La scrittura della Pierdicchi ha una sua singolare peculiarità e
caratteristica che si manifesta nella stessa strutturazione del testo, quasi a
dischiudere lo stimolo assiduo di una ispirazione che sembra oscillare tra un
lievitare segreto della sua sensibilità e un vorticare verso dimensioni
meditative.
È come
un percorso ideativo verso slargamenti quasi cosmici. Il tutto è condotto su una
formulazione scenografica e teatrale per cui si avvia con una voce narrante che
sembra confessare, con una sua intonazione tipicamente raziocinante che induce
nella fase concettuale le perplessità dell'esistere attraverso le diffioltà del
pensare e del credere: "Dire non dire | ricordarsi inventare | staccarsi dal
peso | imparare a volare | nel profondo | nell'oscuro | nelle zone proibite | |
nell'altra dimensione | ed è già follia".
Forse il motivo d'ispirazione che si fa più urgente ed insistito, quasi come
un dolce assillo, è costituito dal sentimento dell'ieri, del tempo che sembra
quasi arrendersi alla memoria, diventando un terreno di rimembranza che
riaffiora con una sotterranea musica da rievocazioni, di brani e di fasi della
vita. È un flash back che diventa quasi stimolo per una sorta di elegia ed
induce a far venir fuori la voce più segreta nella sensibile rete della
soggettività reattiva. Ne viene fuori un mondo che è tanta parte della gelosa
memoria della Pierdicchi, sia pure nel fluire incostante di tempi, di luoghi, di
sentimenti e di pensieri. È il dominio di una esperienza carica di eventi e di
movimenti, immedesimata in quelle che sono le scaturigini del senso, così da
tentare l'evasione dalla corposa realtà. Dice la poetessa: "Ho voglia d'irreale
| non dirmi di restare | qui è palude ragnatela di rami | trappola per piccole
ali | marcio | verde per viscidi corpi".
Tutto è fissato in uno stupore denso di visioni che portano l'autrice a
confessare in una specie di apertura autobiografica di cui la rapita memoria
costituisce il sottofondo ed il lievito nascosto, come a farsi meraviglioso
intreccio di avventure e di magie. "Perduto il tempo di emozioni e progetti",
"Ora dietro la porta | qualcuno ride. | Apro con paura... | Con paura | che si
decida ad entrare".
L'altalena di voci e di pensieri scandisce questo suo ritmo di intime
vibrazioni con il tono di una trascrizione diaristica annotata alle ragioni
intime dell'sistere.
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