,una riflessione, una visione, a rinnovare il senso pro­fondo di una descrizione, di un'esperienza della vita".

L'architettura di ogni componimento è giocato su un equilibrio perfetto tra fuga fantastica e ponderata razionalità, visione e descri­zione realistica, paesaggio dell'anima e scorcio naturalistico.

Un linguaggio chiaro, ricco, mai appesantito da riferimenti cultu­rali scoperti, nuovo ma già sapiente, classico.

Il pensiero si esplicita in periodi brevi, spesso racchiusi nella lunghezza di un solo verso, raramente si allarga in ampie volute e quando lo fa, il ritmo si adegua, si fa più disteso, colloquiale:

"Ritmava l'ora il suo gioco
di calde penombre
e mi ha aperto ancora alla speranza
la luce silenziosa del tuo sguardo
che mi parlava
dei colori del mondo e della gioia,
del sogno che vivemmo e che viviamo
giorno per giorno insieme.

Pochissimi gli aggettivi e se ci sono è per necessità non per puro ornamento, il sostantivo è caricato di energia semantica, libera di esplodere in un pirotecnico ventaglio di significati. Questo periodare breve, a sequenze, a scatti non toglie,miracolosa­mente, compattezza al discorso, che fluisce,armoniosamente legato e in un costante evolversi del tracciato narrativo,nel susseguirsi dei versi. In conclusione Andriuoli, in ogni sua raccolta, ci dà una poesia descrittiva, discorsiva, dalla felice musicalità che inonda il pensiero, lo spoglia dell'aridità raziocinante e ne fa flusso continuo del sentimento ,canto solenne dell'anima.

Vorrei chiudere, questa mia breve dissertazione sulla poesia di Elio Andriuoli, con le parole di Sandro Gros-Pietro: "pensiero ed estasi sono articolate con mirabile suadenza argomentativa, nella chiarezza di una cultura rasserenante,capace di trasfondere nei versi una fiduciosa armonia di luci,di familiare suasività e di limpidezza espressiva." A mo' d'esempio trascrivo:

"Trafitto dalla freccia, roteò
su se stesso l'uccello;perse quota,
cadde veloce al suolo. Lo raccolse
l'uomo e sorrise. Per quel giorno aveva
trovato il cibo. Sulla terra il sangue
vermiglio della vittima scorreva,
del colore del sole che già langue.
All'orizzonte il sole sorrideva."

Seguire il viaggio poetico di Elio Andriuoli arricchisce lo spirito e la mente; un viaggio che continua, senza discontinuità e incertezze, lungo il sentiero, ora impervio e ombroso, ora piano e luminoso, della vita. Il verso raccoglie ogni inciampo, ogni lieve passaggio tra alba e alba, tra notte e notte, raccoglie rapidi sguardi, pause e sussulti del cuore, raccoglie il sereno tessere della mente la tela di parole dove s’incrociano perdite e attese, presenze e lontananze, arcate di memoria, percorsi di fede confluenti “ per più vedere” in un orizzonte di sogno che si apre alla luce,
in un “ desiderio di cieli/ che non ci abbandona”

 

Caselette 22/ 04/ 013
Giovanni Chiellino

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